Todi, Comune e Diocesi ricordano il Vescovo Grandoni

Articolo pubblicato da Orvieto sì

Mercoledì 8 novembre, presso l’Aula Magna del Liceo “Jacopone da Todi”, si svolgerà una commemorazione di Monsignor Decio Lucio Grandoni, Vescovo delle Diocesi di Orvieto e Todi dal 1974 al 1986 e primo Vescovo dell’attuale Diocesi riunita dal 1986 al 2003. E proprio nel ventennale della sua rinuncia al governo pastorale, il Comune di Todi e la Diocesi di Orvieto-Todi hanno inteso promuovere un’iniziativa in sua memoria.

L’appuntamento, aperto a tutta la comunità, è per le ore 10:30, con i saluti e le testimonianze del Sindaco di Todi Antonino Ruggiano e del Vescovo S.E. Gualtiero Sigismondi, cui seguirà l’intervento di Don Mario Venturi, canonico della Concattedrale di Todi, che traccerà un profilo di Monsignor Grandoni, del quale fu collaboratore negli anni del Sinodo diocesano celebrato alle soglie del Giubileo del 2000. Decio Lucio Grandoni era nato a Todi nel 1928 e ordinato sacerdote nel 1950 dal Vescovo Alfonso Maria De Sanctis.
Nei primi anni Settanta fu Vescovo titolare di Atella e ausiliare del Vescovo di Foligno Monsignor Siro Silvestri per la reggenza della Diocesi di Assisi. Il 12 dicembre del 1974, Papa Paolo VI lo nominò Vescovo delle Diocesi di Orvieto e Todi, poi unite in un un’unica circoscrizione ecclesiasistica con decreto del 30 settembre 1986. Scomparso il 22 marzo del 2006, le sue spoglie riposano nella cripta del Duomo di Todi.
Mercoledì 8 novembre, alla conferenza nell’Aula Magna del Liceo seguirà un momento di raccoglimento presso il Largo intitolato a Monsignor Grandoni nell’area del carcere di San Cassiano, a ridosso dell’ingresso del Parco della Rocca.

LA RINASCITA DELLA CITTA’ DI TODI CON LA LEGISLAZIONE SPECIALE DI FINE ‘900

Studio del dott. Alfonso Gentili

Nell’anno 1978 con la legge n. 230 del 25 maggio (Governo Andreotti IV monocoloreDC con l’appoggio esterno di PCI-PRI-PSDI-PSI) furono emanati provvedimenti urgenti per il consolidamento della rupe di Orvieto e del colle di Todi ai fini della salvaguardia del patrimonio paesistico, storico, archeologico e artistico delle due città dai movimenti franosi allora attuali e potenziali. Tale legge dispose l’assegnazione alla Regione Umbria (Presidente Marri I– PCI-PSI) di un contributo speciale di lire 6 miliardiper la città di Orvieto e di lire 2 miliardi per la città di Todi (Sindaco Budassi I- ’75-’80) ripartiti  in quattro annualità di lire 1.500 milioni (Orvieto) e di lire 500 milioni (Todi) per ciascuno degli esercizi finanziari dal 1978 al 1981. La legge affidò alla Regione Umbria il compito di eseguire uno studio geolitologico per accertare le causedei movimenti franosi e di individuare gli interventi necessari per il consolidamento del masso tufaceo su cui poggia Orvieto  e per il consolidamento del colle di Todi. Inoltre le assegnò il compito di realizzare, d’intesa con i due Comuni e con la partecipazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e di Istituti universitari, i progetti e le opere necessarie per evitare che i movimenti franosi in atto e prevedibili mettessero in pericolo gli abitanti e le opere d’arte contenute nelle due città.

