GUERRE, ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI E PACE

La parte seconda dell’articolo del dott. Alfonso Gentili

L’ONU fu creata nel giugno 1945, in sostituzione della vecchia Società delle Nazioni, per dar vita ad un’organizzazione internazionale permanente e di carattere universale con il compito e lo scopo di salvare le generazioni futuredal flagello della guerra, di riaffermare i fondamentali diritti dell’uomo, l’eguaglianza  fra gli uomini di tutti i popoli e fra Stati grandi e piccoli e di promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli nella più ampia libertà. Il tutto come sancito dallo Statuto (o Carta) delle Nazioni Unite, cioè l’accordo istitutivo che, in diritto internazionale, è un trattato vincolante per gli Stati membri dopo la sua ratifica e basato sul presupposto di fondo della cooperazione internazionale tra gli Stati partecipanti.

Lo Statuto dell’ONU, adottato nel giugno ’45 a San Francisco a conclusione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’organizzazione internazionale e entrato in vigore nell’ottobre ’45, è ispirato ai principi della Carta atlantica, il documento siglato nell’agosto ’41 su una nave da guerra a largo dell’isola di Terranova fra gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna.Negli otto punti  della Carta i due statisti F.D. Roosvelt (il Presidente democratico del “New Deal” dopo la grande depressione del ’29)  e W. Churchill (il Primo Ministro conservatore del discorso sulla “cortina di ferro” che segnò l’avvio dal ’47 della c.d. “guerra fredda“) ribadivano la condanna dei regimi  nazifascisti e fissavano le linee del nuovo ordine democratico da costruire alla fine della guerra. Tali linee guida prevedevano il rispetto dei principi di sovranità popolare e di autodecisione dei popoli, la libertà dei commerci e dei mari, la cooperazione internazionale e la rinuncia all’uso della forza  nei rapporti fra Stati.

La cooperazione ha luogo negli organi principalidell’ONU e vale a dire nell’Assemblea generale composta dai rappresentanti di tutti gli Stati membri che oggi sono 193 e cioèquasi tutti gli Stati del mondo, oltre due Stati osservatori (la Santa Sede che detiene la sovranità sulla Città del Vaticano e lo Stato di Palestina) e che si riunisce almeno una volta l’anno. La cooperazione  si svolge anche e in particolar modo nel Consiglio di sicurezza, che è un organo permanente incaricato di mantenere la pace e la sicurezza tra gli Stati membri, di evitare che i contrasti sfocino in conflitti  e in caso di guerra di fare tutto il possibile per arrivare alla pace. Il Consiglio è composto da 15 Stati membri, di cui 5 permanenti in quanto membri di diritto eanche con potere di veto sulle decisioni (un veto in tanti casi paralizzante da eliminare e sostituire con la previsione di maggioranze qualificate per le decisioni, al fine di evitare il fallimento anche dell’ONU dopo quello della SdN). I membri permanenti sono gli Stati Uniti d’America, la Federazione Russa (subentrata all’URSS nel dicembre ’91), la Repubblica popolare cinese (nata nell’ottobre ’49dopo la guerra civile vinta dai comunisti di Mao Tse-tung contro i nazionalisti di Chiang Kai-shec), la Gran Bretagna e la Francia, mentre gli altri 10 membri non permanenti sono eletti dall’Assemblea a rotazione ogni due anni. Le “risoluzioni” del Consiglio di sicurezza sono decisioni vincolanti, diversamente dalle “raccomandazioni” emanate dagli altri organi.

Gli altri tre organi dell’ONU sono il Consiglio economico e sociale con 54 membri, il Segretariato e cioè la struttura organizzativa con a capo il Segretario generale e che di fatto funge anche da portavoce e leader dell’organizzazione (dal 2017 Antonio Guterres, politico e diplomatico portoghese) e la Corte internazionale di giustizia (CIG) con sede a L’Aja nei Paesi Bassi, nota anche con il nome di Tribunale internazionale de L’Aia, come principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite in sostituzione della Corte permanente di giustizia internazione del ’22. Le funzioni principali della Corte sono quella di  dirimere le controversie fra gli Stati membri dell’ONU che ne hanno accettato la giurisdizione (la quale riguarda appunto l’interpretazione e l’applicazione del diritto internazionale) e quella di fornire pareri su questioni legali all’Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza. 

La CIG non deve però essere confusa con la Corte penale internazionale (CPI) istituita con la Convenzione (o Statuto) di Roma ossia il trattato internazionale firmato in Campidoglio nel luglio ’98  dai c.d. Stati Parte (che sono 123 tra i quali però non figurano tre membri permanenti del Consiglio di sicurezza ONU (cioè USA, Russia e Cina) e, per stare all’attualità, neanche l’Ucraina. Lo Statuto è entrato in vigore nel 2002 ed è stato modificato nel ’10 (con l’accordo di Kampala che l’ha emendato inserendo, tra l’altro, anche il crimine di aggressione). La CPI è un tribunale sovranazionale per i crimini internazionali con sede sempre a L’Aia ed è competente a processare e giudicare individui (non Stati) responsabili di crimini che attengono alla comunità internazionale, come le violazioni gravi delle convenzioni di Ginevra relative ai crimini di guerra, a quelli contro l’umanità e al genocidio. Per questi crimini c’è anche la possibilità che uno Stato che non fa parte della Convenzione di Roma possa comunque accettare la competenza della Corte con  apposita dichiarazione depositata in Cancelleria.  Nel ’10 è stato come sopra inserito anche il crimine di aggressione, per il quale però è stata  esclusa l’automatica giurisdizione della Corte con la sola dichiarazione unilaterale di accettazione della competenza ed è stato imposto, proprio su specifica richiesta degli Stati Uniti d’America, che entrambe le parti (l’aggredito e l’aggressore) abbiano accettato la competenza della Corte mediante l’apposita dichiarazione. Per questo motivo, nell’attuale conflitto Russia-Ucraina, appare verosimile che la Corte penale potrà procedere, sull’iniziativa già intrapresa dal Procuratore della stessa, solo per crimini di guerra o contro l’umanità ma non per il crimine di aggressione in quanto non hanno aderito alla CPI nessuno dei due Stati in guerra e salvo che anche la Russia faccia la dichiarazione (assai improbabile) di accettazione della competenza della Corte.  

