COMUNE DI TODI, SOCIAL E COMUNICAZIONI ESTERNE, IN BILICO TRA INFORMAZIONE, PROPAGANDA E CENSURA., LA MANO PESANTE DEL SINDACO CONTRO CHI NON LA PENSA COME LUI.

COMUNICATO STAMPA

L’uso dei social e la comunicazione istituzionale del Comune di Todi è un argomento sul quale ci sono molte ombre, tanto che i gruppi di opposizione, compreso il sottoscritto, hanno portato in Consiglio Comunale un Ordine del giorno per la regolamentazione dell’uso dei canali social del Comune di Todi, ossia le pagine facebook ed altro.

Chiaramente l’Ordine del giorno è stato bocciato e l’iniziativa è stata accolta con un certo fastidio, quasi una ingerenza rispetto ad una situazione di fatto ritenuta assolutamente legittima e conforme alle prerogative dell’amministrazione comunale individuata, in questo caso, nel perimetro della giunta e delle forze che la sostengono.

Il Sindaco, in particolare, ha rivendicato la paternità e la responsabilità della pagina facebook, facendo capire che la stessa deve corrispondere a quelle che sono le linee della giunta.

La questione però è delicata e non può essere derubricata a mera polemica politica. Basti pensare, quanto ai social, che è prassi del Comune quella di bloccare gli account di cittadini che esprimono opinioni in dissenso.

L’anomalia nasce dal fatto che a Todi la comunicazione è in mano allo “staff del Sindaco”, ossia soggetti assunti per svolgere servizio di “segreteria”, La comunicazione, negli enti pubblici, è disciplinata dalla Legge 150/2000 e, da ultimo da un accordo ANCI / Sindacato dei Giornalisti, ne deriva una netta distinzione tra l’informazione “istituzionale” da quella svolta dal cd. “portavoce” del Sindaco.

La prima è svolta dagli uffici stampa, che hanno una funzione prettamente giornalistica e possono essere composti solo da giornalisti iscritti al relativo albo, i quali curano i rapporti con la stampa assicurando, per legge, il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività.

Al contrario il “portavoce” o “staff” coadiuva il Sindaco nei rapporti di carattere politico istituzionale con gli organi dell’informazione, la sua nomina è di carattere eminentemente politico, poiché fatta direttamente dal Sindaco senza concorso e/o vincoli particolari, è una assunzione a tempo determinato e comunque non oltre il termine del mandato del Sindaco ex art.18 ter D.Lgs.257/2000, Il portavoce quindi risponde del proprio operato e prende direttive solo ed esclusivamente dal Sindaco.

A Todi quindi l’informazione istituzionale è delegata ad un organo di nomina politica, lo staff/portavoce del Sindaco, di conseguenza non c’è nessuna differenza tra informazione e propaganda.

Non è certamente opportuno, se non illegittimo, che in una medesima amministrazione gli incarichi di addetto stampa e di portavoce siano assunti dalla medesima persona.

Non è opportuno, che un soggetto di nomina politica, ancorché in ipotesi iscritto all’albo dei giornalisti, operi surrettiziamente come ufficio stampa.

E sicuramente inopportuno, anche per le conseguenze di natura contrattuale e quindi di responsabilità dell’Ente, che personale assunto per mansioni di segreteria, quindi con qualifica “C”, venga adibito a ruoli professionali per i quali l’accordo ANCI – Sindacato Giornalisti, salvo errori, prevede l’applicazione del trattamento di cui alla superiore categoria “D”.

In definitiva, le testate giornalistiche quando ricevono “comunicati stampa” da parte del Comune di Todi, i cittadini quando leggono le pagine facebook del Comune o vengono esclusi, devono essere consapevoli che quei messaggi, quelle informazioni, la decisione di escluderli dai canali social, provengono da un organo politico, ossia il Sindaco, per mezzo del suo staff.

La domanda quindi è: si tratta di informazione o di propaganda? La risposta la lascio a voi. 

Se qualcuno ritenga che quanto sopra non è vero, per favore, mi smentisca.

CIVICI X Fabio Catterini