Il centrodestra approva una modifica al regolamento sulle mense scolastiche definendo che “non verranno accolte le istanze di iscrizione ai servizi presentate da coloro che non dovessero avere saldato il pagamento dei pasti consumati dai propri figli nel precedente anno scolastico”.
A questa modifica, io e gli altri consiglieri di opposizione, abbiamo votato contro.
Le ragioni che ho rappresentato nel corso del dibattito sono le seguenti.
Va premesso che condivido pienamente l’amministrazione comunale quando si pone il problema di come recuperare le rette per le mense scolastiche non pagate ( l’ultimo dato è di circa 60 mila € ). Questo perché la qualità di un servizio che si occupa dell’alimentazione dei nostri figli va tutelata, sostenuta e migliorata quotidianamente. I mancati introiti, pertanto, non consentono il perseguimento di questi obiettivi e vanno a discapito del servizio stesso.
Ovviamente va fatta una distinzione fondamentale tra chi non può pagare, perché incorre in oggettive e riscontrabili difficoltà economiche familiari e chi, invece, pensa di fare il furbo, approfittandone.
In questo secondo caso l’amministrazione comunale deve intervenire in maniera netta e senza indugi, per tutelare il servizio e chi, onestamente, magari con sacrificio, paga regolarmente.
Ma dove non condivido le scelte dell’amministrazione comunale?
Non iscrivere l’alunno, i cui genitori senza giustificazione non pagano, penalizza soprattutto l’alunno stesso, che del cattivo comportamento dei genitori è, a sua volta vittima. Questo determina una situazione in cui l’ente pubblico, per punire i genitori, in realtà, punisce i figli incolpevoli.
Non mi dilungo, tra l’altro, nella descrizione di quanto complessa possa essere, poi, la gestione di chi deve separare alunni che hanno accesso alla mensa e alunni che devono mangiare in uno spazio diverso o uscire da scuola per poi rientrare.
Ho provato a spiegare che si può adottare una linea dura anche con azioni che incidono direttamente sui genitori inadempienti e sul loro patrimonio. Alcuni Comuni emettono sanzioni, altri dispongono il blocco amministrativo dell’auto, pignoramenti e via dicendo.
Qualunque ipotesi possa essere utile a recuperare crediti e a disincentivare la possibilità di non pagare va valutata.
Ma far scontare ai bambini le mancanze dei genitori, facendoli crescere in una società che, ai loro occhi, li isola, li ghettizza, li fa sentire diversi, per qualcosa che non possono capire e giustificare, credo sia un grave errore.
Il Comune deve tutelare il servizio, coloro che ne usufruiscono, chi correttamente lo paga, ma anche quei ragazzi che, incolpevoli, non possono pagare le mancanze dei genitori.
Floriano Pizzichini
Consigliere Comune di Todi
Todi Civica
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