La parte seconda dell’articolo del dott. Alfonso Gentili
L’ONU fu creata nel giugno 1945, in sostituzione della vecchia Società delle Nazioni, per dar vita ad un’organizzazione internazionale permanente e di carattere universale con il compito e lo scopo di salvare le generazioni futuredal flagello della guerra, di riaffermare i fondamentali diritti dell’uomo, l’eguaglianza fra gli uomini di tutti i popoli e fra Stati grandi e piccoli e di promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli nella più ampia libertà. Il tutto come sancito dallo Statuto (o Carta) delle Nazioni Unite, cioè l’accordo istitutivo che, in diritto internazionale, è un trattato vincolante per gli Stati membri dopo la sua ratifica e basato sul presupposto di fondo della cooperazione internazionale tra gli Stati partecipanti.
Lo Statuto dell’ONU, adottato nel giugno ’45 a San Francisco a conclusione della Conferenza delle Nazioni Unite sull’organizzazione internazionale e entrato in vigore nell’ottobre ’45, è ispirato ai principi della Carta atlantica, il documento siglato nell’agosto ’41 su una nave da guerra a largo dell’isola di Terranova fra gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna.Negli otto punti della Carta i due statisti F.D. Roosvelt (il Presidente democratico del “New Deal” dopo la grande depressione del ’29) e W. Churchill (il Primo Ministro conservatore del discorso sulla “cortina di ferro” che segnò l’avvio dal ’47 della c.d. “guerra fredda“) ribadivano la condanna dei regimi nazifascisti e fissavano le linee del nuovo ordine democratico da costruire alla fine della guerra. Tali linee guida prevedevano il rispetto dei principi di sovranità popolare e di autodecisione dei popoli, la libertà dei commerci e dei mari, la cooperazione internazionale e la rinuncia all’uso della forza nei rapporti fra Stati.
La cooperazione ha luogo negli organi principalidell’ONU e vale a dire nell’Assemblea generale composta dai rappresentanti di tutti gli Stati membri che oggi sono 193 e cioèquasi tutti gli Stati del mondo, oltre due Stati osservatori (la Santa Sede che detiene la sovranità sulla Città del Vaticano e lo Stato di Palestina) e che si riunisce almeno una volta l’anno. La cooperazione si svolge anche e in particolar modo nel Consiglio di sicurezza, che è un organo permanente incaricato di mantenere la pace e la sicurezza tra gli Stati membri, di evitare che i contrasti sfocino in conflitti e in caso di guerra di fare tutto il possibile per arrivare alla pace. Il Consiglio è composto da 15 Stati membri, di cui 5 permanenti in quanto membri di diritto eanche con potere di veto sulle decisioni (un veto in tanti casi paralizzante da eliminare e sostituire con la previsione di maggioranze qualificate per le decisioni, al fine di evitare il fallimento anche dell’ONU dopo quello della SdN). I membri permanenti sono gli Stati Uniti d’America, la Federazione Russa (subentrata all’URSS nel dicembre ’91), la Repubblica popolare cinese (nata nell’ottobre ’49dopo la guerra civile vinta dai comunisti di Mao Tse-tung contro i nazionalisti di Chiang Kai-shec), la Gran Bretagna e la Francia, mentre gli altri 10 membri non permanenti sono eletti dall’Assemblea a rotazione ogni due anni. Le “risoluzioni” del Consiglio di sicurezza sono decisioni vincolanti, diversamente dalle “raccomandazioni” emanate dagli altri organi.
Gli altri tre organi dell’ONU sono il Consiglio economico e sociale con 54 membri, il Segretariato e cioè la struttura organizzativa con a capo il Segretario generale e che di fatto funge anche da portavoce e leader dell’organizzazione (dal 2017 Antonio Guterres, politico e diplomatico portoghese) e la Corte internazionale di giustizia (CIG) con sede a L’Aja nei Paesi Bassi, nota anche con il nome di Tribunale internazionale de L’Aia, come principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite in sostituzione della Corte permanente di giustizia internazione del ’22. Le funzioni principali della Corte sono quella di dirimere le controversie fra gli Stati membri dell’ONU che ne hanno accettato la giurisdizione (la quale riguarda appunto l’interpretazione e l’applicazione del diritto internazionale) e quella di fornire pareri su questioni legali all’Assemblea generale e al Consiglio di sicurezza.
