Incontro del Sindaco con Confesercenti, Confcommercio e  Comitato cittadino

Esigenza di fare chiarezza sulla viabilità relativa all’accesso al centro

Nuovo incontro, sabato 11 marzo u. s., presso la sede comunale, tra il Sindaco di Todi, Avv. Antonino Ruggiano, Confesercenti, Confcommercio e  Comitato cittadino. L’Ente pubblico locale e le Associazioni hanno ancora una volta sentito l’esigenza di fare chiarezza sulla viabilità relativa all’accesso al centro, compressa temporaneamente dai lavori di Ciuffelli, attualmente chiusa al traffico. 

” Si è trattato di un incontro cordiale e costruttivo, ha dichiarato la Presidente di Confesercenti Francesca Chiara Chiavari, con consenso unanime sulla risposta a numerose domande sulla chiusura al traffico, che le nostre rappresentanze ponevano alla Amministrazione Pubblica, che hanno interessato e che interessano seriamente gli incassi degli esercizi commerciali e la mobilità dei cittadini, soprattutto i più anziani. Il Sindaco, ha ribadito Chiavari, si è impegnato a studiare un nuovo regolamento ZTL e diverse proposte per la sosta in centro. Abbiamo espresso, ha concluso la Presidente di Confesercenti, l’esigenza di istituire un pulmino di otto posti per agevolare l’esigenza di spostamento e di trasporto in particolare di anziani e disabili che vogliono raggiungere i servizi pubblici e privati. “

Da parte sua, il Sindaco ha dato rassicurazione alla preoccupazione di tutti i soggetti convenuti che i lavori di ripavimentazione di via Ciuffelli, fino ai Giardini Oberdan, saranno ultimati entro Pasqua. Dopo la festività, in 20 giorni, si procederà al riassetto alla pavimentazione nei tratti sconnessi di Piazza Jacopone e nella parte di Piazza del Popolo, difronte alla scalinata della Cattedrale.

La città di Todi grata alla Fondazione Terzo Pilastro

Rendicontata la donazione di 100 mila euro a favore dei più bisognosi. Il Sindaco: “la vicinanza del Presidente Emmanuele Emanuele è stata fondamentale”

Emmanuele F.M. Emanuele

Sono 368 famiglie di Todi che hanno potuto fruire, nell’ultimo anno, di un aiuto economico, in buoni spesa e in rimborsi TARI e per il caro bollette, per complessivi 120 mila euro. “Archiviata l’approvazione del bilancio e le relative dinamiche politiche – scrive il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – ritengo doveroso evidenziare come un’operazione così importante sia stata resa possibile dalla donazione pervenuta dalla Fondazione Terzo Pilastro -Internazionale, una delle realtà più significative ed attive sul territorio nazionale e anche al di fuori dei confini italiani, e dalla vicinanza alla comunità tuderte del suo presidente Prof. Avv. Emmanuele Emanuele“.
Nei giorni scorsi gli uffici comunali hanno presentato alla Fondazione il rendiconto dei contributi erogati a fronte di 454 richieste pervenute da altrettanti nuclei familiari. Il Comune ha erogato, a valere sul fondo generosamente messo a disposizione dalla Fondazione Terzo Pilastro, quasi 68 mila euro in buoni spesa a 247 famiglie, di cui 160 italiane e 87 straniere (150 con minori a carico): il totale dei soggetti raggiunti dal beneficio è di 758. Con l’altra misura, rimborsi TARI e caro bollette, si è andati a sostenere, con ulteriori 20 mila euro, 121 nuclei, di cui 106 italiani, 15 stranieri (67 con minori a carico): 385 le persone beneficiarie.
Per il 2023 il Comune di Todi ha richieste di sostegno da evadere, inerenti sempre alle utenze e ai buoni spesa, per circa 55 mila euro. “Come Amministrazione – spiega il Sindaco – stiamo lavorando per dare risposta alle diverse istanze compatibilmente con le disponibilità del bilancio dell’ente. In questo contesto, è evidente come la donazione della Fondazione Terzo Pilastro abbia rappresentato un aiuto fondamentale per la nostra comunità“.
La Terzo Pilastro – Internazionale, evoluzione della Fondazione Mediterraneo creata dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è una fondazione di diritto privato, totalmente autonoma, che opera a livello internazionale per la promozione, la realizzazione e la diffusione di iniziative di valore sociale, culturale, formativo ed artistico. L’operatività della Fondazione è caratterizzata dall’obiettivo costante di raccordare la tradizionale attenzione alle esigenze di sviluppo e ai bisogni sociali dei territori con una visione sempre più ampia e globale sulle tematiche urgenti del mondo contemporaneo, anche intervenendo direttamente attraverso progetti ambiziosi, di alto valore socio-economico e culturale. Agendo su questi presupposti, la Fondazione si qualifica sia per il carattere strutturale e sistematico degli interventi, sia per l’approccio reticolare derivato dalle collaborazioni avviate con soggetti che operano con finalità compatibili.
“E’ un privilegio per Todi – conclude il Sindaco Ruggiano – essere stati individuati da una così importante istituzione, attenta a livello solidaristico anche con attività di sportello, grazie alla sensibilità del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, della cui amicizia la città si può onorare”.