Il mantenimento della pace (peacekeeping) internazionale avviene o dovrebbe avvenire attraverso l’impiego di unità della forza militare d’emergenza non combattente  dell’ONU, creata nel ’56 in occasione della crisi di Suez e composta da circa 46.000 uomini, i c.d. “caschi blu” dal colore dell’elmetto. Essi intervengono in qualità di osservatori del mantenimento dei patti stabiliti oppure come incaricati di attuare ogni azione necessaria per mantenere o ristabilire la pace in aree di crisi  e la sicurezza internazionale, ma (purtroppo) operano solo col consenso dei Governi degli Stati interessati. I caschi blu sono messi a disposizione, di volta in volta, da alcuni Stati secondo le esigenze per decisione del Consiglio di Sicurezza e sono posti sotto la guida del Segretario Generale delle NU. Hanno ricevuto il Nobel per la pace nel 1988. Le operazioni di peacekeeping di prima generazione svolte dai caschi blu nel periodo tra il ’48 e la fine degli anni ’80 sono state caratterizzate da funzioni prettamente militari come il controllo del rispetto del cessate il fuoco e la creazione di zone cuscinetto tra le parti, affidate a contingenti di forze armate multinazionali. Le operazioni di peacekeeping di seconda generazione si sono sviluppate a partire dalla fine della c.d. “guerra fredda” quando in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU si è potuto raggiungere un po’ più facilmente il necessario consenso di tutti i cinque membri permanenti (purtroppo sancito dallo Statuto e da modificare). La forza di emergenza svolge compiti di carattere umanitario ma anche funzioni di peacebuilding (costruzione di pace) per aiutare gli Stati distrutti da guerre civili a ricostruire le istituzioni politiche e il tessuto sociale. Svolge inoltre le importanti funzioni previste dallo Statuto al capitolo VII relativo ad “Azioni rispetto alle minacce alla pace, alle violazioni della pace e agli atti di aggressione“. Tali iniziative si qualificano come operazioni di peaceenforcement (imposizione della pace) in quanto il loro mandato è esteso all’uso della forza ai fini della Sicurezza collettiva, sempre però con i prescritti consensi.

Nel frattempo l’Assemblea generale dell’ONU, con la risoluzione n. 39/11 del 12 novembre 1984, ha anche approvato la Dichiarazione sul diritto dei popoli alla Pace, nella quale ha affermato un diritto di tutti i popoli della Terra alla pace  e che la salvaguardia e la promozione di questo diritto costituisce obbligo fondamentale per ogni Stato.La Dichiarazione sottolinea inoltre che la politica degli Stati deve tendere all’eliminazione delle minacce di guerra esoprattutto di quella nucleare, all’abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali in base allo Statuto delle Nazioni Unite, ma si tratta (purtroppo) solo di una semplice “raccomandazione”.

Il Consiglio d’Europa (CdE),da non confondere con il Consiglio europeo  né con il Consiglio dell’Unione europea che sono invece due dei sette organi decisionali -le c.d. istituzioni- dell’UE, è l’organizzazione internazionale fondata nel maggio ’49 con il trattato di Londra con lo scopo di evitare la ripetizione delle atrocità della seconda guerra mondiale e che interviene per il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. I principali organi del CdE sono l’Assemblea parlamentare di 306 componenti costituiti da Delegazioni di parlamentari degli Stati membri, il Comitato dei Ministri quale organo decisionale che è composto dai Ministri degli Esteri degli Stati membri e che ne rappresenta direttamente i Governi, il Segretario generale, il Congresso dei poteri locali e regionali e la Corte europea dei diritti dell’uomo. Ha sede a Strasburgo (Francia) nel Palazzo d’Europa (che è stato anche sede provvisoria del Parlamento europeo tra il ’77 e il ’99) e conta attualmente 46 Stati membri, compresi i 27 dell’UE. La Federazione Russa vi aveva fatto ingresso nel febbraio ’96 con il Presidente B. ELtsin, primo Capo di Stato della nuova Russia e supportato dal Partito Democratico di Russia liberal-conservatore,ma ne è uscita nel marzo 2022 dopo essere stata sospesa da parte del Comitato dei Ministri a seguito dell’aggressione all’Ucraina (anch’essa membro del CdE dal novembre ’95 ma non anche dell’Unione Europea alla quale ha presentato domanda di adesione solo il 28 febbraio ’22, quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione ordinata dal Capo di Stato russo V. Putin al suo terzo mandato presidenziale. L’attuale Presidente ucraino V. Zelenskyi è stato invece eletto nelle presidenziali del marzo ’19 quale leader del partito Servitore del Popolo da lui fondato insieme a I. Bacanov nel dicembre ’17  come forza filorussa che si opponeva alla c.d. politica di ucrainizzazione e che poi è cambiato a partire dal ’19 diventando un partito nazionalista, populista, libertario e filo-atlantista soprattutto dopo l’aggressione russa. In particolare il CdE ha predisposto e adottato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) firmata a Roma nel novembre ’50 e ha anche istituito nel ’59 la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) con sede appunto a Strasburgo, come organo giurisdizionale internazionale permanente per la tutela di tali diritti. La Corte EDU non fa parte dell’Unione Europea e non deve essere confusa con la  Corte di giustizia dell’UE (CGUE) che ha sede in Lussemburgo nelle c.d. due torri gemelle e ha invece competenza sull’applicazione del diritto comunitario.

