“La beneficenza non può essere accompagnata da opacità ed è per questo che serve chiarezza sulla raccolta fondi promossa da ‘La Rosa dell’Umbria Odv’ per l’ospedale di Pantalla, con alcune strumentazioni mai arrivate, una differenza tra la somma che sarebbe stata raccolta e quella effettivamente spesa e addirittura minacce di querele da parte del sindaco di Todi, Ruggiano, a chi ha provato a chiedere conto di quanto avvenuto”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, che annuncia una interrogazione per “fare luce su una vicenda che getta delle ombre su un’iniziativa positiva per una struttura sanitaria che, come tutte le altre dell’Umbria, si è trovata alle prese con una pandemia mondiale”.
“All’associazione – scrive il capogruppo Dem – è intestato il conto corrente appositamente dedicato alla raccolta fondi per il presidio ospedaliero della Media Valle del Tevere. Raccolta promossa dal Comune di Todi che, ad aprile 2020, sul proprio sito e sui canali social ha reso noto il superamento dei 150mila euro raccolti da utilizzare per l’acquisto di un ecodopler dal costo di 17.080 euro e cinque ventilatori polmonari per un totale di 118.950. Notizia accompagnata dalla documentazione relativa alle fatture e ai bonifici effettuati”.
“Esiste – prosegue Bori – anche la corrispondenza tra la Rosa dell’Umbria e il Direttore della Usl Umbria 1, dove la prima propone le donazioni degli strumenti suddetti e la direzione delibera l’accettazione.
Esiste anche il collaudo dell’ecodoppler e di tre ventilatori polmonari. Le
ombre sul tema, quindi, riguardano il perché non sia mai stata resa nota la
somma raccolta. Tra quello dichiarato dal Comune e quello speso esiste una
differenza di 14mila euro. Ad oggi risultano poi non pervenuti due ventilatori polmonari. In questo quadro si è registrata la polemica politica
tra Ruggiano e il sindaco di Marsciano, Francesca Mele, che non ha mancato di sottolineare come, nonostante il Comune di Marsciano avesse contribuito alla raccolta fondi, non sarebbe stato coinvolto in nessun aspetto decisionale”.
“I cittadini, le imprese e tutte quelle realtà che hanno contribuito alla
raccolta fondi – continua Bori – meritano dunque di avere chiarezza. Qual
è la strumentazione effettivamente donata alla Usl Umbria 1, quali sono e
ragioni della mancanza dei due ventilatori che La Rosa dell’Umbria si era
impegnata a donare e qual è il coinvolgimento del Comune di Todi sono gli
aspetti che ci preme chiarire, per rispetto e dignità di chi ha donato e di
chi – conclude -, in quelle strutture ci lavora e si è impegnato nella
lotta alla pandemia”.
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