Todi, “Donne in primo piano” a Valentina Parasecolo

La giornalista è coordinatrice dell’ufficio stampa al Parlamento europeo in Italia. Il riconoscimento istituito dal Comune in occasione della Giornata dell’8 marzo

Il riconoscimento “Donne in primo piano”, istituito dal Comune di Todi in occasione della giornata dell’8 marzo, è stato assegnato per l’edizione 2023 a Valentina Parasecolo, giornalista professionista e coordinatrice dell’ufficio stampa del Parlamento europeo in Italia. Laureata e specializzata in scienze politiche tra Italia e Stati Uniti, prima di assumere l’attuale incarico, la giovane tuderte ha lavorato come autrice e inviata per Rai, La7, Vice e altri.
L’iniziativa istituzionale, promossa dall’assessorato alle pari opportunità guidato da Raffaella Pagliochini in collaborazione con l’assessore alla cultura Alessia Marta, è nato per favorire un momento di riflessione in merito alla condizione lavorativa delle donne italiane e promuovere l’effettiva realizzazione di pari condizioni di accesso al mondo del lavoro e di pari opportunità professionale. “Riteniamo che il riconoscimento – sottolinea una nota – possa dare un senso concreto alla ricorrenza e alla celebrazione della ricorrenza della giornata internazionale dei diritti delle donne”.
La cerimonia di consegna a Valentina Parasecolo del premio “Donne in primo piano” si svolgerà in concomitanza con la conferenza pubblica “La donna e il volo”, iniziativa promossa congiuntamente da Comune di Todi e sezione locale di FIDAPA-BPW, Federazione Italiana delle Donne nelle Arti, Professioni e Affari, la cui data è in fase di individuazione per consentire la partecipazione del più ampio numero di testimonianze sul tema.

Nuova vita per l’Unitre di Todi

Ricostituito il Consiglio direttivo che sarà guidato dal professor Sergio Guarente. Inaugurazione il 22 marzo con una conferenza di Costantino D’Orazio

Nuova vita per l’Università della Terza Età di Todi, la cui attività si era andata esaurendo nel periodo dell’emergenza pandemica. Su impulso della Consigliera Nazionale e coordinatrice Unitre dell’Umbria Mara Quadraccia, con il sostegno dell’assessorato alla cultura del Comune di Todi, si è proceduto alla rifondazione della sezione di Todi, necessaria anche ai fini delle novità normative sopraggiunte a regolare il terzo settore.
Nei giorni scorsi si sono tenute due assemblee che hanno portato alla ricostituzione del consiglio direttivo che sarà guidato dal professor Sergio Guarente, già dirigente scolastico del Liceo Jacopone, il quale sarà affiancato da Sandra Proietti, che ha assunto il ruolo di direttrice dei corsi e da Maurizio Aristei nel ruolo di tesoriere; vicepresidente sarà Tiziana Menciotti e segretario Rita Perari.
“Ho apprezzato il forte pragmatismo emerso fin da primi incontri – sottolinea l’assessore alla cultura Alessia Marta – al quale l’Amministrazione comunale ha intenso rispondere mettendo a disposizione una sede stabile presso la Biblioteca comunale e i propri spazi, a partire dalla sala Vetrata, per lo svolgimento dei corsi“.
L’inaugurazione dell’anno accademico è stata fissata per mercoledì 22 marzo, presso la sala del Consiglio dei Palazzi Comunali, con una conferenza di Costantino D’Orazio, storico dell’arte e saggista, giornalista e conduttore televisivo in vari programmi culturali delle reti RAI. Nell’occasione sarà anche presentato il programma degli incontri che, con cadenza periodica, accompagneranno la ripresa dell’attività dell’Unitre di Todi che resta intitolata a Giuseppe Orsini.
“Il livello regionale e nazionale non farà mancare il proprio supporto, vista l’importanza di una città come Todi”, ha dichiarato Mara Quadraccia, la quale non ha escluso la presenza in futuro del presidente nazionale Piercarlo Rovera.
La ripartenza dell’Unitre – evidenzia il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – è un segnale positivo per la vita sociale e culturale della città: nel ringraziare e congratularmi con quanti hanno assunto l’impegno di promuoverne le attività, ritengo opportuno ribadire la massima collaborazione da parte del Comune nel favorirne le iniziative“.

