IL GIOCO DELLE TRE CARTE DELLA LEGA E DELLA CONSIGLIERA PEPPUCCI SULL’OSPEDALE DI PANTALLA

Il commento alle vicende ”ospedale” di Umberto Magni. Polemica con Tesei e Peppucci.

Il consigliere regionale Peppucci, leghista

C’è da rimanere sbigottiti di fronte a quanto successo una manciata di giorni fa in Consiglio Regionale. Giova, a questo punto, fare un breve riassunto di quanto è accaduto.
Si doveva discutere e mettere ai voti il Piano di potenziamento della rete ospedaliera elaborato dalla Giunta Tesei e dall’assessore Coletto (proconsole veneto in terra umbra imposto direttamente da Capitan Mojito), richiesto dal Governo nazionale per meglio affrontare questa nuova fase di emergenza sanitaria legata al Covid-19. Un piano che indebolisce la sanità territoriale per lasciare campo libero ai privati, non rafforza i dipartimenti di prevenzione e non affronta minimamente il problema del sotto organico del personale del nostro sistema regionale sanitario. Un piano, infine, nato senza aver coinvolto i territori e i lavoratori della sanità, i cui oneri finanziari sono totalmente in capo allo Stato, visto che la Regione non destina ad esso che qualche spicciolo.
In questo quadro preoccupante, dove è stato decretato che l’unico ospedale che non riceverà alcun finanziamento nell’ambito del Piano suddetto è proprio quello di Pantalla (quale immensa sfortuna!), le opposizioni hanno dato prova di un grande senso delle istituzioni. Infatti, oltre a proporre alcuni sensibili miglioramenti del Piano (vedasi, ad esempio, il lasciare cadere l’idea dell’ospedale da campo dedicato al Covid, un’autentica follia su cui già la Corte dei Conti sta esercitando le proprie prerogative di controllo contabile) hanno ritirato un proprio ordine del giorno per convergere su uno unitario teso a chiedere il potenziamento dell’Ospedale della Media Valle del Tevere nell’interlocuzione che la Regione sta avendo con il Governo.
Differentemente, la consigliera Peppucci ha utilizzato l’ordine del giorno congiunto di maggioranza e minoranza per gettare discredito sui colleghi consiglieri e sull’operato del Governo nazionale, dimostrando, oltre alla poca eleganza politica, una sensibilità pari a zero verso le esigenze dei cittadini della Media Valle del Tevere. Una genealogia delle colpe politiche sull’Ospedale di Pantalla, quella sviluppata nel suo intervento, che è partita dall’ultima legislatura regionale di centrosinistra per sfiorare gli antichi Romani e l’era mesozoica. Mancavano solo i due liocorni!
Ebbene, diamo una notizia alla consigliera Peppucci e alla Lega: la sostanziale “chiusura” dell’Ospedale di Pantalla e la sua totale riconversione a presidio Covid durante il picco dell’emergenza sanitaria sono responsabilità della Giunta regionale da loro tanto osannata.
Si vuole il potenziamento del nostro nosocomio con tanto di terapia intesiva e rianimazione? Quale migliore occasione del prossimo Piano Sanitario Regionale che dovrà essere approntato nel 2021? Questo, tanto per capirsi, perché la programmazione dell’assistenza ospedaliera – come da ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni sancita nel Titolo V della Costituzione – pur sempre nel quadro di linee di indirizzo nazionali è devoluta alle Regioni. Strano che l’esponente di un movimento politico che per anni ha fatto del decentramento e dell’attribuzione di maggiori competenze alle Regioni e agli enti locali le proprie ragioni genetiche se ne dimentichi.


Se ne è dimenticato anche il suo collega di partito Briziarelli, che in Senato ha chiesto pietosamente al Governo di decidere su cose per cui la Regione ha già piena autonomia e competenza. La prossima volta, magari, perché non appellarsi anche all’Assemblea Generale dell’Onu?
Questo giochetto propagandistico di ergersi a difensori dell’Ospedale di Pantalla a Roma per poi agire entro i confini regionali riducendolo ad una scatola vuota non funziona più. I cittadini della Media Valle del Tevere pretendono di riavere ora il proprio ospedale di base con tutti i servizi presenti prima dell’emergenza Covid. Di ciò è competente la Regione e su questo non sono più tollerabili mezzucci e bugie sulla pelle delle persone. Poi, dopo aver riattivato completamente l’Ospedale di Pantalla con i servizi che gli erano propri fino a qualche mese fa, ben si potrà pensare ad un suo potenziamento in vista del prossimo Piano Sanitario Regionale, magari trasformandolo auspicabilmente in Ospedale DEA di I livello.
Non si può chiedere, però, il suo potenziamento e contemporaneamente sottrare i servizi esistenti, come stanno facendo la Giunta Tesei e la Lega! Non stiamo chiedendo l’impossibile: prima va rimesso in funzione completamente l’Ospedale, soprattutto il reparto della Chirurgia (snodo cruciale per qualsiasi presidio ospedaliero, rendendola operativa anche di notte e nel fine settimana); dopo si potrà pensare a programmare il potenziamento della struttura.
Da quando è entrata in carica, la Giunta Tesei ha portato avanti senza tentennamenti il proprio programma atto ad indebolire la sanità territoriale e di prossimità e a favorire i privati. L’emergenza Covid è caduta come manna dal cielo, perché ha reso possibile un’accelerazione di tutto questo. L’Ospedale di Pantalla è stato prima “chiuso” e convertito interamente a polo Covid; poi riaperto, ma svuotato dei suoi servizi principali. Non solo, ma nel Piano di potenziamento della rete ospedaliera non si destina un euro ad esso (al contrario degli altri ospedali territoriali) ed addirittura si dispone che, ove avvenisse una recrudescenza della pandemia, verrebbe ancora una volta riconvertito a polo solo Covid.
Si vuole svuotare l’Ospedale di Pantalla rendendolo un grande poliambulatorio senza servizi ospedalieri degni di nota? Lo si dica! Si vuole convertirlo ad Rsa? Lo si dica! Lo si vuole dare in pasto ai privati? Lo si dica! Quelli che non sono più tollerabili sono i giochetti propagandistici sulla pelle delle persone e su un diritto, quello alla salute, costituzionalmente garantito.
La battaglia per l’Ospedale della Media Valle del Tevere dovrebbe unire trasversalmente, visto che stiamo parlando di un qualcosa che tende ad impedire il depauperamento di un territorio e dei diritti di sessantamila persone, private per mesi e mesi di alcuni servizi sanitari essenziali. A quanto pare, però, difendere con garbo e competenza, nelle opportune sedi istituzionali, un servizio pubblico fondamentale per i cittadini della Media Valle del Tevere non sembra essere nelle corde di qualche autorevole rappresentante.