Un altro problema molto importante al vaglio di Todi Civica
I dati sui residenti nel comune di Todi ci preoccupano e ci convincono del fatto che le scelte e le strategie sin qui adottate non stiano dando i risultati sperati. Dal 2019 ad oggi, il territorio tuderte ha perso altri 185 residenti, un numero che ci porta appena sopra la soglia dei sedicimila abitanti, con un gap, dal picco degli ultimi 15 anni ( anno 2010 – 17.399 residenti, dati Istat) di 1200 unità. Dati che raccontano una città poco attrattiva, in cui il rapporto fra nascite e decessi è pesantemente a vantaggio del secondo, in cui, nonostante si promuovano iniziative e politiche per la famiglia, non si riesce ad invertire una tendenza che ci porta vicino alla soglia dei Comuni con meno di 15 mila abitanti ( condizioni che ci penalizzerebbe sotto molti aspetti ).
Pur apprezzandone lo spirito, non sono i buoni spesa Natalizi, gli sconti sulle tasse alle famiglie numerose, le feste dei bambini in piazza, la dicitura “Comune Family Friendly” a determinare la crescita demografica. Le famiglie nascono, costruiscono il loro progetto di vita, mettono al mondo dei figli, se hanno la possibilità di far fronte alle tante sfide che una prospettiva bella e piena di responsabilità come questa pone loro.
A poco servono concessioni spot, ma le famiglie vanno messe in condizioni di essere economicamente autonome, di avere una casa e almeno un’occupazione sicura.
Sosteniamo da sempre che ci sia una correlazione diretta fra la capacità di un territorio di offrire lavoro ed occupazione e la possibilità che in quel territorio si trasferiscano nuovi residenti, o, che almeno, non venga abbandono a favore di altre realtà. Aver puntato esclusivamente sul fattore turistico – ricettivo, senza investimenti strutturali, ma esclusivamente attraverso singoli eventi e manifestazioni, ha di fatto canalizzato gran parte delle risorse disponibili su obiettivi che, nel medio-lungo termine non hanno determinato nuove opportunità di crescita e sviluppo economico. Al contrario, la mancanza di politiche a sostegno della piccola media impresa, dell’artigianato di pregio, dell’agricoltura innovativa, dei servizi del settore terziario, ha prodotto un arretramento ed un impoverimento del tessuto economico, con ripercussioni anche sul settore del commercio. Ovviamente la pandemia ha ampliato e acuito i problemi, ma non determinato un trend che nasce in precedenza.
Riteniamo sia arrivato il momento di riflettere su questi numeri e valutare percorsi diversi da quelli sin qui adottati.
TODI CIVICA
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