La CIG non deve però essere confusa con la Corte penale internazionale (CPI) istituita con la Convenzione (o Statuto) di Roma ossia il trattato internazionale firmato in Campidoglio nel luglio ’98 dai c.d. Stati Parte (che sono 123 tra i quali però non figurano tre membri permanenti del Consiglio di sicurezza ONU (cioè USA, Russia e Cina) e, per stare all’attualità, neanche l’Ucraina. Lo Statuto è entrato in vigore nel 2002 ed è stato modificato nel ’10 (con l’accordo di Kampala che l’ha emendato inserendo, tra l’altro, anche il crimine di aggressione). La CPI è un tribunale sovranazionale per i crimini internazionali con sede sempre a L’Aia ed è competente a processare e giudicare individui (non Stati) responsabili di crimini che attengono alla comunità internazionale, come le violazioni gravi delle convenzioni di Ginevra relative ai crimini di guerra, a quelli contro l’umanità e al genocidio. Per questi crimini c’è anche la possibilità che uno Stato che non fa parte della Convenzione di Roma possa comunque accettare la competenza della Corte con apposita dichiarazione depositata in Cancelleria. Nel ’10 è stato come sopra inserito anche il crimine di aggressione, per il quale però è stata esclusa l’automatica giurisdizione della Corte con la sola dichiarazione unilaterale di accettazione della competenza ed è stato imposto, proprio su specifica richiesta degli Stati Uniti d’America, che entrambe le parti (l’aggredito e l’aggressore) abbiano accettato la competenza della Corte mediante l’apposita dichiarazione. Per questo motivo, nell’attuale conflitto Russia-Ucraina, appare verosimile che la Corte penale potrà procedere, sull’iniziativa già intrapresa dal Procuratore della stessa, solo per crimini di guerra o contro l’umanità ma non per il crimine di aggressione in quanto non hanno aderito alla CPI nessuno dei due Stati in guerra e salvo che anche la Russia faccia la dichiarazione (assai improbabile) di accettazione della competenza della Corte.
Il mantenimento della pace (peacekeeping) internazionale avviene o dovrebbe avvenire attraverso l’impiego di unità della forza militare d’emergenza non combattente dell’ONU, creata nel ’56 in occasione della crisi di Suez e composta da circa 46.000 uomini, i c.d. “caschi blu” dal colore dell’elmetto. Essi intervengono in qualità di osservatori del mantenimento dei patti stabiliti oppure come incaricati di attuare ogni azione necessaria per mantenere o ristabilire la pace in aree di crisi e la sicurezza internazionale, ma (purtroppo) operano solo col consenso dei Governi degli Stati interessati. I caschi blu sono messi a disposizione, di volta in volta, da alcuni Stati secondo le esigenze per decisione del Consiglio di Sicurezza e sono posti sotto la guida del Segretario Generale delle NU. Hanno ricevuto il Nobel per la pace nel 1988. Le operazioni di peacekeeping di prima generazione svolte dai caschi blu nel periodo tra il ’48 e la fine degli anni ’80 sono state caratterizzate da funzioni prettamente militari come il controllo del rispetto del cessate il fuoco e la creazione di zone cuscinetto tra le parti, affidate a contingenti di forze armate multinazionali. Le operazioni di peacekeeping di seconda generazione si sono sviluppate a partire dalla fine della c.d. “guerra fredda” quando in seno al Consiglio di sicurezza dell’ONU si è potuto raggiungere un po’ più facilmente il necessario consenso di tutti i cinque membri permanenti (purtroppo sancito dallo Statuto e da modificare). La forza di emergenza svolge compiti di carattere umanitario ma anche funzioni di peacebuilding (costruzione di pace) per aiutare gli Stati distrutti da guerre civili a ricostruire le istituzioni politiche e il tessuto sociale. Svolge inoltre le importanti funzioni previste dallo Statuto al capitolo VII relativo ad “Azioni rispetto alle minacce alla pace, alle violazioni della pace e agli atti di aggressione“. Tali iniziative si qualificano come operazioni di peaceenforcement (imposizione della pace) in quanto il loro mandato è esteso all’uso della forza ai fini della Sicurezza collettiva, sempre però con i prescritti consensi.
Nel frattempo l’Assemblea generale dell’ONU, con la risoluzione n. 39/11 del 12 novembre 1984, ha anche approvato la Dichiarazione sul diritto dei popoli alla Pace, nella quale ha affermato un diritto di tutti i popoli della Terra alla pace e che la salvaguardia e la promozione di questo diritto costituisce obbligo fondamentale per ogni Stato.La Dichiarazione sottolinea inoltre che la politica degli Stati deve tendere all’eliminazione delle minacce di guerra esoprattutto di quella nucleare, all’abbandono del ricorso alla forza nelle relazioni internazionali e alla composizione pacifica delle controversie internazionali in base allo Statuto delle Nazioni Unite, ma si tratta (purtroppo) solo di una semplice “raccomandazione”.