PRESENTAZIONE A TODI DEL LIBRO DI WLADIMIRO BOCCALI E VINCENZO CIMINO “PERUGIA E L’UMBRIA ‘NERE’ PER CASO”

Verrà presentato sabato 4 marzo, alle ore 18, presso la Sala della Vetrata (Portici Comunali) di Todi il libro di Wladimiro Boccali e Vincenzo Cimino “Perugia e l’Umbria ‘Nere’ per caso”, edito da Futura Edizioni e curato da Noemi Marziani.

In questo il libro-dialogo, arricchito dai saggi in appendice (tra gli altri) di Ulderico Sbarra, Vinicio Bottacchiari ed Enrico Antinoro, gli autori tracciano una disamina appassionata e senza sconti dell’ultimo decennio della sinistra umbra, affrontando senza sconti i nodi della politica, della società e dell’economia umbra. Un importante memorandum per ricordarci come la politica non possa vivere senza visione, senza analisi del contesto in cui si è immersi e senza un rapporto stretto con la cultura.

L’incontro verrà moderato dalla curatrice del libro, la giornalista e docente Noemi Marziani, e introdotto dai consiglieri comunali Catia Massetti ed Umberto Magni.

Todi, ripavimentazione: a metà marzo riapertura nuovo tratto

Il nuovo lastricato, ora da stuccare, ha raggiunto la scalinata di San Fortunato. Il cantiere mobile per la demolizione prosegue verso i giardini pubblici

Con l’avvicinarsi della primavera a Todi si intensificano gli sforzi per portare a termine i lavori di ripavimentazione dell’ingresso della città. Al momento il posizionamento delle nuove lastre ha superato Piazza Umberto I e prosegue ai piedi della scalinata della Chiesa di San Fortunato, con la stuccatura, rinviata di qualche giorno causa pioggia, che inizierà a brevissimo per poter consentire la riapertura dell’intero tratto almeno alla viabilità pedonale entro la metà di marzo.
Il getto della soletta armata ha invece superato la scalinata davanti al tempio di San Fortunato e raggiunto via del Forno, dove già in settimana potrà proseguire la messa in opera della nuova pavimentazione. L’area del cantiere mobile è stata nel frattempo prolungata lungo via Ciuffelli fino all’altezza dell’Osteria della Valle, tratto nel quale la demolizione è già in corso.
L’avanzamento dei lavori procede dunque come da programma, registrando un’accelerazione rispetto al primo tratto di Via Mazzini, dove l’assenza del marciapiede e alcuni imprevisti hanno comportato tempi più lunghi, mentre in questa fase il cantiere può operare su due fronti contemporaneamente. Al momento c’è pertanto ottimismo che i lavori possano concludersi entro Pasqua, anche se molto dipenderà dalle condizioni meteo, dal possibile danneggiamento della soletta esistente e da ritrovamenti vari con conseguenti inconvenienti tecnici.
“Insieme alla direzione lavori, architetto Daniela Mantilacci, alla ditta guidata da Rinaldo Bico e dal settore lavori pubblici coordinato dall’architetto Silvia Minciaroni – sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – si sta facendo di tutto per restituire ai tuderti e ai turisti l’accesso al centro storico completamente rinnovato. Arrivati ai giardini pubblici, è previsto poi l’intervento sui marciapiedi, in piazza Jacopone e in piazza del Popolo, ma si tratterà in quel caso di interventi puntuali che non arrecheranno particolare disagio alla vita quotidiana della città. Si tratta di portare ancora qualche settimana di pazienza, nella consapevolezza che i sacrifici di questo periodo saranno ampiamente ripagati ad intervento concluso”.

