
Gen 12
M5S TODI: L’AMMINISTRAZIONE SI ATTIVI PER ASCOLTARE E DARE SUPPORTO AI CITTADINI E ALLE IMPRESE TUDERTI.

Gen 09
DIMISSIONI FERRUCCI. CHAPEAU, PROFESSORE di Giuseppe Castellini
Il commissario dell’Adisu (Agenzia per il diritto allo studio universitario), Luca Ferrucci, si è dimesso dall’incarico ricevuto circa 16 mesi fa dalla giunta regionale, ad agosto. Peccato, perché il professore (Ferrucci è Ordinario all’Università di Perugia, facoltà di Economia) già in questi 16 mesi ha dimostrato che la sua amministrazione, se fosse durata, sarebbe stata molto positiva, fondata su progetto strategico chiaro che Ferrucci ha più volte spiegato, anche su queste colonne e in una bella intervista andata in onda nella trasmissione ‘Economia – Le Interviste’ sul canale 11 – Trg del digitale terrestre.
La Regione ha reagito bollando come “incomprensibili” le sue dimissioni. Invece a mio parere sono comprensibilissime.
Il nodo, è inutile girarci intorno o porlo in forma dubbiosa come alcuni hanno fatto, è la questione dello studentato vicino a San Bevignate, la famosa chiesa che è uno dei gioielli di Perugia. Una vicenda che inizia nel 2004 e che per un po’ di anni, mentre percorreva tutto l’iter amministrativo, nessuno ha sollevato, benché la costruzione prevista fosse di notevoli dimensioni. Tutti d’accordo: Regione, Comune e Università.
Fino a quando, un paio di anni fa o giù di lì, inizia un movimento cittadino di protesta che porta in evidenza la questione (purtroppo la stampa umbra e in particolare perugina, e dico tutta comprendendo anche me che allora dirigevo il Giornale dell’Umbria, si era fatta passare la questione sotto il naso, ignorandola e saltandoci sopra solo dopo che altri l’avevano fatta scoppiare), sollevando un grosso clamore perché sostenuta dall’opinione pubblica di Perugia in maniera crescente. Portando due motivazioni di fondo assolutamente ragionevoli: primo, fare uno studentato di quelle dimensioni lì era del tutto inopportuno, vista la vicinanza di un bene culturale importante come la chiesa di San Bevignate, un vero gioiello artistico e culturale. La realizzazione di una struttura di quella caratura avrebbe, insomma, penalizzato il pregio di San Bevignate. Secondo, non si capiva perché si fosse scelta per lo studentato proprio quella zona, dove i servizi sono praticamente assenti. E ciò mentre era pienamente in corso l’operazione Monteluce e il centro continuava a spopolarsi e a declinare. In più, l’emorragia di iscritti all’Università di Perugia (ben taciuta negli anni, tanto che i dati ufficiali del declino degli iscritti all’Ateneo sono venuti fuori l’estate appena trascorsa grazie questa volta alla stampa che ha reperito le cifre del Ministero), nel frattempo si era fatta grave e una struttura di quelle dimensioni non si sa bene chi avesse dovuto accogliere.
Senza contare poi che, sulle strategie delle residenze per studenti universitari, oltre alla realizzazione dello studentato a Monteluce (riattivato come cantiere proprio da Ferrucci e che sarà consegnato a breve), il piano del commissario prevedeva la centralità nella ristrutturazione attuale e futura delle residenze nel centro storico, come detto in sofferenza per tanti motivi.
Ma la questione, per farla breve, è che intanto le procedure amministrative erano state tutte espletate e l’appalto dell’opera era stato affidato, per 12 milioni di euro.
Regione e Comune, davanti a un movimento di opinione come quello che si era creato, vanno in difficoltà e ondeggiano. Cominciano, all’interno delle Istituzioni, a farsi largo le voci che affermano come quell’opera appaia insensata e non vada fatta. Ma viene detto anche che, visto che l’affidamento dei lavori era stato effettuato, il rischio è di dover pagare alla dita una penale del 10% dell’importo, quindi 1,2 milioni di euro. Però il clima è quello di trovare una strada per evitare la realizzazione dell’opera.