Con il trattato di Bruxelles del marzo ’48 era stata avviata da Regno Unito, Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi bassi l’Unione Europea Occidentale (UEO), un’organizzazione internazionale di carattere regionale a scopi militari difensivi in caso di future aggressioni da parte della  Germania oppure dell’Unione sovietica. Nei primi anni ’50 era stato anche ideato e proposto dalla Francia, con il sostegno dell’Italia di De Gasperi, un importante progetto di collaborazione militare tra gli Stati europei per la creazione di una Comunità europea di difesa (CED) che fuapprovato nel ’52 dai sei paesi membri della Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA),creata nel ’51 ancheper il controllo della produzione delle due materie prime dell’industria bellica. La CECA ha precorso il processo di integrazione europea sognato da Altiero Spinelli, uno dei prigionieri politici del regime fascista autori del Manifesto di Ventotene, documento base del federalismo europeo a sostegno di un’Europa unita e di una Costituzione europea.

L’integrazione europea ha poi preso avvio con l’istituzione, mediante il trattato di Roma del marzo ’57,  della Comunità Economica Europea (CEE) sempre a sei Paesi (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi). Il Regno Unito è entrato nella CEE al suo primo allargamento nel ’73, insieme alla Danimarca e all’Irlanda e la stessa dal ’93 è stata rinominata Comunità europea (CE). A seguito del fallimento del citato progetto della CED per un ripensamento della Francia, il trattato UEO del ’48, dopo l’adesione anche della Repubblica Italiana e della Repubblica federale tedesca (RFT), venne modificato con gli Accordi di Parigi del ’54  dando operatività all’UEO, la quale poi dal ’90 si ampliò fino a 28 Stati membri.

A seguito della fondazione dell’Unione  Europea (UE) con il Trattato sull’Unione Europea (TUE)di Maastricht nei Paesi Bassidel febbraio ’92 e in vigore dal novembre ’93, si è però teso a rafforzare le capacità dell’UE (che è una “organizzazione sovranazionale” enon una semplice organizzazione internazionale) nel campo della Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD) trasferendo le capacità operative dall’UEO all’Unione Europea e trasformando gli organi ausiliari dell’UEO in Agenziedell’UE. Dopo il recesso della Gran Bretagna e della Germania dalla UEO nel 2011 si è verificata la completa dissoluzione della stessa e le residue attività sono state trasferite all’Unione Europea.

NON ACCETTIAMO LEZIONI DA CHI GOVERNA A SUON DI ACCORDICCHI E RICATTI DEGNI DELLA PEGGIOR VECCHIA POLITICA. I CONSIGLIERI DI “PER TODI” HANNO SCELTO LA LEGALITA’ E LA TRASPARENZA.

Comunicato di Partito Democratico. Civicix, Todi Civica, Sinistra per Todi

È incredibile come la maggioranza ( o quello che ne resta!) di questa città si adoperi per ribaltare e mistificare la verità. Accusare le forze di opposizione e i consiglieri del gruppo “Per Todi” di tenere il sindaco sotto ricatto non solo è vergognoso, ma è esattamente il contrario di quanto avvenuto in questi mesi. Una compagine politica che si regge a suon di “accordicchi” e “messaggini” dai contenuti alquanto discutibili, che difende senza battere ciglio un amministratore che fa dichiarazioni false (pur condannando il suo comportamento in una relazione ufficiale), che accetta una gestione della vicenda quanto meno opaca e poco lineare, che usa gli enti di assistenza e beneficenza come merce di scambio per i giochini dei partiti e le ambizioni personali, vuole spiegare ai tuderti che ad usare l’arma del ricatto siamo noi dell’opposizione. Noi che abbiamo sempre operato nel rispetto delle regole, che abbiamo verificato e approfondito ogni atto prima di esprimere giudizi, che prima di presentare una mozione di sfiducia, abbiamo offerto al Sindaco la possibilità di recuperare in ogni modo una situazione incresciosa che sta danneggiando l’immagine di Todi. Noi che le nostre posizioni le abbiamo rappresentate in Consiglio comunale, con la chiarezza e il rispetto delle regole che le istituzioni meritano, al contrario di chi è abituato a decidere in altre sedi e con i metodi della peggior vecchia politica.

L’uscita del gruppo “Per Todi” dal  “perimetro della maggioranza” non è stata certo determinata da cambiamenti di idea dettati dalle convenienze, ma dal fatto che due consiglieri comunali hanno preferito rimanere nel “perimetro della legalità e della trasparenza. In questi mesi non abbiamo mai usato e strumentalizzato le loro posizioni per rafforzare quelle dell’opposizione e continueremo a non farlo, nel rispetto di un percorso fatto con serietà e alto senso di responsabilità. Il nostro obiettivo non è sfasciare ciò che è già sfasciato, ma difendere la città e i suoi interessi.

Infine compendiamo la posizione di quei cittadini a cui le vicende sono state raccontate in maniera distorta e superficiale e che per tale ragione non hanno colto la gravità di alcuni fatti, davanti ai quali anche loro, siamo certi, avrebbero agito così come abbiamo fatto e faremo noi.

Partito Democratico

Civicix

Todi Civica

Sinistra per Todi

Gli illegittimi, poiché arbitrari, contributi economici del sindaco Ruggiano e dell’assessore Ranchicchio.