Fasce deboli, servizio di accompagnamento al lavoro a Todi

Nel territorio tuderte sono 62 le persone in carico al SAL nel 2022. L’assessore Marta: “allargare l’attenzione a nuovi disagi e difficoltà socio-economiche”

Sede SAL Todi

Tempo di bilanci per il SAL, il servizio di accompagnamento al lavoro per le fasce deboli, che opera nella zona sociale 4 con una sede a Todi. Durante lo scorso anno sono state 62 le situazioni delle quali il servizio si è preso carico nel territorio tuderte, con l’attivazione di percorsi di orientamento (10), la gestione di tirocini curriculari (8), la ricerca attiva del lavoro (19), le proposte di selezione (6) e l’inserimento lavorativo definito in azienda con regolare contratto (4) o in progetti formativi con tirocinio retribuito (2); 11 i nuovi casi presi in carico durante il 2022.
L’attività della sede di Todi rappresenta la metà di quella complessiva negli otto comuni dell’area sociale. Il servizio è punto di riferimento per disabili adulti, persone in condizioni di svantaggio socio-economico, immigrati, soggetti psichiatrici e con problemi di dipendenza.

A dicembre 2022 il SAL ha terminato la gestione di un affidamento su appalto a “Frontiera Lavoro” di durata quadriennale, periodo durante il quale, pur in presenza della pandemia, ha preso in carica 149 utenti, attivato, gestito e monitorato 122 percorsi di tirocinio, della durata media di 6 mesi, e 21 della durata di 12 mesi; nel periodo sono stati erogati in totale 388 mila euro di indennità di tirocinio, con l’inserimento di 23 utenti con regolare contratto di lavoro (il 15,4% del totale delle persone seguite).

“Il report – sottolinea l’assessore ai servizi sociali Alessia Marta – oltre a fotografare il lavoro svolto deve rappresentare uno strumento di analisi per progettare il futuro del servizio, che sarà forse necessario aprire anche a nuove tipologie di disagio e di difficoltà socio-economica, dando risposta a situazione emergenti nella società”.

CAOS TARI A TODI: IL DUO RUGGIANO-BAGLIONI AUMENTA LE TARIFFE

Comunicato del GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO TODI

Gli avvisi per il saldo della Tari del 2022, con i numerosissimi casi di conguagli esosi chiesti ai cittadini tuderti in questi giorni, svelano tutta l’infondatezza del trionfalismo del sindaco Ruggiano e dell’assessora Baglioni sulla gestione finanziaria comunale della nettezza urbana.

A parità di servizio, infatti, sono stati approvati  aumenti tariffari che hanno penalizzato fortemente le famiglie monocomponenti e chi possiede abitazioni di superficie ridotta (dove, per quanto riguarda la tariffazione, la parte variabile è maggioritaria rispetto a quella fissa).

Ora che quest’anno, dunque, non ci sono più i fondi Covid del governo nazionale a sterilizzare e a nascondere gli aumenti della Tari, le politiche inique e fiscalmente regressive della Giunta Ruggiano vengono alla luce in tutta la loro pericolosità nei confronti dei ceti più deboli.

Come Gruppo Consiliare del Partito Democratico depositeremo – in stretto coordinamento con le altre forze di opposizione – una circostanziata interrogazione per approfondire la gestione finanziaria della politica dei rifiuti da parte del Comune di Todi, registrando per l’ennesima volta come la propaganda ossessiva del sindaco Ruggiano frani miseramente davanti ai veri problemi delle persone.

GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO TODI

ED ORA CON CHI SE LA PRENDERANNO?

Comunicato del Partito Socialista Italiano – Sez. G. Matteotti

“Stiamo assistendo in Umbria alla devastazione della Sanità Regionale”. Non sono le parole dell’opposizione, ma quelle del Procuratore della Corte dei Conti dell’Umbria, Dott.ssa Rosa Francavilla, pronunciate in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile.

Ora questa Giunta Regionale incapace guidata dalla  Presidente Donatella Tesei, che di buchi in bilancio se ne intende tanto di aver lasciato il piccolo Comune di Montefalco di cui è stata Sindaco con un disavanzo di circa 4 milioni di euro, deve andare a casa immediatamente insieme all’Assessore Coletto imposto dal Segretario della Laga Salvini come il grande esperto venuto dal Nord.

Duecento sono i milioni di buco, come sottolinea la Corte dei Conti, nella Sanità Umbra.

Ora Tesei e Coletto non potranno dire che è colpa della passata Amministrazione Marini che avrebbe lasciato debiti, perché in poco più di nove mesi il duo in questione è stato capace di mettere in ginocchio l’intero sistema sanitario regionale con scelte insensate e prive di fondamento e lungimiranza.