Questa importante “legge speciale” derivava da un disegno di legge dei Senatori  Maravalle, Anderlini, Ottaviani, Rossi Raffaele, Carnesella, Valori, De Carolis e da quello d’iniziativa  del Consiglio regionale dell’Umbria approvati nell’ottobre 1977 dal Senato della Repubblica in un testo unificato recante però il titolo di “Provvedimenti urgenti per il consolidamento della Rupe di Orvieto a salvaguardia del centro storico”. La deliberazione del Consiglio Regionale conteneva peraltro la raccomandazione di esaminare anche la situazione della città di Todi. A tal fine in Commissione Lavori pubblici della Camera dei Deputati nel gennaio 1978 alcuni Deputati dei gruppi comunista, socialista e democristiano e precisamente gli Onorevoli Ciuffini, De Poi, Bartolini, Manca, Scaramucci, Guaitini Alba e Micheli suggerirono varie modifiche al d.d.l. che aggiungevano allaRupe di Orvieto anche il Colle di Todi. Nella seduta dell’aprile1978la Commissione suddetta, dopo il parere della Commissione bilancio nella quale non era risultato possibile l’aumento dello stanziamento previsto in lire 8 miliardi solo per il Comune di Orvieto, optò per la ripartizione  dello stanziamento in lire 6 mrd per il Comune di Orvieto e in lire 2 mrd per il Comune di Todi.

Con la legge n. 227 del 12 giugno 1984 (Governo Craxi I di pentapartito DC-PSI-PSDI-PRI-PLI) è stato poi approvato il rifinanziamento della legge 230 per consentire la prosecuzione degli interventi prevedendo la concessione alla Regione Umbria (Presidente Marri II– PCI -PSI) di un contributo speciale di lire 12 miliardi per il 1984 e 16 miliardi per il 1985 per la città di Orvieto (totale 28 mld, circa 65% ) e di lire 7 miliardi e 8 miliardi (totale 15 mrd, circa 35%) negli stessi due anni per la città di Todi (Sindaco Budassi II- ’80-’85). Tale legge ha inoltre autorizzato la spesa di lire 1 miliardo per ciascuno degli anni ’84 e ’85 (totale 2 mrd) da iscrivere nello stato di previsione del nuovo Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (istituito tramite legge del 1975 e con ministro Giovanni Spadolini) per studi, progettazioni e primi interventi volti ad affrontare la situazione di grave dissesto strutturale del duomo d’Orvieto nonché di altri edifici storici e artistici e delle mura di cinta di Orvieto e di Todi. Il tutto al fine di arrivare ad adottare una legge organica relativa alle spese di consolidamento della rupe di Orvieto e del colle di Todi e anche per il recupero e restauro degli edifici storici, dei beni artistici e delle mura di cinta delle due città umbre, demandando alla Regione Umbria e al MBCA di predisporre entro il 31 marzo 1985 gli idonei  programmi e progetti.

 Nell’anno 1987 con la legge n. 545 del 29 dicembre (Governo Goria di pentapartito DC-PSI-PSDI-PRI-PLI) sono state così emanate le disposizioni organiche per il definitivo consolidamento della rupe di Orvieto e del colle di Todi disponendo l’assegnazione sempre alla Regione Umbria (Presidente Mandarini I- PCI-PSI e Presidente del Consiglio regionale Lorenzini-PSI- unico Presidente del C.r. di Todi-  ’85 -’90) di un contributo straordinario di lire 180 miliardi negli anni 1987-1990 in misura di 55, 45, 40 e 40 miliardi rispettivamente negli anni 1987, 1988, 1989 e 1990 per gli interventi di definitivo consolidamento della rupe d’Orvieto e del colle di Todi valutati in lire 115 miliardi (circa 64%)  per Orvieto e lire 65 miliardi (circa 36%) per Todi (Sindaco Buconi I- ’85-’90). Alla Regione Umbria furono affidati i compiti di realizzare direttamente gli interventi, d’intesa con i due comuni (da qui la scarsità di documentazione presso i comuni medesimi) e garantendo continuità delle realizzazioni. La Regione poteva anche avvalersi del CNR e di Università ed Enti scientifici anche al fine di realizzare sistemi di costante monitoraggio e vigilanza e poteva anche delegare attività ai due Comuni. I lavori di consolidamento e sistemazione idrogeologica del colle di Todi furono affidati in concessione dalla Regione, con il ribasso del 10,50%, all’impresa Todini Costruzioni Generali S.P.A di Roma quale mandataria del Raggruppamento  di imprese (Todini-Fioroni-S.E.M.-C.C.C.).