La questione si trascina, i cittadini sono convinti di aver sollecitato la volontà politica delle Istituzioni affinché non si vada avanti nella realizzazione del progetto e che, alla fine, nella sostanza la battaglia sia vinta o quasi. Tanto che la vicenda ogni tanto è rispuntata, ma nella sostanza è uscita dalla luce dei riflettori, sotto la quale è molto probabile che tornerà presto.
Ma il fuoco cova sotto la cenere e, tralasciando tutta una serie di passaggi che tratteremo in un prossimo articolo carte alla mano, arriviamo a Ferrucci. Il neo commissario si trova questa patata bollente tra le mani. Di suo considera un grave errore la realizzazione di quell’opera, ma lui è il presidente dell’Adisu e, trattandosi di un bene pubblico, non può di suo danneggiare patrimonialmente l’Ente che è stato chiamato a dirigere. Probabilmente conta sull’appoggio di Comune e Regione per trovare una soluzione che eviti la costruzione di quegli ‘stecconi’ e ha fiducia nella volontà politica a suo tempo, nel pieno della polemica, espressa dalle Istituzioni sul fatto che si sarebbe tentato di tutto, o quasi, per evitare un’opera che la città percepisce come una ferita peraltro inutile. Meno certa la posizione delle Istituzioni accademiche, che non si è mai capito bene come giudichino la vicenda degli ‘stecconi’ a San Bevignate. Perché una cosa è certa: non si tratta di un problema tecnico e amministrativo dell’Adisu, ma è un problema politico che appartiene a tutta la città e quindi tutte a le Istituzioni: Ateneo, Comune e Regione.
Si arriva però – anche qui per semplificare saltiamo passaggi amministrativi e giudiziari – al dunque della famosa sentenza del Tar di un paio di mesi fa, in cui il giudice dà ragione all’Adisu e riconosce quindi il pieno diritto a realizzare l’opera, visto che tutti i passaggi amministrativi erano stati perfezionati o quasi. Si spera nella Soprintendenza. Quest’ultima in effetti in giudizio presenta una valutazione negativa sugli ‘stecconi’, che però agli occhi di giudici appare del tutto insufficiente e molto generica, tanto che nella sentenza lo scrivono chiaramente. Insomma, sembra capire che anche i giudici in cuor loro vorrebbero che quell’opera non si facesse perché appare insensata, ma i giudici applicano la legge e, ai loro occhi, la valutazione negativa della Soprintendenza, per come è fatta, non fornisce alcun appiglio giuridicamente fondato.
Nel frattempo la Soprintendenza, e questo francamente appare sorprendente, non presenta appello contro la sentenza al Consiglio di Stato e così quel verdetto diventa esecutivo. Insomma, la frittata è fatta.
A questo punto Ferrucci ha due strade davanti. Realizzare gli ‘stecconi’ sfidando una città intera e passando alla storia di Perugia come una sorta di Attila – proprio lui che, è noto, vede quell’opera come un’insensatezza – oppure non realizzarla versando la penale di 1,2 milioni di euro alla ditta che si è aggiudicata i lavori. In questo secondo caso rischia di grosso, perché si troverebbe addosso,e da solo, la Corte dei conti che certamente lo metterebbe sotto processo per danno erariale, avendo pagato la penale.
Fin qui la ricostruzione appare abbastanza chiara. Quello che non è chiaro è cosa sia successo in queste settimane. Probabilmente Ferrucci ha sondato Comune, Regione e Ateneo per sollecitare uno schieramento istituzionale che gli proteggesse le spalle, perché la questione è politica e solo se c’è la volontà politica si possono tentare strade amministrative che, in nome dell’interesse pubblico, portino a sventare quel progetto. Ma evidentemente le porte a cui avrà bussato sono restate chiuse, o almeno socchiuse. L’ipotesi è che si sia trovato solo. Sul fronte dalla posizione dell’Ateneo, poi, è probabile che abbia trovato il solito muro di gomma.