E lo sappiamo bene noi cittadini di Todi con la storia dell’Ospedale di Pantalla, ridotto ad un semplice Poliambulatorio con il bene placet dell’Amministrazione Ruggiano che è stata la cornamusa della Presidente Tesei, spargendo ai quattro venti possibili, per poi rivelarsi impossibili potenziamenti e riqualificazioni del Nosocomio di Pantalla.

Sindaco Antonino Ruggiano e Consigliera Peppucci, ancora una volta silenzio di tomba da parte vostra. Come mai ora non dite di sentirvi “orgogliosi” che l’Ospedale di Pantalla non esiste più?

Avete preso in giro i giovani, gli anziani di Todi e tutti coloro che ora per curarsi di devono recare a Gubbio o a Città di Castello.                                                                                                       

Il PSI tuderte è da  mesi che denuncia questa situazione di degrado e di menefreghismo della Giunta Ruggiano.

Tuderti svegliatevi .

Partito Socialista Italiano – Sez. G. Matteotti

GUERRE, ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI E PACE  

 Continua la trattazione del dott. Alfonso Gentili. Parte terza

Nel  gennaio ’95 in Europa fu fondata anchel’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) come trasformazione in stabile organizzazione della Conferenza sulla Sicurezza e sulla Cooperazione in Europa (CSCE) che si erariunita ad Helsinki nel luglio ’73, durante la guerra fredda, con il ruolo di ponte tra est e ovest per la  riapertura del dialogo. Alla Conferenza avevano partecipato tutti gli Stati europei e gli inviati di USA e URSS,  arrivando nell’agosto ’75 alla firma degli Accordi di Helsinki con cui furono riconosciute ed accettate le frontiere esistenti tra gli Stati europei, compresa la divisione in due della Germania e l’URSS si era impegnata al rispetto dei diritti umani in cambio dell’implicito riconoscimento del dominio sovietico in Europa orientale. Nel novembre ’90 la CSCE aveva anche adottato la Carta di Parigi per una nuova Europa che di fatto riconosceva la fine della guerra fredda. Poi nel corso degli anni novanta, dopo la disgregazione del blocco sovietico, l’OSCE ha cominciato a svolgere compiti di prevenzione e composizione pacifica dei vari conflitti verificatisi nei Paesi dell’est europeo favorendone, oltre la ricostruzione, anche il processo di transizione democratica. La nuova OSCE, con sede a Vienna e attualmente con 57 Stati membri e 11 partner di cooperazione, risulta essere la più grande organizzazione intergovernativa di sicurezza regionale con lo scopo della promozione della pace, del dialogo politico, della cooperazione e della giustizia in Europa. Col passare degli anni ha promosso una serie di missioni di mantenimento della pace internazionale (peacekeeping) e di operazioni sul terreno (missioni sul territorio per assistere gli Stati) in Europa e nel mondo. Ha avuto e ha come obiettivo  principale il mantenimento della pace e della sicurezza in Europa  e per sicurezza intende, oltre che l’assenza di conflitti armati, anche il presupposto per la difesa dei diritti umani e per la presenza di strutture democratiche  in uno “Stato di diritto”. Gli organi politici dell’OSCE sono: il Consiglio Ministeriale come principale organo decisionale, il Consiglio Permanente organo assembleare composto dai rappresentanti permanenti degli Stati partecipanti, il Foro di Cooperazione per la Sicurezza organo di negoziato permanente  sulle tematiche della sicurezza in termini politico-militari, il Summit dei Capi di Stato e di Governo che decide le priorità e gli orientamenti dell’organizzazione, la Presidenza in esercizio a rotazione annuale tra i Ministri degli Esteri degli Stati con poteri di rappresentanza e di supervisione dell’apparato amministrativo con a capo il Segretario Generale. Differentemente dalle altre organizzazioni internazionali l’OSCE però non ha personalità giuridica agendo in un quadro  non chiaro di capacità giuridica con notevoli ostacoli sul piano operativo e per questo gli Stati aderenti  sono denominati partecipanti e non membri. Tra essi  in particolare figurano anche gli Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina.