La legge 545/87 ha inoltre autorizzato la spesa di lire 120 miliardi  negli anni 1987-1992 per interventi, di competenza del Ministero dei beni culturali e ambientali, di recupero, restauro, conservazione, valorizzazione e utilizzazione degli edifici nonché dei beni e delle opere di pertinenza degli stessi in ragione di lire 5, 15, 20 e 20 miliardi per ciascuno degli anni dal 1987 al 1990 (totale 60 miliardi) sulla base di un programma che garantisse continuità di realizzazione e completamento delle opere in corso, mentre per gli anni successivi al ’90 gli stanziamenti degli ulteriori 60 miliardi relativi ai singoli esercizi sarebbero stati poi quantificati con le relative leggi finanziarie. I relativi lavori nei due Comuni furono affidati in concessione dal Ministero all’impresa Bonifica S.P.A. di Roma. All’onere complessivo di lire 300 miliardi (180 +120) lo Stato ha fatto fronte per l’importo di lire 60 miliardi nell’anno ’87 e per l’importo di 60 miliardi annui per ciascuno degli anni ’88, ’89 e ’90 (per un totale di lire 240 miliardi) e con le leggi finanziarie annuali per il residuo importo di lire 60 miliardi negli anni ’91 e ’92 (Sindaco Buconi II-’90-’95- ma con cessazione anticipata del mandato a febbraio ’94 e successiva gestione straordinaria del Comune da parte  del Commissario prefettizio De Bonis fino all’elezioni anticipate del giugno ’94). Le leggi finanziarie 1991 (L. 405/’90) e 1992 (L. 415/’91) hanno poi stanziato 20 + 20 miliardi di lire per gli anni 1991 e 1992 e per l’anno 1993 gli altri 20 miliardi di lire quali parti delle quote del ’91 e ’92 onde completare il finanziamento della  legge 545 sul definitivo consolidamento della rupe di Orvieto e del colle di Todi (Beni culturali).

Infine con la legge n. 242 del 23 luglio 1997 (Governo Prodi I (L’Ulivo con PDS-PPI-UD-FdV-RI-SI) è stato autorizzato un contributo straordinario alla Regione Umbria (Presidente Bracalente- PDS-PRC-PPI-PdD) di lire 80 miliardi in misura di 30 miliardi per il 1997 e 25 miliardi per ciascuno degli anni 1998 e 1999 ai fini del rifinanziamento della legge 545 del 1987 per il definitivo consolidamento della  rupe di Orvieto e del colle di Todi (Sindaco Nulli Pero– ’94-’98). Per l’anno ‘97 la legge ha finalizzato una quota di lire 22 miliardi per i lavori di consolidamento della rupe e del colle e una quota di lire 8 miliardi per gli interventi di competenza del Ministero dei beni culturali e ambientali. Per ciascuno degli anni 1998 e 1999 una quota di lire 18,5 miliardi è stata destinata  agli interventi di consolidamento della rupe di Orvieto e del colle di Todi (per un totale di lire 59 miliardi nel triennio ripartiti dalla Regione tra le due città presumibilmente con le stesse percentuali degli altri finanziamenti e quindi circa 38 mrd per Orvieto e circa 21 mrd per Todi). Una quota di lire 6,5 miliardi è stata destinata nello stesso biennio  agli interventi di competenza del Ministero dei beni culturali e ambientali per un totale di lire 21 miliardi nel triennio ripartiti tra le due città presumibilmente con le stesse percentuali degli altri finanziamenti e quindi circa 13 mrd per Orvieto e circa 8 mrd per Todi). La legge ha anche prescritto la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra  il Ministero dei lavori pubblici, quello dei beni culturali e ambientali, la Regione Umbria e i Comuni di Orvieto e Todi per individuare e definire il quadro conclusivo degli interventi  di consolidamento e sistemazione idrogeologica nonché degli interventi di restauro sui beni artistici e culturali con priorità al completamento degli interventi avviati. Nel 1999 è stata anche istituita dalla Regione Umbria e dai comuni di Orvieto e Todi la Scuola di Alta Specializzazione e Centro Studi per la Manutenzione e Conservazione dei Centri Storici in Territori Instabili le cui finalità statutarie prevedono di svolgere studi superiori a carattere internazionale e di elevato profilo scientifico, destinati ai ricercatori ed agli studiosi delle discipline geologiche, geotecniche, idrologiche ed idrauliche, agrarie e forestali, architettoniche, urbanistiche e paesaggistiche e sismiche nonché a quelleconnesse con la conservazione del patrimonio artistico e monumentale.

