Abbiamo seguito con molta attenzione e apprensione le ultime vicende che vedono protagonista (ancora una volta!) l’Assessore alla Famiglia del Comune di Todi. In poco più di un anno la Dott.ssa Marta – che ci ha abituato sin da subito ad iniziative preoccupanti e tutt’altro che condivisibili – non è riuscita a mettere in campo nessuna idea di sviluppo sociale in grado di fornire e garantire risposte ai bisogni sempre più crescenti del nostro territorio.
L’ultima vicenda a vederla protagonista riguarda una gara per “l’assegnazione del servizio di accompagnamento scolastico su scuolabus rivolta esclusivamente ad associazioni di volontariato” che esclude inderogabilmente tutte le aziende che hanno al loro interno contratti di riferimento e personale regolarmente inquadrato e retribuito.
E allora sono tre le questioni che la Dott.ssa Marta – e l’intera Amministrazione Comunale – nascondono sotto la sabbia.
La prima.Il Comune di Todi garantisce il servizio di accompagnamento a bordo degli scuolabus da sempre avvalendosi di collaborazioni con il terzo settore. Il servizio è, ovviamente, uno dei più delicati poiché coinvolge bambini di età compresa tra i tre e i dieci anni. Ciascun accompagnatore diventa responsabile– più o meno – di una ventina di bambini per circa un’ora ad ogni servizio svolto. E allora la domanda nasce spontanea. Il bando prevede delle garanzie, dei requisiti di partecipazione specifici per lo svolgimento del servizio? Assolutamente no!
La seconda.Nel servizio di accompagnamento, attualmente, sono coinvolte circa venti donne con regolare copertura contrattuale di lavoro che le tutela, ad esempio, in caso di malattia, infortunio e maternità. Per la maggior parte di questi venti donne il servizio rappresenta l’unica o la principale fonte di reddito. Per chiarezza, stiamo parlando di persone che svolgono un’attività lavorativa che va da un minimo di un’ora a un massimo di quattro ore al giorno. E anche qui, allora la domanda nasce spontanea: Il bando prevede delle garanzie per queste lavoratrici? Assolutamente no! Quali garanzie possono essere offerte a queste donne lavoratrici se, di fatto, il servizio di accompagnamento scolastico passa da essere considerato “mansione lavorativa” ad attività di volontariato?
E allora arriviamo alla terza questione. Si può decidere che un’attività lavorativa non venga più considerata tale? Si può dire a venti lavoratrici che, da Settembre, non andranno a lavorare ma a prestare attività di volontariato? Sappiamo bene che questa scelta riduce nella sostanza la spesa del 40%. Non si può risparmiare altrove? Per esempio sui contributi dati a pioggia ad associazioni che, a Todi, organizzano esclusivamente serate o divertimento?Perché a pagare il prezzo dei tagli di bilancio devono essere sempre le classi sociali più deboli?
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle lavoratrici coinvolte impegnandoci a mettere in atto quanto necessario per chiedere una sospensione immediata del bando di gara.
Partito Democratico Todi
Commenti recenti