La Regione afferma che le sue dimissioni sono ’incomprensibili’, ma è trapelato che il professore abbia allegato alla lettera di dimissioni una serie di pagine in cui, stando ai ‘rumors’, spiegherebbe per filo e per segno le ragioni della sua decisione.
Lasciatemi fare un po’ di dietrologia. Forse c’era e c’è chi, a torto o ragione, magari alla luce dell’iter amministrativo molto avanzato e della sentenza del Tar divenuta definitiva, riteneva e ritiene che quel progetto vada fatto. E pensava di aver trovato chi si sarebbe scottato le dita di quel cerino da tempo acceso. Si sarebbe scaricato tutto sulle spalle del professore, in una sorta di gioco a tressette col ‘morto’, lasciando lindi e pinti tutti gli altri. Ma il ‘morto’ designato s’è dimostrato piuttosto vivo. Riportando la palla a chi la deve giocare e deve spiegare ai perugini: le Istituzioni. Magari, ‘scottandosi’ le dita pure loro.
Da questo punto di vista, se le dimissioni del professor Ferrucci serviranno a spingere a fare chiarezza sulla volontà politica di tutte le Istituzioni, il suo “sacrificio” avrà un significato per la città.
Ricostruzione fantasiosa, la mia? Può essere. Fondata su elementi certi e probanti? Certamente no. Ma credo che molto chiarirebbero quelle pagine, se ci sono, che Ferrucci avrebbe allegato alla lettera di dimissioni. Renderle pubbliche sarebbe davvero interessante. Si capirebbe bene, allora, se le dimissioni di Ferrucci siano ‘incomprensibili’. Io scommetto di no e, nei suoi panni, avrei fatto la stessa cosa. Anche perché il gioco del tressette non mi è mai piaciuto. Soprattutto quando capisco che il ‘morto’ designato sono io.
Quindi chapeau, professore. Perché le dimissioni, in Italia e soprattutto in Umbria, sono cosa rara, e regolarmente le cose in cui si crede cedono il passo, tra mille giustificazioni che non mancano mai, a piccoli interessi ‘particulari’, tanto che il fossato tra Umbria reale e Umbria legale non è mai stato così largo ed è diventato una voragine. E perché, mettendo a nudo ‘il re’, forse chiariranno davvero cosa le Istituzioni pensano di fare. Rispondendone ai perugini e agli umbri. Con le sue dimissioni, insomma, ogni maschera è caduta. Già questo, ai miei occhi e credo a quelli di tanti altri, è un successo.
Gen 09
IL GRUPPO GRIFO AD AMSTERDAM TRA LE ECCELLENZE ALIMENTARI ITALIANE
Vetrina internazionale per il Gruppo Grifo Agroalimentare che fino a mercoledì 10 gennaio sarà ad Amsterdam in occasione della fiera Horecav dedicata al mondo delle eccellenze alimentari per la distribuzione alimentare nei paesi Bassi. All’interno del padiglione BellaVita Expo, in cui trova posto il meglio del made in Italy, ci sono infatti i formaggi del Gruppo Grifo a marchio Norcia il Caseificio 1967 e i prodotti della linea Bell’e cotti della divisione Corradi Umbria e Sapori. “Un’occasione importante per farci conoscere – commentano dalla cooperativa agroalimentare umbra – e per affacciarci al mercato estero”.
Gen 07
Comunicato solidale-Tuderti Cinque Stelle
Il MoVimento Tuderti 5 Stelle, in merito all’iniziativa “Solidarietà in MoVimento”. organizzata dall’1 al 14 Dicembre,
vuole esprimere il più sincero ringraziamento, per le offerte di materiale ricevute nei giorni scorsi, ai cittadini tuderti, agli attivisti umbri, e soprattutto a tutti i bambini che hanno consegnato personalmente i loro amati giocattoli, gli abiti e il materiale didattico.