Nell’ottobre 2004  l’Unione Europea era anche  riuscita a definire e firmare a Roma la Costituzione europea che (purtroppo) però fu bocciata dai referendum popolari del ’05 sulla ratifica del relativo Trattato in Francia e Olanda. Nell’ottobre ’12,a Oslo in Norvegia, la stessa UE era stata anche insignita del Premio Nobel per la pace  per aver “contribuito a trasformare la maggior parte dell’Europa da un continente di guerra a un continente di pace” e per il contributo dato per sei decenni a favore della pace e riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani. La prevista e autonoma difesa comune europea, in precedenza di competenza della disciolta UEO e che si sarebbe dovuta realizzare con la creazione di una Comunità europea di difesa (CED), dopo il Trattato di Lisbona del dicembre 2007 in vigore dal dicembre ’09 erecante anche modifiche del Trattato  sull’Unione Europea (TUE)  dovrà essere realizzata quando finalmente lo avrà deciso all’unanimità il Consiglio europeo.  Nel frattempo la difesa comune è entrataa far parte, per “taluni” Stati membri UE, delle competenzedell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico se anche membri Nato. Anche la clausola di mutua difesa dell’ex-UEO (che obbligava tutti gli Stati membri ad intervenire in solido in caso di necessità- es. aggressione armata nel territorio di uno Stato membro UE) è stata incorporata nel Trattato medesimo (cfr. TUE vigente: Titolo V, Capo 2, Sezione II- Disposizioni sulla Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC)- Art. 42, commi 27. Nell’attuale conflitto russo-ucraino lo Stato aggredito non  risulta però essere ancora oggi né membro UE né membro Nato.

L’Organizzazione del Trattato dell’ Atlantico del Nord (in inglese North Atlantic Treaty Organization- NATO,  oin francese Organitation du Traité dell’Atlantique NordOTAN) è stata creata in base al Patto Atlantico, iltrattato di alleanza siglato a Washington (Presidente Truman) nell’aprile 1949 da 12 Paesi dell’America del Nord e dell’Europa occidentale.Si tratta di un’organizzazione internazionale multilaterale a carattere regionale (Atlantico settentrionale) con sede politica a Bruxelles e con principale organismo decisionale il Consiglio del Nord Atlantico (NAC)presieduto dal Segretario Generale (in carica dal ’14 il norvegese J. Stoltenberg) e doveogni Stato membroha un seggio. Ha lo scopo di costituire un’alleanza militare  tra le parti (cioè gli Stati membri)a carattere difensivo (cfr. artt. 5  e 6 del Trattato). La Nato ha avuto come Stati fondatori gli Stati Uniti, il Canada, l’Islanda, la Norvegia, il Regno unito, la Francia, l’Italia, i Paesi Bassi, il Belgio, il Lussemburgo, la Danimarca e il Portogallo, ai quali poi se ne sono aggiunti altri 4 e cioè la Turchia nel ’52, la Germania ovest nel ’55, la Spagna nel ’82 e la Germania est nel ’89 per allora  complessivi 16 Stati membri. L’istituzione della NATO era collegata alla guerra fredda, il conflitto senza armi ma particolarmente aspro che era iniziato dopo la seconda guerra mondiale tra l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) comuniste e gli Stati occidentali capitalisti. Dopo la disfatta della Germania nazista le due maggiori potenze vincitrici, cioè gli Stati Uniti d’America (USA),Repubblica federale composta da 50 Stati e un Distretto federale (con Washington capitale federale) e l’Unione Sovietica, Repubblica federale con capitale Mosca e composta da 15 Repubbliche Socialiste Sovietiche (tra le quali anche la Moldavia, l’Ucraina, la Bielorussia, la Lituania, oltre l’exclave russa ‘oblast’ o regione di Kalingrad, tutte poste lungo la linea di confine verso ovest) favorirono la nascita di due blocchi contrapposti e rivali in Europa. I Paesi Baltici e cioè la Lituania, la Lettonia e l’Estonia, già facenti parte dell‘impero russo come governatorati del Baltico fino al ’17, divenuti indipendenti nel ’18 insieme al Granducato di Finlandia poi di nuovo occupati dall’URSS di Stalin prima nel ’39 e infine liberati dall’invasore dell’Asse tedesco-italiano nel ’44, sono rimasti membri dell’Unione Sovietica come Repubbliche socialiste sovietiche fino alla sua dissoluzione nel ’91, divenendo poi Repubbliche parlamentari indipendenti. Nei 7 Stati europei dell’est, parimenti liberati nel ’44 dall’avanzata fino a Berlino delle armate sovietiche (la c.d.Armata Rossa), erano stati instaurati regimi comunisti simili a quello della Russia mentre negli Stati europei dell’ovest liberati dagli eserciti anglo-americanierano stati creati sistemi politici democratici e rappresentativi. La Germania si era così ritrovata divisa tra una parte occidentale capitalistica e una orientale socialista.