Il Consiglio d’Europa (CdE),da non confondere con il Consiglio europeo né con il Consiglio dell’Unione europea che sono invece due dei sette organi decisionali -le c.d. istituzioni- dell’UE, è l’organizzazione internazionale fondata nel maggio ’49 con il trattato di Londra con lo scopo di evitare la ripetizione delle atrocità della seconda guerra mondiale e che interviene per il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. I principali organi del CdE sono l’Assemblea parlamentare di 306 componenti costituiti da Delegazioni di parlamentari degli Stati membri, il Comitato dei Ministri quale organo decisionale che è composto dai Ministri degli Esteri degli Stati membri e che ne rappresenta direttamente i Governi, il Segretario generale, il Congresso dei poteri locali e regionali e la Corte europea dei diritti dell’uomo. Ha sede a Strasburgo (Francia) nel Palazzo d’Europa (che è stato anche sede provvisoria del Parlamento europeo tra il ’77 e il ’99) e conta attualmente 46 Stati membri, compresi i 27 dell’UE. La Federazione Russa vi aveva fatto ingresso nel febbraio ’96 con il Presidente B. ELtsin, primo Capo di Stato della nuova Russia e supportato dal Partito Democratico di Russia liberal-conservatore,ma ne è uscita nel marzo 2022 dopo essere stata sospesa da parte del Comitato dei Ministri a seguito dell’aggressione all’Ucraina (anch’essa membro del CdE dal novembre ’95 ma non anche dell’Unione Europea alla quale ha presentato domanda di adesione solo il 28 febbraio ’22, quattro giorni dopo l’inizio dell’invasione ordinata dal Capo di Stato russo V. Putin al suo terzo mandato presidenziale. L’attuale Presidente ucraino V. Zelenskyi è stato invece eletto nelle presidenziali del marzo ’19 quale leader del partito Servitore del Popolo da lui fondato insieme a I. Bacanov nel dicembre ’17 come forza filorussa che si opponeva alla c.d. politica di ucrainizzazione e che poi è cambiato a partire dal ’19 diventando un partito nazionalista, populista, libertario e filo-atlantista soprattutto dopo l’aggressione russa. In particolare il CdE ha predisposto e adottato la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) firmata a Roma nel novembre ’50 e ha anche istituito nel ’59 la Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) con sede appunto a Strasburgo, come organo giurisdizionale internazionale permanente per la tutela di tali diritti. La Corte EDU non fa parte dell’Unione Europea e non deve essere confusa con la Corte di giustizia dell’UE (CGUE) che ha sede in Lussemburgo nelle c.d. due torri gemelle e ha invece competenza sull’applicazione del diritto comunitario.
Con il trattato di Bruxelles del marzo ’48 era stata avviata da Regno Unito, Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi bassi l’Unione Europea Occidentale (UEO), un’organizzazione internazionale di carattere regionale a scopi militari difensivi in caso di future aggressioni da parte della Germania oppure dell’Unione sovietica. Nei primi anni ’50 era stato anche ideato e proposto dalla Francia, con il sostegno dell’Italia di De Gasperi, un importante progetto di collaborazione militare tra gli Stati europei per la creazione di una Comunità europea di difesa (CED) che fuapprovato nel ’52 dai sei paesi membri della Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA),creata nel ’51 ancheper il controllo della produzione delle due materie prime dell’industria bellica. La CECA ha precorso il processo di integrazione europea sognato da Altiero Spinelli, uno dei prigionieri politici del regime fascista autori del Manifesto di Ventotene, documento base del federalismo europeo a sostegno di un’Europa unita e di una Costituzione europea.
L’integrazione europea ha poi preso avvio con l’istituzione, mediante il trattato di Roma del marzo ’57, della Comunità Economica Europea (CEE) sempre a sei Paesi (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi). Il Regno Unito è entrato nella CEE al suo primo allargamento nel ’73, insieme alla Danimarca e all’Irlanda e la stessa dal ’93 è stata rinominata Comunità europea (CE). A seguito del fallimento del citato progetto della CED per un ripensamento della Francia, il trattato UEO del ’48, dopo l’adesione anche della Repubblica Italiana e della Repubblica federale tedesca (RFT), venne modificato con gli Accordi di Parigi del ’54 dando operatività all’UEO, la quale poi dal ’90 si ampliò fino a 28 Stati membri.
A seguito della fondazione dell’Unione Europea (UE) con il Trattato sull’Unione Europea (TUE)di Maastricht nei Paesi Bassidel febbraio ’92 e in vigore dal novembre ’93, si è però teso a rafforzare le capacità dell’UE (che è una “organizzazione sovranazionale” enon una semplice organizzazione internazionale) nel campo della Politica Europea di Sicurezza e Difesa (PESD) trasferendo le capacità operative dall’UEO all’Unione Europea e trasformando gli organi ausiliari dell’UEO in Agenziedell’UE. Dopo il recesso della Gran Bretagna e della Germania dalla UEO nel 2011 si è verificata la completa dissoluzione della stessa e le residue attività sono state trasferite all’Unione Europea.
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