Todi una città a senso unico.

Un utile contributo dell’avv. Roberta Marchigiani

L’asso pigliatutto, dopo aver riconquistato senza sforzo lo scranno dal quale era appena sceso, deve aver pensato di essere invincibile e sempre più legittimato a governare Todi ed i suoi abitanti come farebbe un re con i propri sudditi.

Niente ha potuto ammaccare la sua luccicante corona e lo scettro e’ ben saldo nelle sue mani.

Incurante del fatto che è di nuovo sul trono per volere di appena 1/3 degli elettori, percentuale risibile, ingigantita dalla sfiducia nella politica e nel voto, anche nel suo secondo mandato consecutivo, persiste, in modo coriaceo e con animus possidendi, nell’intento di trasformare Todi nella sua città ideale.

” Todi come Positano” sembrava solo una boutade anche quando si è dato inizio alle “pulizie” con l’emanazione dell’ordinanza sindacale contro l’accattonaggio e con le delibere che chiudevano tutti i progetti di accoglienza dei profughi.

Ben presto, il maquillage per valorizzare la vocazione turistica di Todi trovava gli strumenti del mestiere nel nuovo piano di arredo urbano, realizzato attraverso scelte calate dall’alto, senza preavviso, né consultazione o condivisione con chi ne avrebbe subito le conseguenze ovvero i residenti ed i titolari delle attività produttive, commerciali e professionali ubicate nel centro storico.

L’attivazione del varco elettronico, la piantumazione dei paletti, la cancellazione di alcuni posti per lo scarico merci, l’impossibilità di effettuare la sosta anche momentanea, l’installazione del mostruoso semaforo ai piedi della del Palazzo del Capitano del Popolo, la soppressione della linea A, sono i provvedimenti con cui l’amministrazione comunale di centrodestra, dopo la cacciata degli Ultimi, ha continuato lo sgombro del Colle.

Per la città a misura del turista sono stati ridisegnati e creati nuovi spazi per la facile collocazione di tavolini, seggiole ed ombrelloni, deviato il transito, vietato l’accesso ai pullman, anche a quelli scolastici, oltre a tutti i veicoli privati tranne quelli autorizzati , sacrificata la Piazza che ha smesso di essere il palcoscenico ideale per i grandi eventi spostati nell’inadeguata location di Piazza del Montarone (concerti di Mogol e Ruggero) o nel teatro comunale (Todi Festival).

La crisi economica e le difficoltà che affliggono il centro storico, si fanno sempre più stringenti e aspettano da tempo soluzioni efficaci da chi si pone alla guida della città, .

L’isolamento a cui l’ha condotto la riqualificazione voluta dall’amministrazione Ruggiano ha aggravato la situazione perché Todi è diventato off limit non solo per i turisti, basta andare in Piazza in queste calde sere di luglio, ma, soprattutto, per i tuderti che evitano accuratamente di salire in centro, fatta eccezione per qualche ricorrente e collaudata manifestazione.

La lenta agonia del centro storico, evidenziata in particolare dalla chiusura dei negozi e dalle vetrine spoglie ed in stato di abbandono, dà la dimensione del fallimento di volere a tutti i costi dare a Todi un target non rispettoso delle sue peculiarità.

Non sarà sufficiente per invertire il trend, l’ annunciata costruzione di un secondo ascensore da affiancare a quello gia’ esistente ne’ quella di altri due o tre ascensori e neanche’ la ristrutturazione del Parcheggio del Mercato Vecchio

Il condizionale è d’obbligo .

Si dice, si mormora, il tempo passa e per il momento si vedono solo quelle che sembrano più che altro prove tecniche per un ascensore costosissimo ed inutile che resiste a critiche puntuali e pertinenti che, però, non hanno trovato ascolto.

L’ennesima decisione imposta ai cittadini che, in questo caso, avrebbero potuto dire la loro attraverso il referendum, uno strumento ormai adottato da molti comuni italiani, rimasto, invece, lettera morta nel nostro Statuto Comunale in assenza del regolamento di attuazione la cui adozione e’ stata bocciata sonoramente in consiglio comunale , senza addurre ragioni, dal Re Ruggiano e dal suoi fedeli alleati.

Vietata ogni forma di democrazia diretta.

Probabilmente, sarà sembrato un sovrano illuminato a chi ha beneficiato di contributi pubblici spesso elargiti più per la fiducia accordatagli che per il valore intrinseco delle manifestazioni e degli spettacoli molti dei quali disertati dal pubblico.

Ancora una battuta di spirito, l’ultima delle serie.

Doveva essere solo un’opera di rifacimento del manto stradale, forse un’opera di manutenzione straordinaria, su via Mazzini e via Ciuffelli.

Se la prima tranche di lavori ha rischiato di rovinare le festività natalizie, la seconda ha riservato una vera e propria sorpresa, ossia la creazione di un inspiegabile senso unico, con divieto d’accesso ai veicoli con peso superiore a 3,5 tonnellate, come se la nuova copertura, per i materiali utilizzati o per la messa in posa, non potesse sopportare un peso maggiore, tant’e’ che anche la navetta per il centro storico e’ stata sfrattate da Piazza Jacopone .

Per questo motivo è stato creato un capolinea alquanto problematico, se non anche pericoloso, poiché per arrivarci nemmeno Mago Merlino avrebbe osato inventare quella manovra di inversione della marcia a cui sono costretti gli autisti che la effettuano subito dopo una curva, imboccando in retromarcia un vialetto di accesso ad una abitazione ed ad un parco pubblico, quasi sfiorando chi è seduto ai tavolini di un bar.

Scelta tecnica, scelta politica, imprevisto, necessità?

Intanto nessuno protesta.

Il popolo accetta supino la decisione del Re e dei suoi fedelissimi.

Il disimpegno rende invisibili, il potere ringrazia e continua a regnare indisturbato.