 In questo nuovo scenario di divisione dell’Europa nelle due c.d. zone d’influenza laNATO, alleanza anti-URSS guidata dagli Stati Uniti, diventò uno strumento per mettere gli Stati appartenenti al c.d. mondo occidentale sotto la protezione militare dell’America (che è anche la superpotenza con la maggiore spesa al mondo per armamenti e apparati bellici) in caso di eventuali attacchi da parte dell’Unione Sovietica, già considerata come una minaccia appenadopo la “Grande Alleanza” e la vittoria nella guerra mondiale.Sei anni dopo la fondazione della NATO, nel maggio ’55 anche l’URSS, con segretario del PCUS ePresidente del Consiglio dei Ministri N. Krusciov, istituì un’alleanza militare denominata Patto o Trattato di Varsavia con i 7 Stati socialisti del blocco europeo orientale. Tra l’altro il leader sovietico Krusciov, nato a Kursk e trasferitosi con la famiglia in Ucraina dove aveva frequentato le scuole elementari e lavorato da giovane a Kiev e nel Donbass, nel febbraio del ’54 aveva donato la Crimea all’Ucraina per commemorare il 300° anniversario del trattato di Perejaslavdel 1654  con cui l’Ucraina era entrata a far parte del Regno russo degli Zar moscoviti in cambio di aiuto e protezione contro il Regno di Polonia che nel secolo precedente l’aveva incorporata. Dopo la caduta nel ’89 del Muro di Berlino (sistema di recinzione della parte orientale della città, divenuta capitale della Germania est), eretto per impedire la libera circolazione verso la Germania ovest, nonchésimbolo della c.d. “cortina di ferro” ecioè lalinea immaginaria di confine tra le zone europee della Nato e quelle orientali del Patto di Varsavia, la Germania est era stata inglobata dalla Germania Ovest (con precedente capitale Bonn) in uno Stato unico econ nuova capitale Berlino. Tale unificazione aveva comportatoanche l’appartenenza della Germania intera alla NATO sicché, configurandosi l’operazione come un’espansione territoriale verso est, è noto che furono anche necessarie rassicurazioni all’Unione Sovietica che la NATOnon si sarebbe ulteriormente espansa verso l’oriente.

Dal ’55 al ’91, durante la guerra fredda, comunque la NATO e il Patto di Varsavia non si erano mai scontrati direttamente in Europa e nel luglio ’91, con Presidente  dell’Unione Sovietica M. Gorbaciov,  a Praga era stato firmato il protocollo ufficiale per lo scioglimento del Patto di Varsavia ponendo fine a 36 anni di alleanza militare degli Stati dell’Europa dell’est con l’URSS.  Subito dopo era iniziato anche il processo che aveva portato nel dicembre ’91 alla dissoluzione dell’URSS con ultimo Presidente Gorbaciov, artefice appunto della fine della guerra fredda e  che nell’ottobre ’90 era stato anche per questo insignito del Premio Nobel per la pace. La fine dell’URSS aveva portato alla sua suddivisione in 15 Repubbliche indipendenti di cui 9 aderenti alla nuova organizzazione internazionale denominata Comunità degli Stati indipendenti (CSI), nata nel dicembre ’91 a seguito della firma  del Trattato di Belaveza da parte di Russia, Bielorussia e Ucraina, avente sede a Minsk, capitale dello Stato membro Bielorussia e dotata di poteri di coordinamento in campo economico-finanziario e della sicurezza. Poi però l’Ucraina non ne aveva ratificato lo Statuto contestando la scelta di riconoscere alla sola Russia lo status diStato successore” dell’URSS e per questo ne era divenuta nel ’93 solo”Stato associato“.