Questi piccoli gesti non risolvono i gravi problemi che incalzano molte famiglie italiane , ma sicuramente aiutano a restituire momenti di serenità in questo periodo dell’anno .
Come anticipato abbiamo provveduto a consegnare il 5 Gennaio le vostre donazioni all’ associazione ONLUS “ Seconda stella a destra “ presso la sede di Pontecuti, siamo stati accolti calorosamente dalla responsabile Federica Buttinelli, dai bambini e ragazzi ospitati dalla struttura e abbiamo avuto il piacere della presenza dell’assessore alla famiglia e alle politiche sociali Alessia Marta.
Un’ emozione unica vedere la gioia nei volti dei bambini quegli occhi lucidi dalla gioia rimarranno per sempre impressi in ognuno di noi
Il nostro primo evento solidale si è concluso con un bilancio che ha superato ogni aspettativa e questo ci da la carica per continuare con iniziative di questo tipo sul territorio e aiutare soprattutto chi ne ha bisogno.
Gen 05
L’AVIS Regionale Umbria, nel messaggio di fine anno ha ribadito la problematica relativa alla carenza di sangue nel territorio umbro
Il Presidente Marchini, sottolinea che nell’arco del 2016 la raccolta di sangue è stata di circa 1900 sacche in meno rispetto il 2015, annotandolo come uno dei cali più importanti negli ultimi trenta anni in Umbria.
“Nel 2017 si è registrata una vera e propria emergenza sangue; sono circa 1500 le donazioni in meno rispetto all’anno 2016 e siamo molto lontani dai valori dell’autosufficienza nazionale
Le maggiori perdite di donatori nel territorio umbro si registrano a Spoleto, Umbertide, Città di Castello, Gualdo Tadino, Perugia e Assisi.
Questo calo è avvenuto soprattutto durante il periodo estivo a causa della presenza in Italia della zanzara Chikungunya e di altri virus contagiosi; per motivi di sicurezza infatti molti donatori sono stati dichiarati temporaneamente non idonei. Siamo riusciti con la tecnologia e la pubblicità a raggiungere un numero maggiore di utenti e ad avere così più donatori ma non abbiamo comunque raggiunto i numeri di 3 anni fa, con circa 5.000 donatori in più. Le strutture sanitarie regionali sono sempre a disposizione per collaborare ma é importante portare donatori e conoscere le periodiche necessità dei servizi sanitari per organizzare la programmazione. Capire le esigenze della sanità è utile per indirizzare le chiamate, seguire il donatore e creare fidelizzazione per avere un rapporto efficace e continuativo con chi viene a donare. Abbiamo anche un altro problema che è la diminuzione del personale addetto ma cerchiamo di andare avanti comunque”.
Dall’altro fronte si è registrato un aumento di donatori dichiarati temporaneamente non idonei per motivi di sicurezza nei confronti dei riceventi, ma a fronte di ciò non vi è stato nessun aumento di donazioni da parte di donatori già periodici né tanto meno da donatori nuovi.
In Umbria, occorrerebbe che affluissero giornalmente un numero di donatori che va dai 140 ai 150. Mentre i veri numeri arrivano a circa 120 donatori, con delle punte minime di 80 o 90. Si necessita, quindi, di una maggiore sinergia tra AVIS, le Aziende Ospedaliere e Sanitarie e la Regione Umbria per conseguire un’efficiente programma di chiamata dei donatori, fidelizzandoli, per garantire il soddisfacimento dei bisogni e un utile servizio di raccolta che si basi anche sulle nuove realtà socioeconomiche e renda ancora più agevole l’accesso dei donatori volontari, garantendo così uno dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Di recente abbiamo diffuso nelle aziende sanitarie un invito alla raccolta di plasma che è possibile anche per chi non può donare il sangue per intero; questo perché molti di quelli che facevano la plasmaferesi ed erano idonei, sono stati reindirizzati alla donazione di sangue completa a causa dell’assenza di sacche”.