A proposito dell’erogazione di pubbliche contribuzioni per iniziative culturali e turistiche e sul presupposto “innovativo” -per un Sindaco giurista- di previo avviso pubblico, spiace dover far notare a Ruggiano, nel suo torpore istituzionale, come tale avviso
intervenga dopo accesso agli atti del sottoscritto in materia e fosse previsione di legge e regolamentare comunale, in particolare agli artt. 10 e 11 del REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SOVVENZIONI, https://www.comune.todi.pg.it/s3prod/uploads/ckeditor/attachments/8/3/0/7/041_reg-concessionecontributi.pdf) CONTRIBUTI, SUSSIDI, AUSILII FINANZIARI E PER L’ATTRIBUZIONE DI VANTAGGI ECONOMICI DI QUALUNQUE GENERE A PERSONE ED ENTI PUBBLICI E PRIVATI).
Emerge a questo punto il seguente quesito: tra il 2017 ed il 2022, il Sindaco Ruggiano
e l’assessore alla cultura Ranchicchio, hanno elargito centinaia di migliaia di euro di
contributi pubblici in difetto di avviso necessario a sensi di legge?
Se così è stato, come lo è chiaramente, le erogazioni appaiono essere state
illegittimamente disposte e vi sono certamente significative responsabilità politiche
per non parlare di quelle -al momento potenziali- erariali (che verranno fatte valutare
agli organi competenti), considerato anche il danno da perdita di chances per tutte le
associazioni non beneficiate.
Tanto più che apparentemente simili erogazioni vedevano rendicontazioni
incomplete sempre a sensi regolamentari (e nel caso delle pluriennali non chiarivano
gli introiti dei soggetti beneficiari) con allegazioni addirittura di fattura del consigliere
comunale Baiocco (sotto lo sguardo indulgente di Sindaco e del collega di partito
Ranchicchio) ed apparentemente di attestazioni riconducibili tra gli altri alla cugina
dell’assessore alla cultura (essendosi chiaramente smarrito ogni scrupolo di minima
opportunità).
Questa cari concittadini è l’amministrazione Ruggiano: un amministrazione ipocrita
che afferma a parole il merito ed a fatti l’arbitraria clientela e che vive le norme con
fastidio facendone scempio come e quando può.
Si comprende anche in questo caso il perché Ruggiano non tolga le deleghe ad
assessore mendace a danno dell’Ente, se si considerano i benefici politici di una
gestione ad personam delle pubbliche finanze (nel silenzio gravissimi dell’assessore
alla cura delle stesse deputata).
Nei prossimi giorni chiariremo a chi voglia leggere senza pregiudizio di “casacca” come
un Sindaco avvocato, con il suo bagaglio di specifico conflitto d’interessi, non abbia
mai sentito il dovere di istituire l’apposito albo per l’affidamento degli incarichi legali
(ne’ in Comune ne’ presso le partecipate), pur nella certezza che egli stesso si sia
iscritto presso gli albi di molti altri Enti.
Perché a Todi la trasparenza di scelta secondo alcuni – interessati? – andava
evidentemente evitata!
Capogruppo Consiliare
Claudio Serafini

FRATELLI D’ITALIA, OVVERO I TURISTI DELLA DEMOCRAZIA (A ROMA COME A TODI)

La vergognosa gazzarra messa in scena martedì dall’on. Giovanni Donzelli (vicepresidente del Copasir e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia) alla Camera, dove egli ha accusato il Partito Democratico e alcuni suoi parlamentari di contiguità con mafia e terrorismo (su tutti il sen. Walter Verini, cui va la nostra solidarietà e da sempre in prima fila nella lotta alle mafie) mentre si stava discutendo nella massima concordia l’istituzione della Commissione Parlamentare Antimafia, ha svelato plasticamente tutto l’analfabetismo istituzionale di Fratelli d’Italia e dei cosiddetti “nuovi al potere”.

Il fatto, poi, che l’oscena boutade di Donzelli fosse basata su documenti riservati fornitigli dal sottosegretario e compagno di partito Andrea Delmastro Delle Vedove rende ancora più grave e drammatica la vicenda in questione, visti i risvolti di sicurezza nazionale. Comportamenti da turisti della democrazia che la Presidente del Consiglio Meloni e lo stato maggiore di Fratelli d’Italia hanno ritenuto di non dover censurare, risultando, quindi, tacitamente approvati.

D’altronde, l’abitudine di Fratelli d’Italia a mettere gli interessi della propria casacca davanti a tutto difendendo anche l’indifendibile è ormai nota. Il caso di Todi ne è l’emblema, visto che per blindare la poltrona del vicesindaco Ranchicchio non si è esitato a determinare un blocco dell’azione amministrativa e a calpestare il Consiglio Comunale.

Il Partito Democratico si colloca all’opposto di questo modo di fare politica, orgoglioso di difendere le istituzioni prima di ogni cosa, lasciando volentieri a Fratelli d’Italia la bava alla bocca di Donzelli e l’attaccamento alla poltrona di Ranchicchio.

Partito Democratico Coordinamento PD Todi

L’OSPEDALE DI PANTALLA E LE PROMESSE DA MARINAIO DEL SINDACO RUGGIANO

Le considerazioni dell’OSSERVATORE TUDERTE

Todi, 23 maggio 2022, Sala del Consiglio comunale. In un’aula gremita di pubblico l’assessore alla sanità Coletto illustra il futuro dei servizi sanitari nella Media Valle del Tevere alla luce dei progetti collegati al PNRR. Le conclusioni dell’incontro sono tratte dal Sindaco Ruggiano che, a proposito dell’Ospedale di Pantalla, fa propria la seguente affermazione: «Abbiamo lavorato e stiamo lavorando…. per riuscire ad avere una struttura di primissimo piano con la terapia intensiva che nessuno, nessuno, compresa la programmazione che è stata fatta fino ad oggi, aveva concesso alla Media Valle del Tevere che era considerata un territorio minore. Perché terapie intensive sono a Foligno, sono a Branca, sono a Castello, sono a Perugia, sono a Terni ma non nella Media Valle del Tevere che questi signori avevano considerato territorio di serie C. E oggi questa cosa la cambieremo». Indubbiamente, quelle di Ruggiano sono state affermazioni che esprimono grande determinazione e tetragona certezza e, non per nulla, hanno raccolto gli intensi applausi dei presenti.

Ebbene oggi, a distanza di alcuni mesi, dopo l’approvazione lo scorso 30 dicembre da parte della Giunta regionale del “Provvedimento generale di Programmazione della Rete Ospedaliera ai sensi del DM 70/2015. Revisione 2022”, è possibile verificare l’effettivo impatto degli impegni proclamati in quell’incontro del 23 maggio.

In effetti, grazie al gran “lavoro” del sindaco Ruggiano, la situazione è sì cambiata, ma purtroppo nel senso opposto a quanto promesso, perché è cambiata in peggio. Infatti, l’Ospedale di Pantalla non è rimasto neppure in serie C, ma è stato addirittura retrocesso in serie D: senza terapia intensiva, con un reparto di Chirurgia generale ridimensionato da 25 a 10 posti letto e complessivamente con una struttura ospedaliera fortemente depotenziata perché i posti letto per acuti diminuiscono da 75 a 58.