Negli anni novanta la dissoluzione del blocco sovietico degli Stati del Patto di Varsavia e la fine della guerra fredda avrebbe potuto costituire l’occasione anche per una riconsiderazione della permanenza della stessa NATO composta di 16 Stati membri al momento del crollo del muro di Berlino e per la realizzazione semmai di una concreta ed autonoma Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC) da parte della nuova Unione Europea (UE) che già comprendeva la Germania riunificata e che si stava allargando agli altri sei Paesi dell’Europa dell’est come poi avvenuto per la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l’Ungheria nel ’04 nonché per la Romania e la Bulgaria nel ’07. Per contro si sarebbe potuto potenziare e rendere più concretamente operativo l’ONU anche cercando di eliminare il potere di veto dei 5 membri permanenti magari sostituendolo con un sistema di voto ponderato in base al numero degli abitanti di ciascuno Stato membro. L’ONU avrebbe dovuto diventare ben più efficace come organizzazione internazionale multilaterale  e a carattere universale  con lo scopo di prevenire, evitare o almeno fermare in tempole guerre tra gli Stati o le coalizioni di essi, che in realtà  giovano solo o soprattutto alle industrie belliche.Non sembra essersi allora tenuto conto nemmeno del fatto che la nuova Federazione Russa, sorta nel ’91 a seguito della dissoluzione dell’URSS e della fine del Partito Comunista dell’Unione Sovietica (PCUS), nelle elezioni presidenziali del dicembre ’91 aveva eletto come Presidente (che nella Federazione è Capo di Stato e anche Comandante in capo delle forze armate eletto direttamente dal popolo per sei anni) B. Eltsin, poi riconfermato nelle elezioni del ’96 e dimessosi alla fine del ’99, il quale era supportato dal Partito Democratico di Russia (DPR) di tendenza liberal-conservatrice e assolutamente alternativo al nuovo Partito Comunista della Federazione Russa (KPRF)di orientamento marxista-leninista, che ad oggi non ha mai vinto l’elezioni né eletto un Capo di Stato. Infatti i successivi Presidenti della Federazione russa, dopo le dimissioni di Eltsin, sono stati prima Vladimir Putin ad interim (essendo già  in carica come Primo ministro e designato da Eltsin come suo successore) fino all’elezioni presidenziali del maggio 2000, poi dopo quelle ancora V. Putin (ex funzionario dell’intelligence del KGB russo)con il 52%  dei voti e nell’elezioni del 2004 di nuovo Putincon oltre il 70% dei votisupportato da Russia Unita, un partito conservatore, nazionalista e populista incline al patriottismo sovietico, fondato nel dicembre 2001 e tutt’altro che comunista.

Gli USA dopo la fine della guerra fredda hanno invece scelto, nell’ambito della c.d. politica della”porta aperta“(la”Nato Open Door Policy” che si concretizza non solo in nuove ammissioni ma anche in”partnership”), la strada ben più rischiosa per la pace mondiale di andare verso un ulteriore allargamento (“enlargement“) della NATO verso est con linglobamento non solo di tutti gli Stati dell’ex Patto di Varsavia ma addirittura anche di Stati dell’ex Unione Sovietica. Infatti dopo il crollo dell’URSS la NATO, secondo un indirizzo condiviso a livello bipartisan dai Presidenti USA B. Clinton (’93-’01) e G. Bush Jr (’01-’09), si è voluta rilanciare con una politica di allargamento verso est fino ad arrivare ad un totale attuale di 30 Stati membri. Ben presto ha ammesso tra i suoi membri (oltre la Germania est riunita) tuttigli altri Stati dell’ex Patto di Varsavia e cioè la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria nel ’99 e la Slovacchia, la Romania, la Bulgaria nel 2004, anche prima che gli stessi entrassero nell’UE e arrivando così ad estendere la sua competenza fino alla linea di confine tra l’Unione Europea ela Comunità degli Stati indipendenti (CSI) con tutti i pericoli connessi. L’espansionismo ad est della NATO è inoltre arrivato ad ammettere come membri, sempre nel ’04, anche alcune ex Repubbliche Socialiste Sovietiche (RSS)comel’Estonia e la Lettonia confinanti direttamente con la Russiae la Lituania confinante con la Bielorussia. Nel ’08 l’amministrazione Bush Jr inoltre, durante il  summit di Bucarest, sostenne fortemente l’ammissione alla Nato anche dell’Ucraina e della Georgia incontrando però molte resistenze da parte europea, al punto che tale scelta fu poi congelata dal Presidente B. Obama (’09-’17) per le tensioni che la stessa creava con il Cremlino con il quale invece lo stesso Obama intendeva avviare una nuova distensione,puntando piuttosto ad accogliere nella NATO i paesi dei Balcani occidentali. L’Ucraina, come pure la Georgia, ad oggi non sono Stati membro della NATO, la quale quindi per Statuto (cfr. art. 5) non può intervenire direttamente nell’attuale guerra in Ucraina proprio in quanto quest’ultima non è “parte” della NATO.

(Fine parte terza)

Li 18 febbraio 2023

Dott. Alfonso Gentili, già Segretario Generale del Comune di Todi