Un intervento di Manuel Valentini, capogruppo PD sul decreto che modifica divorzio e separazione.
Si dice che il livello di civiltà e di progresso di una società, sia direttamente proporzionale alla parità di occasioni/possibilità lavorative/riconoscimento economico ecc… tra uomini e donne. Credo che questa sia una verità tanto incontrovertibile quanto lontana da essere reale. Oggi, in Italia, le donne non hanno né le stesse occasioni, né le stesse possibilità lavorative, né tantomeno (a pari lavoro) lo stesso riconoscimento economico dei colleghi uomini. Dobbiamo poi tristemente ammettere che questo Governo a bandiera giallo-verde (tanto verde) ha peggiorato, o almeno sta tentando di peggiorare la situazione in modo drammatico, anche dal punto di vista delle libertà personali e individuali delle donne, mettendo pesantemente le mani su separazione, divorzio e affido condiviso dei minori. Questo pericoloso tentativo ha un preciso nome e un cognome: DDL Pillon. Il DDL si basa su alcuni capi saldi come il principio della “bigenitorialità perfetta” in caso di separazione tra i coniugi. Questa norma, obbligherebbe i figli minori a trascorrere pari tempo con il padre e con la madre, anche se uno dei due genitori ha una cattiva influenza sul figlio. Ai minori verrà sicuramente garantita una vita meno stabile; due case, due domicili, due stili di vita, due vite separate tra madre e padre. In più sarà di fatto abolito l’assegno di mantenimento, penalizzando il minore che difficilmente avrà lo stesso stile di vita con entrambi i genitori, ma anche il coniuge più debole economicamente (solitamente la donna che per equilibri familiari spesso lascia il lavoro quando nascono i figli).
Oltre questo nel DDL si parla anche di “mediazione obbligatoria” cioè, due genitori che intendono divorziare, prima di arrivare davanti ad un giudice (situazione che diventerà sempre più rara), dovranno intraprendere un percorso con un mediatore genitoriale. Questi provvedimenti di fatto renderanno le separazioni molto più difficoltose, le donne non lavoratrici saranno messe nella condizione di non potersi proprio permettere di lasciare il tetto coniugale, lasciarsi sarà sempre più oneroso (i mediatori genitoriali sono professionisti privati) e visto il dolore con cui si affrontano certe decisioni, emotivamente saranno sempre difficili dato che si trascineranno per tempi molto più lunghi. Ma purtroppo la cosa più allucinante di questa riforma è lo sguardo approssimativo e superficiale con il quale si trattano i casi di violenze familiari. Le vittime di abusi saranno costrette ad avvalersi comunque del mediatore genitoriale, quindi a sedersi allo stesso tavolo del genitore violento. Nei casi di violenza in famiglia bisogna dire che Pillon si è spaventosamente accanito. Il DDL sancisce che: – gli abusi devono essere dimostrati (senza specificare in che modo); – il figlio, anche se non vuole, deve vedere il genitore violento; – davanti ad una donna che trova salvezza in un centro antiviolenza, l’altro genitore può chiedere l’intervento dell’autorità di pubblica sicurezza, che su mera segnalazione del genitore, può prendere i minori e riportarli nella casa di famiglia in cui è ancora presente il genitore violento. È chiaro che invece di dare gli strumenti per fuggire e denunciare situazioni di violenza, le vittime in questo modo vengono abbandonate e ancora più isolate! Sicuramente il diritto di famiglia in vigore ha dei limiti e va sicuramente migliorato, attualizzandolo alle realtà odierne. La riforma proposta dal Senatore della Lega Simone Pillon non corregge niente, peggiora drammaticamente la situazione.
Manuel Valentini-Capogruppo Pd
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