Quindi non ci resta che concludere con le stesse parole di Ruggiano: «terapie intensive sono a Foligno, sono a Branca, sono a Castello, sono a Perugia, sono a Terni ma non nella Media Valle del Tevere». Appunto, promesse da marinaio.

LA MARCIA INDIETRO DI FDI E TODI TRICOLORE: PARZIALE RITORNO ALLA NORMALITÀ DEGLI ENTI GRAZIE ALL’OPPOSIZIONE

Comunicato dei partiti di opposizione

Nel corso del Consiglio Comunale tenutosi martedì su richiesta delle forze di opposizione e del gruppo consiliare Per Todi ancora una volta il centro destra ha dimostrato tutti i suoi limiti amministrativi e la miopia di chi, da mesi, ha provato a sfruttare la crisi della maggioranza per il proprio piccolo tornaconto politico. Come ampiamente previsto dai sottoscritti, la scelta di Todi Tricolore e di Fratelli d’Italia di far dimettere i propri rappresentanti negli enti con motivazioni politiche pretestuose per fare cadere i C.d.A. ed ottenere nuove nomine non è andata a buon fine. 

Una forzatura che, oltre a creare potenziali danni agli enti, da mesi aveva generato un pericoloso stallo, impedendo addirittura, nel caso di Veralli Cortesi, l’approvazione del bilancio e, conseguentemente, l’entrata in vigore della gestione provvisoria. A fare il passo indietro sono stati gli esponenti di FdI, che, pur dimissionari, hanno dovuto (come prescritto dalla legge e sottolineato ampiamente dai sottoscritti) partecipare alle sedute dei C.d.A. e consentire l’approvazione degli atti di bilancio. Una marcia indietro che smonta i cosiddetti “accordi” citati da qualcuno e che riporta, almeno per il momento, gli enti in una condizione di normalità. 

Ci è d’obbligo sottolineare come la vicenda in questione sia, comunque, piuttosto opaca, nonché conseguenza diretta del caso Ranchicchio – un Vicesindaco definito dallo stesso Sindaco Ruggiano in Consiglio Comunale figura amministrativa di poco peso e con deleghe marginali – che continua a condizionare pesantemente le dinamiche politiche e amministrative della nostra città. 

Tutto questo si configura, dunque, come un risultato che mette all’angolo chi in questi mesi, pur di ottenere una poltrona, ha messo a rischio le fondamentali funzioni svolte dai nostri enti – soprattutto in tema di servizi socio assistenziali –  e che sottrae, almeno per il momento, i nostri enti dalle logiche spartitorie dei partiti che sostengono (o fanno finta di sostenere) il Sindaco Ruggiano. 

Come forze di opposizione, tuttavia, continueremo a vigilare sull’operatività dei C.d.A. e sulle scelte gestionali operate, per verificare che non subentrino nuovi e ulteriori elementi destabilizzanti per Etab e Veralli Cortesi.

PARTITO DEMOCRATICO

TODI CIVICA

SINISTRA PER TODI

PER TODI

CIVICIXTODI – CATTERINI SINDACO

È NATO IL COMITATO DELLA MEDIA VALLE DEL TEVERE A SOSTEGNO DI STEFANO BONACCINI

Comincia la lotta tra le componenti del PD per il congresso. Certo una parte non secondaria si schiererà con la Schlein e sarà una fase molto impegnata (e forse anche agitata). Meno presenti gli altri due candidati. Seguiremo lo svolgersi della fase congressuale.(NDR)


Per il nuovo corso del Partito Democratico c’è la necessità di ricostruire ed allargare una
comunità che, insieme, possa finalmente invertire la rotta, rompendo gli schemi che hanno
caratterizzato per troppo tempo il modus operandi della nostra classe dirigente. Con questo
spirito, sulla spinta di iscritti, simpatizzanti e vari amministratori locali (Gianluca Coata,
sindaco di Fratta Todina, Francesco Federici, sindaco di Massa Martana, Marsilio Marinelli,
sindaco di San Venanzo, Umberto Magni, capogruppo PD al comune di Todi, Michele Moretti
e Sergio Berti, consiglieri PD nel comune di Marsciano) è nato il “Comitato Media Valle del
Tevere per Stefano Bonaccini” a sostegno della corsa alla segreteria nazionale dell’attuale
Presidente dell’Emilia Romagna. Il comitato riconosce l’ottimo lavoro svolto da Bonaccini in
questi difficili anni alla guida di una delle regioni più importanti d’Italia, valorizzando le
diversità politiche dei membri della sua maggioranza e trasformandole in ottime capacità
amministrative a disposizione dei suoi cittadini. Il coordinamento del comitato è stato affidato
a Jhoel Chiacchieroni, membro della segreteria del circolo PD di Marsciano, ed è pronto ad
accogliere chi vorrà partecipare dando il proprio contributo. L’orgoglio delle nostre radici e
della nostra storia non va dimenticato: l’Italia ha bisogno di una sinistra popolare che sappia
rimettere al centro dei suoi obiettivi la risoluzione dei problemi delle persone comuni, degli
ultimi, di chi non riesce a farcela da solo in un mondo ricco di complessità e di sfide cruciali
per il futuro della società e del pianeta. Tutela dei lavori, protezione per chi un lavoro non ce
l’ha, salario minimo universale, parità salariale tra donne ed uomini, sanità territoriale a guida
pubblica, scuola, università e formazione come perno del nostro futuro, sviluppo sostenibile:
non possiamo prescindere da questi elementi se si vuole ridare un’identità forte al nostro partito
e, soprattutto, una credibilità agli occhi delle persone che hanno scelto, negli anni, di toglierci
la loro fiducia.
COMITATO MVT PER STEFANO BONACCINI SEGRETARIO

