Ricordo di Aldo Chinea

Aldo Chinea in Consiglio Provinciale

Nel suo ultimo numero Il Tamtam ha pubblicato un bel ricordo di Aldo Chinea a firma di Pier Francesco Quaglietti, Graziano Barberini e Bruno Bertini. E l’Osservatore Tuderte non può non associarsi al ricordo per due motivi: il primo  è certamente il contenuto dell’articolo che ci permette di ricordare un personaggio di Todi che molto ha operato, anche con la sua coerenza ideologica, per la nostra città; il secondo, non meno importante, è il giusto e corretto tentativo di recuperare alla nostra comunità una memoria del passato.

Su questo elemento desidero soffermarmi proprio perché la memoria e la conoscenza del nostro passato e degli uomini che per la nostra comunità si sono impegnati con amore e convinzione, e naturalmente con competenza, va recuperata e tutelata. Oggi il culto della memoria è invece un elemento trascurato, come se in qualche modo non ci interessino più né il nostro passato né le persone che si sono impegnate per migliorare la città e la civile convivenza. Il tutto senza preclusioni di carattere ideale o di partito.

E sotto questo aspetto Aldo Chinea è stato esemplare. Chi l’ha conosciuto ha subito costatato la sua calma, la sua correttezza nell’operare anche in situazioni complesse, e non solo politiche. Ma va rilevata innanzi tutto la sua coerenza politica e morale. Aldo Chinea a 14 anni, e con l’entusiasmo giovanile per la Patria, aveva partecipato all’ultimo periodo della storia fascista, la Repubblica di Salò, partendo volontario. Dopo l’avvento della Repubblica aveva proseguito con coerenza a perseguire i suoi ideali politici, come non molti altri avevano fatto. Anche a Todi si era assistito a cambiamenti repentini di partito, molto spesso premiati da incarichi e prebende.

Chinea invece è rimasto fedele ai suoi giovanili ideali politiche fino all’ultimo ma con la razionalità, la calma e il rispetto degli altri che lo caratterizzavano. Chi l’ha visto operare in Consiglio Comunale, eletto con il M.S.I. (Movimento Sociale Italiano) lo ricorda innanzitutto per l’assenza di ogni forma di estremismo, la pacatezza del suo ragionare, il rispetto per le istituzioni. Nessuno scontro da piazzaioli, nessuna verbosità offensiva, ma solo ragionamenti pacati e discorsi rispettosi. Per lui, come non avvenuto a volte con altri, il consiglio era il luogo dove si operava per il bene della città.

Anche a livello personale mostrava lo stesso rispetto e la stessa pacatezza. Ma non si poteva non rilevare anche la competenza con cui affrontava vari argomenti pur con la sua angolazione. Sbagliato però definirlo, in modo dispregiativo, come allora accadeva, ‘fascista’. Aveva creduto nei suoi ideali e li aveva custoditi. E come segretario provinciale del M.S.I. aveva mostrato notevoli capacità politiche e organizzative.

Mi sembra giusto però concludere questo ricordo di Aldo Chinea con un aspetto certamente ignoto ai più, quello poetico. Una rivista pubblicata dell’Haec Associatio Tudertina Universitarium pubblicata nel 1952 con il titolo ‘Putiferio’. Allora non erano molti i privilegiati che potevano continuare gli studi universitari; e c’era quindi l’associazione degli studenti universitari che organizzava una festa annuale che culminava nel ‘processo alla matricola’. Nella rivista fu pubblicata anche una poesia firmata ‘Chinea’, certamente Aldo Chinea, allora poco più che ventenne. E’ la poesia di un giovane che medita sulla vita. E mi piace ricordarlo con le sue parole e in tal modo valorizzare non tanto il partito  e l’attività politica, ma l’uomo:

Memento

 Triste domenica questa

Eppure il cielo fu bello e pieno di voli.

Ma il canto degli uccelli

Non ha eco nel cuore.

Pensieri di solitudine

Non confortati dal pianto

Che talvolta riempie

Chi non vuole speranze

Ma chiede soltanto certezze

Che nessuno sa dare.

Domande scagliate nel Nulla

Con violenza sovrumana.

Risposte che sono evasioni

Verso la prigionia della Vita:

‘’Io non sono che il Nulla

Invano

Tu interroghi o uomo’’