Gen 04
L’Amministrazione Comunale di Todi manifesta grave preoccupazione sul futuro del nostro Ospedale di Pantalla.
Da alcuni giorni, infatti, si susseguono voci che danno per imminente la chiusura del laboratorio Analisi.
Ma non solo.
Apprendiamo, dagli organi di stampa, di eventuali iniziative volte al depauperamento del reparto di cardiologia, della probabile chiusura del Reparto di Ostetricia e del trasferimento di alte professionalità mediche verso altri nosocomi regionali.
Al di là del merito di ogni singola operazione, appare evidente come non si possa continuare a decidere della organizzazione sanitaria della nostra Regione, senza il coordinamento con le amministrazioni locali, senza un confronto sulle esigenze dei territori e, per di più, senza un quadro di riferimento complessivo che possa dare il senso di una pianificazione lungimirante ed attenta ai problemi degli utenti.
Siamo sicuri che la Regione non voglia sacrificare le sacrosante esigenze di tutela della salute pubblica davanti all’arido altare di questo o quel risparmio, con il rischio, che si palesa ogni giorno più evidente, che una struttura, come l’ospedale della Media Valle del Tevere, pagata solo pochi anni fa cinquanta milioni di euro di soldi pubblici, possa diventare una cattedrale nel deserto.
La nostra città ha già subito un danno enorme dalla scelta di chiudere l’Ospedale all’interno del centro storico e non merita di perdere ulteriori servizi essenziali per centinaia di famiglie.
La Amministrazione comunale vigilerà affinché ai cittadini tuderti continui ad essere garantita la possibilità di poter fruire dei servizi nell’ospedale cittadino, scongiurando il rischio della perdita di un punto nascita di altissima qualità, della chiusura di servizi essenziali di analisi e di diagnostica, con il rischio dell’ulteriore allungarsi delle liste di attesa.
Siamo certi che la nostra Presidente stia lavorando affinché la sua città non possa subire delle scelte che vadano a detrimento delle esigenze dei tuderti.
Confidiamo in lei, quindi, affinché la Presidente Marini e l’Assessore Regionale Barberini si impegnino a chiarire quale futuro si preveda per il nostro Ospedale, per il bene dei nostri concittadini.
Nelle prossime settimane, in tal senso, chiederemo un incontro con la amministrazione regionale, che possa rassicurare i nostri concittadini.
Dic 31
Corriere dell’Umbria,nuovo direttore.Floriano Pizzichini saluta Anna Mossuto
Dal primo gennaio il Corriere dell’Umbria avrà un nuovo direttore. Lascia, dopo nove anni, la Dott.ssa Anna Mossuto. Una donna, una professionista, tenace, coraggiosa e di grande personalità, capace di dirigere, promuovere e re-inventare ( nel tempo di internet) il giornale degli umbri. Una direttrice libera ed intellettualmente onesta, che ha garantito in maniera equilibrata il diritto di informazione, offrendo, attraverso il Corriere, uno strumento non solo di comunicazione regionale, ma anche una quotidiana occasione di crescita e sviluppo culturale alla società umbra. Memorabili gli editoriali della domenica, firmati dalla direttrice Mossuto; acuti, mai banali, spesso graffianti, ma sempre lucidi e lungimiranti.
Alla sua direzione si devono iniziative che sono diventate un cult della nostra regione. Una su tutte, “l’Umbria che Eccelle”, manifestazione che nel coniugare informazione, territorio ed innovazione, ha garantito per anni ampia notorietà a centinaia di aziende del territorio, contribuendo, non solo sul piano della comunicazione, alla crescita e allo sviluppo delle stesse. A lei, da cittadino, prima che da rappresentate delle istituzioni comunali, va il più sentito e sincero ringraziamento, per la passione, la dedizione e, mi permetto di dire, l’amore con cui ha guidato il Corriere dell’Umbria. Mi auguro, anzi sono certo, che tanta professionalità e serietà troveranno ancora spazio nell’informazione del nostro Paese, perché le passioni non si regolano per contratto. E perché fra i ricordi più belli che negli anni vorro’ conservare, c’è il mio bar, l’odore mattutino del caffè ed il Corriere dell’Umbria, di Anna Mossuto.