“Libri in scena” a Todi, un festival per la lettura nelle scuole

Il cartellone prevede oltre dieci appuntamenti dal 25 gennaio a fine maggio. Incontri, mostre, performance e laboratori per alunni, genitori ed educatori

Valerio Apice e Giulia Castellani

Un vero e proprio cartellone con protagonisti i libri e la lettura. E’ quello al quale sta lavorando a Todi l’assessore alla cultura Alessia Marta in collaborazione con il “Isola di Confine” che opera da 15 anni nel territorio, soprattutto con progetti rivolti a bambini e ragazzi in ambito scolastico ed extra-scolastico. Esordio il 25 gennaio con due appuntamenti con Bruno Tognolini: il primo, alle 10, presso la scuola primaria di Ponterio, con “Il tamburo nascosto”, nell’ambito del progetto del Cepell “Incontrarsi tra le pagine”; il secondo, alle 18, nella sala polivalente della scuola dell’infanzia del Broglino, per un incontro per insegnanti, educatori e genitori dal titolo “Filastrocchette fatte bene fanno bene”, sempre in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura.
Il programma, come detto, è più ambizioso: dare vita ad un festival del libro e della fantasia che, articolato in una decina di date, arrivi a chiudersi con un grande flash mob in piazza del Popolo in concomitanza con la chiusura dell’anno scolastico. “Libri in scena”, questo il titolo del festival, si avvarrà della direzione artistica di “Isola di Confine” che da diversi anni svolge attività di lettura ad alta voce presso le biblioteche del territorio e in collaborazione con le istituzioni scolastiche. Nel 2021, “Isola di Confine” con il progetto “incontrarsi tra le pagine”, è risultato peraltro vincitore del bando “Ad alta voce”, l’avviso pubblico del Centro per il libro e la lettura per il finanziamento di progetti impegnati nella promozione della lettura ad alta voce.
“Il progetto “Libri in scena” – spiega l’assessore Alessia Marta – vuole promuovere l’incontro tra autori e lettori, tra teatro e libro, tra giovani e adulti. La “scena” non è soltanto un palco, ma la biblioteca, una piazza, un giardino, la scuola: l’intera comunità. L’iniziativa intende creare un percorso che permetta al libro di entrare in comunicazione con le diverse generazioni diventando anche un percorso di inclusione sociale“.
Le attività prevedono incontri, performance e laboratori con autori, illustratori, educatori e attori, rivolti a bambini, ragazzi, genitori e insegnanti. Alcuni titoli e nomi che si muoveranno nelle scuole di Todi: “C’era due volte il Barone Lamberto”, una mostra a cura del professor Pino Boero, “Gianni maestro”, “Gianni illustrato” e “Gianni giornalista”, laboratori ludo-linguistici in collaborazione con il Parco della Fantasia di Gianni Rodari di Omegna, che supporterà anche “Le avventure di Cipollino”  previsto invece presso la biblioteca comunale.
Un evento centrale sarà rappresentato dal reading educativo, con accompagnamento musicale “La Rosa, il principe e il bambino” con protagonista Lorenzo Braina nella Sala delle Pietre dei Palazzi Comunali. Non mancheranno dei  laboratori d’illustrazione (Illustri-AMO) e una mostra, presso la sala del Torcolariun del Nido dell’Aquila, con Nicoletta Costa e le sue “Storie di gatti di nuvole e parole”.
Fondamentale sarà il supporto di Valerio Apice, attore, autore, regista e poeta, e Giulia Castellani, attrice, entrambi educatori teatrali e direttori del Teatro Laboratorio “Isola di Confine”, accreditato al MIUR e MIBACT per la promozione dei “temi della creatività” nel sistema nazionale di istruzione e formazione, nell’ambito teatrale-performativo.

LETTERA APERTA AL SINDACO RUGGIANO SULL’OSPEDALE DI PANTALLA

Egr. Sig. Sindaco,

in varie occasioni ha voluto dimostrare a tutti il suo innato disinteresse per la questione sanitaria che ha coinvolto in questi ultimi 3 anni la nostra sanità regionale ed in particolare il depauperamento dei servizi sanitari presenti nel nostro (ex?) Ospedale della MVT che si trova a Pantalla, nel nostro comune.

In tutte le occasioni in cui è stato, forzatamente, invitato ad esprimersi su questa  situazione, che sta privando ormai tutti i cittadini di servizi essenziali che prima trovavano risposta nel nostro territorio, Ella ha sempre glissato, parlato d’altro o girato la testa da altre parti per non sentire e non vedere cosa sta accadendo a tutti i suoi cittadini.

Persone con gravissimi problemi di salute sono costrette ad essere trasportate prima al Pronto Soccorso di Pantalla, diventato ormai un Punto di Primo Soccorso, per poi venire dirottate all’Ospedale di Branca, con spesso il rischio di non arrivarci nemmeno, viste le condizioni in cui si trovano (quando vuole  e se mai l’interessasse potremo fornirle nomi e cognomi), tanto che gli stessi medici si trovano in grande difficoltà a proporre certe soluzioni.

Ma oggi vorremmo sottoporle un’altra questione, visto che spesso Ella si è trincerato dietro alla “incompetenza” che il suo ruolo da Sindaco ha,  secondo Lei, in campo sanitario.

Un cittadino di Todi, con difficoltà economiche, con una patologia seria che ha bisogno di controlli specifici e programmati, precedentemente svolti presso il nostro Ospedale a Pantalla, ora ha scoperto che tutto ciò non è più possibile e quando è andato al CUP per prenotare la visita necessaria, si è visto rispondere che dovrà andare  presso l’Ospedale di Castiglion del Lago.

Per questa persona, che non ha un mezzo di trasporto personale, è praticamente impensabile che possa spostarsi da Todi e raggiungere Castiglion del Lago con mezzi pubblici inesistenti.  A questo cittadino che cosa dobbiamo dire: non si deve curare? Oppure semplicemente dobbiamo dire che si deve rivolgere ad un medico privato e tirare fuori soldi che invece erano già destinati al pagamento di affitto, bollette   cioè alla sopravvivenza quotidiana?