Nell’arco temporale del ventennio 1978-1997 le leggi speciali per le due città umbre risultano avere  stanziato fondi statali per un ammontare complessivo di 433 miliardi di lire. Per gli interventi di consolidamento e sistemazione idrogeologica della Rupe di Orvieto e del Colle di Todi gestiti direttamente dalla Regione Umbria  risultano stanziati complessivamente 290 miliardi di lire ripartiti nella quasi totalità direttamente dalle leggi in circa 187 mrd per la città di Orvieto e 103 mrd per la città di Todi. Per gli interventi di recupero e restauro sui beni culturali e artistici delle due città di competenza del Ministero dei beni culturali e ambientali risultano stanziati in totale 143 miliardi di lire ripartiti presumibilmente in analoga proporzione e quindi in circa 91 mrd per la città di Orvieto e circa 52 mrd per la città di Todi. Quei fondi statali per complessivi circa 155 miliardi di lire nonché quelle grandi opere pubbliche e quei numerosi restauri conservativi dei beni culturali realizzati hanno significato per la città di Todi una vera e propria “rinascita” e anche una ripartenza dopo la terribile tragedia dell’incendio del Palazzo del Vignola il25 aprile 1982, proprio l’ultimo giorno di apertura della XIV edizione della Mostra mercato nazionale dell’Antiquariato, che causò la morte di 35 persone e oltre 40 feriti.

Dopo il restauro e l’adeguamento alle nuove normative di sicurezza finanziati con una consistente quantità di fondi della legge speciale-beni culturali, il Palazzo Landi Corradi, noto come Palazzo del Vignola e già sede del Seminario vescovile, fu riaperto al pubblico nell’anno 1993 (Sindaco Buconi II– ’90-’94) e ricominciato ad utilizzare per attività espositive anche se l’importante Mostra nazionale con le successive gestioni del Palazzo del Vignola dal 1993 non risulta essersi più svolta ma sostituita comunque dalla Rassegna Antiquaria d’Italia, salvo una riedizione nel ’97 organizzata dall’Azienda  di Promozione Turistica (APT) del Tuderte nel suo ultimo anno di funzionamento prima della soppressione delle 12 APT Umbre. Nell’anno 1992 intanto era stato riaperto, con la serata inaugurale della VI edizione del Todi Festival di S. Spada, anche il Teatro comunale (chiuso dopo la tragedia del Vignola) ad avvenuta ultimazione dei lavori di restauro e adeguamento alle nuove norme di sicurezza, finanziati però con fondi comunali reperiti con una rapida chiusura delle contabilità di lavori precedenti nella struttura rimaste in sospeso. In quei primi anni ’90 e precisamente nell’anno 1991 Todi era anche salita alla ribalta internazionale e di fatto entrata nei principali circuiti turistici come la città “più vivibile del mondo”, come città sostenibile secondo una ricerca dell’Università di Lexington nel Kentuchy-Facoltà di Architettura a cura del Prof. Richard S. Levine, architetto e urbanista, che insieme alla sua equipe di ricercatori americani avevano costruito al computer la “città ideale” o come lui già allora amava definirla la “città sostenibile” (sustainable), che mostrava una straordinaria somiglianza con le caratteristiche, dimensioni e la struttura urbana di Todi. Insomma la patria di Jacopone, che conservava tutte le caratteristiche della città medievale, rappresentava per l’urbanista del Kentucky (che meriterebbe la concessione di un riconoscimento onorifico) la supremazia della città vivibile, e cioè della città e della campagna che convivono invece di sopraffarsi, come avviene nella città c.d. moderna. In quegli stessi anni il Comune di Todi con decreto del Presidente della Repubblica (Scalfaro) del 19 settembre 1994 (Sindaco Nulli Pero e ottima istruttoria del direttore dell’Archivio storico G. Comez) fu anche insignito del titolo di “Città” ottenendo l’ambito nuovo stemma con la corona turrita a 5 punte e il tutto d’oro, mentre la corona dei Comuni è sormontata da merli a coda di rondine e il tutto d’argento.