Floriano Pizzichini
Dic 31
Moreno Primieri,Assessore ai Lavori Pubblici -Urbanistica “Nel mio settore abbiamo constatato carenze e ritardi della precedente amministrazione”.La nuova caserma dei Carabinieri ? In zona Crocefisso
Lavori Pubblici
1. Definita la ristrutturazione di tutta la impiantistica e l’efficientamento energetico del Palazzo del Capitano del Popolo per un totale di € 426.668,10 finanziato dalla Regione e dal GSE – Inizio dei lavori prevista per l’8 Gennaio 2018;
2. Stanziamento di € 12.000,00 reperiti dal bilancio comunale per il completamento del percorso pedonale da Via Termoli a Porta Orvietana;
3. Studio di fattibilità nuova scuola di Collevalenza – importo stimato € 2.1000,00 circa;
4. approvato progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo agli impianti sportivi di proprietà comunale posti in Todi – Ponte Naia – per la riqualificazione, manutenzione e adeguamento dell’impianto per la pratica del tiro con l’arco – progetto per l’accesso al finanziamento del Fondo Coni “Sport e Periferie” – importo € 600.000,00;
5. terminata copertura Palestra di Ponte Rio;
6. ripresi Lavori per completare la Piazza “delle Arti” di Ponte Rio;
7. Uscita dal Servizio di Salvaguardia riservato ai soggetti morosi e rientro nel mercato libero della distribuzione di Energia Elettrica con stima sui risparmi fino al 30% –
8. programma di ottimizzazione e adeguamento della pubblica illuminazione con stanziamento di € 100.000,00. Lavori terminati in Via Menecali (di fronte alla Consolazione) e Anfiteatro Antico di Porta Romana. Prossimamente partiranno in Via Tiberina e Via Sistarelli. Previsti molti oltre 43 interventi anche nelle Frazioni;
9. Gara gestione Cimiteri;
10. fase di avvio lavori del progetto di 5 interventi per la valorizzazione di aree e immobili nel centro storico: investimento € 1.250.000,00. Interventi: 1) il Parco di Beverly Pepper (€ 450.000); 2) Cisterne Romane (€ 200.ooo,00); 3) ex convento delle Lucrezie (€ 160.000,00); 4) Portici Comunali (€ 150.000,00); 5) Sala Affrescata di Via del Monte e Chiese Minori ( € 290.000,00).
Altri interventi ultimati sulla pubblica illuminazione:
1. Via Ciuffelli e Via Mazzini – Aperta la segnalazione per la sostituzione di n. 6 punti luce sotto gronda non funzionanti
2. Via S. Carlo – constatata la mancanza della pubblica illuminazione
3.Via Cesia – Sostituito orologio astronomico
4.Via del Silenzio – Sostituite n. 2 lampade
5.Via del Seminario – tolti n. 2 vetri pericolanti su punto luce e valutata opzioni di cambiare n. 2 corpi illuminanti con led AEC da 60w
6.Via S.Prassede e Borgo Nuovo – Sostituito orologio astronomico
7.Via del Mercataccio – Controllo punti luce tutti funzionanti e aperta la segnalazione per potatura alberature (ippocastani) che ostruiscono la luce
8.Cimitero Nuovo – Aperta segnalazione su palo doppio braccio – Sostituito orologio astronomico
9. Via delle Cerquette – Aperta la segnalazione per alcuni punti luce non funzionanti
10. Illuminazione campanile San Fortunato – Fatta segnalazione all’ufficio manutenzioni per la sostituzione delle lampade non funzionanti in quanto i proiettori sono allacciati al contatore della Chiesa e quindi non può intervenire Enel Sole.