Ecco, come vede, la sua “incompetenza” dovrebbe confrontarsi con queste problematiche “spicciole” quanto vogliamo, ma che cambiano, in peggio, drammaticamente la sopravvivenza degli “ultimi”!

Partito Democratico Coordinamento PD Todi

GUERRE, ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI E PACE.

La prima parte di un nuovo, importante argomento, del dott. Alfonso Gentili.

Le organizzazioni internazionali sono enti creati da gruppi di Statimediante accordi, convenzioni o trattati internazionali a fronte della necessità di assicurare la tutela di interessi comuni a più Stati e sono dotate di proprie funzioni, organi e poteri al fine di regolare i settori di attività di propria competenza. Tali organizzazioni sono dotate di personalità giuridica propria e si affiancano agli Stati come soggetti dell’ordinamento internazionale. Da sempre qualsiasi Stato entra naturalmente a far parte della società internazionale per il solo fatto di essersi costituitoo parimenti cessa di farne parte.

E’ il diritto internazionale che prende in considerazione i rapporti tra gli Stati nell’ambito dell’ ordinamento internazionale che,in quanto espressione della comunità degli Stati del mondo, è più generale dell’ordinamento interno dei singoli Stati(che è anche “originario” in quanto i poteri statali non derivano da altri soggetti) e rispetto al quale gli Stati stessi sono sempre sovrani per il fatto che non esiste un’istituzione superiore. E’ solo nei confronti  di altri ordinamenti e altre istituzioni che la sovranità degli Stati può venire meno o essere limitata. Un ramo che si è staccato dal diritto internazionale è, per esempio, il diritto comunitario (e dopo il trattato di Lisbona del 2007 meglio definito eurounitario) che regola i rapporti tra gli Stati membri (ad oggi 27) dell’Unione Europea. L’UE è infatti una comunità sovranazionale e non semplicemente internazionale, con la conseguenza dell’ingresso automatico del diritto eurounitario in quello interno dei singoli Stati e delle  connesse limitazioni alle loro sovranità.

Le guerre, cheingenere prendono avvio da un caso specifico, il c.d. “casus belli”, (come un’invasione militare o l’assassinio di un capo di Stato, di un ambasciatore o di uno o più concittadini), consistono in conflitti armati tra due Stati o tra coalizioni di Stati sovrani e sono state, nei secoli, il principale strumento cui gli stessi fanno ricorso per risolvere le loro controversie o per realizzare i loro obiettivi. Le guerre tra Stati si distinguono dalle altre forme di guerra, come le guerre civili che coinvolgono gruppi appartenenti allo stesso Stato o le guerre coloniali o le guerre di liberazione e anche da altre forme di violenza come i terrorismi. Nelle guerre tra Stati le logiche della politica di potenza storicamente si sono unite anche con le retoriche di massa degli stati nazionali, dei nazionalismi e degli imperialismi espansionistici e bellicisti. Il diritto di fare ricorso alla guerra ha costituito nella storia una manifestazione della sovranità statale, quando gli Stati ritenevano sempre legittimo il ricorso alla guerra. Le Costituzioni moderne di molti Stati ammettono la guerra di sola difesa; quella della Repubblica italiana, agli artt. 11 e 52, recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”e“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.

Negli ultimi due secoli la situazione ha iniziato a modificarsi in quanto la comunità di tutti gli Stati si è andata dotando di regole contrattate tra essi stessi. Il fenomeno ha avuto inizio nella seconda metà del XIX secolo con la Convenzione di Ginevra dell’agosto 1864 per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti nei conflitti armati internazionali. Seguì la Conferenza internazionale di pace de L’Aia nei Paesi Bassi del luglio 1899, convocata dallo Zar russo Nicola II per discutere dei principi sul diritto bellico e di limitare l’uso degli armamenti mediante  convenzioni tra gli Stati, alla quale parteciparono 26 Stati e Imperi presenti sulla grande maggioranza del territorio mondiale. Ancora a L’Aia  si tenne l’altra Conferenza internazionale di pace dell’ottobre 1907 (promossa sempre dallo Zar Nicola II con il suggerimento del Presidente degli Stati Uniti Roosevelt) per allargare il campo normativo dell’originaria Convenzione de L’Aia con la firma di altre 13 convenzioni di diritto bellico e per ratificare l’istituzione (già avvenuta nella precedente Conferenza del ’99) della Corte Permanente di Arbitrato (CPA),la primaa livello mondiale. Si tratta di un’organizzazione fondata per agevolare la risoluzione di controversie tra gli Stati membri prima dello scoppio delle ostilità, che interviene in vari campi tra cui anche la delimitazione dei confini terrestri e marini, la sovranità e i diritti umani. Con 121 Stati aderenti (tra cui USA, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Cina, Ucraina  e Italia (aderente al primo concordato del ’99 ma non al secondo del 1907 durante il governo Giolitti) la CPA ha tuttora sede a L’Aia, nel Palazzo della Pace,ma (purtroppo) ha perso molto del suo prestigio dopo l’istituzione della Corte internazionale di Giustizia, quale organo dell’ONU.

 La prima guerra mondiale, iniziata nel luglio 1914 quando l’Austria-Ungheria, da tempo alleata della Germania, dichiarò guerra alla Serbia appoggiata dalla Russia, vide contrapposti in Europa gli Imperi centrali della “Quadruplice Alleanza” (Impero tedesco, Impero austro-ungarico, Impero ottomano e Regno di Bulgaria) e le potenze della”Intesa”(Francia, Russia e Gran Bretagna), con l’Italia prima dichiaratasi neutrale poi entrata in guerra nel maggio ’15 a fianco dell’Intesa e con l’ingresso in guerra anche degli Stati Uniti d’America nell’aprile ’17 sempre a fianco dell’Intesa. La Grande guerra terminò nel novembre del 1918 con la vittoria dell’Intesa, la dissoluzione interna dell’Austria-Ungheria causata dalle iniziative indipendentiste delle varie nazionalità e la rivoluzione in Germania che portò alla caduta della monarchia e alla fuga dell’Imperatore Guglielmo II.