Urbanistica
1. Adozione di Variante al PRG Parte Operativa riguardante n. 14 richieste su tutto il territorio di cui 6 sono rinunce ad eree edificabili, 2 inserimenti di aree edificabili, 1 modifica di destinazione urbanistica, 1 eliminazione tracciato di strada locale di progetto, 1 ampliamento area per attività, 1 incremento di indice di edificabilità, 1 modifica ambito ad attuazione diretta e verde, 1 modifica zonizzazione attuazione indiretta.
2. Adozione Variante al PRG per cambio di destinazione d’uso in Loc. Ponterio
3. Progetto “Tre Borghi sul Tevere, riqualificazione dei borghi antichi di Cecanibbi, Montemolino e Ripaioli” con interventi su: Cecanibbi di € 171.650,00; Montemolino di € 61.405,00; Ripaioli di € 266.945,00 (finanziato dal GAL con quota del Comune);
4. chiusura conferenza di servizi su Argine di Pian di San Martino (25 luglio 2017 conferenza servizi in Regione – 4 agosto 2017 riunione partecipativa con cittadini);
5. Realizzata nuova area di sosta per ricarica di auto elettriche in località Ponterio;
6. Progetto di PSR per la riqualificazione dei paesaggi rurali finanziato per € 800.000,00 circa (Parco del Colle);
Edilizia e Ambiente
1. conclusa istruttoria per rilascio permesso di costruire nuova caserma dei Vigili del Fuoco
2. proposta di collaborazione tra cittadini ed amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani – indicazioni per la predisposizione di atti deliberativi sul progetto “adotta un’aiuola”
3. Pubblicati dati su Controllo dell’aria in Loc. Cappuccini;
4. incontro con ARPA per controlli futuri;
5. bonifica aree di discariche abusive;
6. approvazione nuova fontanella acqua pubblica in Loc. Pantalla;
7. Gestione emergenza sismica con 420 interventi si sopralluoghi effettuati
8. messo a punto il nuovo piano di contenimento piccioni.
Nov 12
Lettera Aperta all’Amministrazione Comunale di Todi di Elio Andreucci
In tutto il mondo si parla dell’inquinamento atmosferico, provocato soprattutto daigas e fumi tossici che fuoriescono dallo scarico delle auto,dalle fabbriche, impianti di incenerimento et anto altro ancora e che rilasciano nell’ambiente tutte quelle sostanze dannose che modificano l’aria che respiriamo. Inquinamento che comporta alte concentrazioni di agenti, che interferiscono con l’attività polmonare dell’uomo, aumentandole malattie respiratorie e quelle cardiovascolari, come pure la formazione di neoplasie. Difronte a questo quadro a dir poco allarmante, che oramai tutti conosciamo ma incredibilmente sottovalutiamo, non si può restare insensibili, indifferenti, come se nulla fosse, specialmente quando i fenomeni sono così tangibili, così reali che ti coinvolgono direttamente ogni giorno, facendoti sorgere oltre al disagio,timori, dubbi, ansia. E quando noti che nemmeno le istituzioni prestano attenzionea questi avvenimenti, allora cominci a chiederti in che mondo viviamo, su chi possiamo contare. E’ una lotta impari che vedrà vincitore sempre il “Potere”, perché tutto gira secondo la volontà del più forte, solo gli interessi economici contano, mentre i valori umani sono destinati ad essere soppressi, omologati a seconda della convenienza, conla complicità dichi a sua voltane saràallo stesso modovittima. Detto questo in maniera molto semplice e sintetica, parliamo più precisamente di casa nostra: Il problema inquinamento riguarda anche l’Umbria e quindi pure Todi,ma dopo tante lamentele, segnalazioni,polemiche, nella nostra città purtroppo non si èancora riuscitia concludereniente, tutto è rimasto incomprensibilmente uguale, irrisolto,indefinito, aleatorio, nel silenzio assenso delle istituzioni. Vorrei proporre al Consiglio comunale di Todi e alla Giunta, di istituire un’apposita commissione, con il compito del controllo ambientale, che verifichi costantemente in sinergia con l’ARPA, non solo la qualità dell’aria, ma gli scarichi abusivi, la presenza di eternit, fonti inquinanti di diversa natura e provenienza, dalle fabbriche all’agricoltura ed altricomportamenti trasgressivi e pericolosi. Tutto a salvaguardia dell’ambiente e della salute della gente, che deve essere sempre e comunque considerato come il primo e assoluto dovere,da parte di chi amministra la comunità.Vorreisperare di essere ascoltato, di potervivere in serenità e dire ancora orgogliosamente: “Todi città vivibile”.
Nov 07
In riferimento all’intervento di Gilberto Santucci su Tamtam Online, in data 6 novembre
Sentirsi appellati con un “fuori gioco” , come espresso da Gilberto Santucci, fa un po’ senso. Non tanto per risentimento personale, che pure è legittimo, quanto per la minimizzazione applicata ad una vicenda lunga trentaquattro anni, che in nessun modo può rientrare in un “gioco” dove compaiono soggetti dell’ultima ora. Noi non siamo “fuori gioco” perché semplicemente non vi siamo mai entrati, proprio in forza del fatto che veniamo da un’altra storia. Conclusi i rapporti con l’Ente Proprietario nel modo che tutti sanno, lasciato il locale e conservato in nostro possesso tutto ciò che, di dotazione, legittimamente ci apparteneva, abbiamo presentato all’Amministrazione Comunale un progetto dove ci dichiaravamo disposti a cederle la suddetta dotazione, cominciando dal proiettore, con la sola condizione di un subentro al debito relativo all’acquisto, ancora insoluto e a nostro carico: dopodiché, ad estinzione del debito, tutto sarebbe appartenuto al Comune, che lo avrebbe usato a suo piacimento. Ci sembrava la logica prosecuzione, seppure in altra sede e con altri soggetti, di un percorso che, si voglia o non si voglia, è inserito nella storia di Todi e lo è non per nostra particolare bravura, ma perché è stata quella storia a volere così, senza che alcuno si sia mai presentato a proporsi in alternativa. Circostanza che, peraltro, avremmo gradito, man mano che si faceva sempre più sentire il doppio peso della lunga gestione e della nostra condizione anagrafica: un capolinea che sentivamo vicino, anche se, per molte ragioni (non solo economiche) pensavamo dovesse avvenire in altro modo. Ma un capolinea comunque avvenuto e noi lo abbiamo tenuto presente anche nel quadro del progetto citato, dove non noi in persona dovevamo figurare necessariamente tra i prosecutori, ma altri, compresi alcuni nostri collaboratori di recente aggregazione. Ed è per questo che, indipendentemente da ciò che il Comune vorrà fare o altri riusciranno a fare, noi non ci sentiamo comparse di alcun “gioco” e non permettiamo a nessuno che, per distrazione o disinformazione, ci allinei a chi entra in campo adesso. Perché una sala cinematografica, quale è stata lo Iacopone, non è né una sede di rassegna né un cineforum a DVD, con i loro percorsi protetti e a termine: è una sala che deve funzionare di continuo e amministrare il cinema corrente, con i suoi costi e il suo imprevedibile pubblico. Cosa che, fino a prova contraria, solo noi, sinora, abbiamo dimostrato di saper fare per più di tre decenni, senza alcun contributo da parte delle Amministrazioni Comunali ( salvo sporadiche iniziative di qualche generoso assessore) e con il solo intervento della Regione a sostegno del collegamento in diretta con i teatri d’opera. Che dunque continuiamo a fare o no del cinema, non conta, perché la nostra è una storia scritta per sempre, mentre altri devono ancora scriverla. Ad altri si dica “fuori gioco”, non a noi.
Manfredo Retti
Francesco Tofanetti
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