Alla fine di tale guerra, nel quadro della Conferenza di pace di Parigi del ’19-’20, con la firma del trattato di Versailles del 28 giugno 1919 venne fondatala Società delle Nazioni (SdN), con sede a Ginevra,qualeorganizzazione intergovernativa avente la finalità di prevenire altre guerre tramite la gestione diplomatica dei conflitti e il controllo degli armamenti. L’organizzazione era priva di proprie forze armate e non ne facevano parte gli Stati Uniti d’America anche se il maggior promotore era stato il loro Presidente Woodrow Wilson che proprio per questo nel ’19 venne insignito del premio Nobel per la pace. La SdN era strutturata in tre organi principali: il Segretariato, il Consiglio e l’Assemblea e aveva la supervisione della Corte permanente di giustizia internazionale fondata nel ’22. Consiglio e Assemblea non erano organi permanenti e questo ne rallentava le decisioni; inoltre era richiesto il voto unanime corrispondente ad un diritto di veto generalizzato. Alcuni Stati importanti  non ne facevano parte: gli Stati Uniti d’America mai, il Giappone e l’Italia che erano stati tra i paesi fondatori con un membro permanente nel Consiglio ne uscirono rispettivamente nel ’33 e nel dicembre ’37.

Già nel ’35-’36 comunque si era manifestata l’impotenza di questo organismo quando l‘Italia fascista aggredì l’Etiopia e la reazione della SdN con l’imposizione delle c.d. “sanzioni economiche” all’Italia si rivelò assolutamente inefficace e illusoria. La Germania ne divenne membro dal ’26 al ’33. L’Unione sovietica (o URSS fondata nel ’22)vi entrò nel ’34 ma fu espulsa nel ’39  per aggressione, allorché invase la Finlandia (già compresa prima del ’17 nell’impero russo come pure la Bielorussia, l’Ucraina e i tre governatorati del Baltico) e occupò anche l’Estonia, la Lettonia e la Lituania (i c.d. Paesi Baltici (gli ex governatorati) divenuti così RSS) a seguito del patto Molotov-Ribentropp. Tale patto era un trattato di non aggressione fra il Reich (impero) tedesco e l’Unione sovietica siglato nell’agosto ’39 di durata decennale, ma rotto dalla Germania nazista appena due anni dopo con l’invasione dell’Unione sovietica denominata “operazione Barbarossa” nel giugno ’41. LaSdN e’ stata poi sciolta nell’aprile ’46 in conseguenza del suo fallimento  rappresentato dallo scoppio dellaseconda guerra mondiale e dell’avvenuta creazione di un’altra  organizzazione internazionale con finalità analoghe come le Nazioni Unite.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) con sede a New York venne fondata, per iniziativa soprattutto degli Stati Uniti d’America, nella Conferenza di San Francisco fra aprile e giugno 1945 (a guerra ancora in corso) come prolungamento del “Patto (o Dichiarazione) delle Nazioni Unite” siglato nella Conferenza di Washington il 1° gennaio ’42.  Si trattava del patto che legò gli Stati alleati nella seconda guerra mondiale (iniziata nel settembre ’39 con l’attacco della Germania nazista alla Polonia) contro le potenze dell’Asse Roma-Berlino del ’36,sfociato poi nel “patto d’acciaio” del ’39 con la completa subordinazione dell’Italia fascista del dittatore B. Mussolini alle scelte della Germania nazista del fuhrer A. Hitler e nella dichiarazione di guerra dell’Italia a Gran Bretagna e Francia annunciata dal duce nel discorso di piazza Venezia in Roma nel giugno del ’40. L’alleanza militare dell’Asse dal ’40 si allargò anche al Giappone dell’imperatore Hirohito con il c.d.”patto tripartito” divenendo così l’Asse Roma-Berlino-Tokio. Dall’altra parte gli “Alleati” comprendevano le tre potenze principali che ebbero un ruolo decisivo nel conflitto e cioè  gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica, cheChurcill chiamò la Grande Alleanza  e Rooswelt denominò “Nazioni Unite”,  con i tre capi F.D. Roosvelt, W. Churcill e J. Stalin passati alla storia come i Tre Grandi. Facevano parte dell’ONU anche i paesi del Commonwealt e i rappresentanti degli Stati occupati dalla Germania che si erano impegnati a combattere i nazifascisti e a non concludere con gli stessi paci separate. La Francia, nonostante la parentesi che andò dalla sconfitta del ’40 alla liberazione nel ’44, venne considerata parte degli Alleati e poi inclusa nel Consiglio di sicurezza dell’ONU come potenza vincitrice e membro permanente.

Tra gli Alleati venne compresa anche l’allora Repubblica di Cina (con i Presidenti Lin Sen fino all’agosto ’43 e poi fino al ’49 Chiang Kai-schec capo del partito nazionalista Kuomintang), che era già in guerra con l’impero giapponese di Hiroito. La Cina è divenuta cobelligerante dopo l’attacco (senza dichiarazione di guerra giapponese) del dicembre ’41 alla base navale statunitense di Pearl Harbor nelle isole Hawaii in mezzo all’oceano Pacifico (dal 1898 Territorio delle Hawaii degli Stati Uniti e dal 1959 il 50° Stato federato degli USA). Questa coalizione di guerra dei quattroalleati principali (Regno Unito, Stati Uniti, Unione Sovietica e Cina) della seconda guerra mondiale venne definita da Roosvelt le “quattro potenze“, le quali poi aderirono all’ONU sin dall’inizio nell’ottobre ’45, come pure la Francia, mentre l’Italiavi aderì nel dicembre ’55, il Giappone nel dicembre ’56 e la Germania Ovest solo nel settembre ’73 (con Cancelliere federale W. Brandt del partito SPD).    

Fine parte prima

Dott. Alfonso Gentili, già Segretario Generale del Comune di Todi