Dott. Alfonso Gentili, già Segretario Generale del Comune di Todi (1989-2000)

Bocciato O.d.G. su commissione centro storico: i deliri del sindaco e i consiglieri di maggioranza muti. La palla al Presidente Tenneroni

COMUNICATO STAMPA dei partiti di opposizione

La maggioranza di centrodestra boccia la proposta di ordine del giorno presentato da Todi Civica in merito all’istituzione di una commissione per le politiche del centro storico che avrebbe dovuto prevedere il coinvolgimento, oltre a sindaco e capigruppo, dei

rappresentanti delle associazioni di categoria, dei comitati cittadini sorti in questi ultimi mesi ed esperti del settore.

L’iniziativa nasceva dall’esigenza di dare risposte ai residenti e ai commercianti che in questi anni hanno visto peggiorare drasticamente le condizioni di fruibilità e di vivibilità del centro storico.

I tagli effettuati al trasporto pubblico locale, la gestione di parcheggi e viabilità e l’assoluta mancanza di partecipazione dei soggetti interessati sono alcune delle principali cause di questo peggioramento, una situazione resa ancor più grave dalla difficile congiuntura economica che il Paese sta attraversando.

La proposta, che ha visto il sostegno convinto di PD, Civici e Sinistra per Todi, oltre naturalmente a quello di Todi Civica, è stata respinta dalla maggioranza consiliare che, per bocca della capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanna Fortunati, si è trincerata dietro un’infantile e generica adesione alla linea politica della giunta, con buona pace della autonomia dell’intero Consiglio Comunale. Lo spettacolo più desolante lo ha offerto però il sindaco che, dopo uno sbilenco pappone sulle democrazie liberali, ha confermato la sua idea di governo, quella che lui comanda e il resto non conta, con buona pace dei cittadini che vivono sulla loro pelle le scelte scellerate di Ruggiano e della sua maggioranza.

Per parte nostra siamo pronti a sottoporre al Presidente del Consiglio Tenneroni la richiesta di convocazione di un consiglio comunale aperto sulla questione affinché tutti i soggetti interessati possano investire la massima assise cittadina delle problematiche emerse anche nell’incontro pubblico tenutosi mercoledì 25 ottobre scorso.

Todi 31/10/2023

Partito Democratico

Civicix

Todi Civica

Sinistra per Todi

Per Todi con Ruspolini

Questo Presidente del Consiglio …” può continuare guidare il Consiglio Comunale di Todi?

COMUNICATO STAMPA di Todi Civica PD Sinistra per Todi Civici X

Ancora una volta siamo costretti a stigmatizzare la gravità del comportamento tenuto dal Presidente del Consiglio Comunale Tenneroni che, in spregio al rispetto del ruolo che ricopre e delle sue funzioni, commette un’altra grave ingerenza politica nei confronti del Consiglio Comunale, dopo aver negato un Consiglio comunale aperto a otto consiglieri.

Ignorando la basilare distinzione tra ruolo politico e ruolo istituzionale, Tenneroni, nei giorni scorsi, ha inviato una comunicazione ufficiale al Capogruppo di “Per Todi” Filippo Sordini, intimandogli, con tono perentorio, ad occupare gli scranni dell’opposizione o a comunicare “con lettera scritta” una ritrovata fiducia nei confronti dell’amministrazione comunale. Un gesto di cui, sino ad oggi, nessun Presidente di Consiglio Comunale si era mai reso protagonista. Un’ ingerenza politica senza precedenti di chi dovrebbe, al contrario, essere estraneo alle dinamiche politiche per garantire, con imparzialità, i diritti e l’autonomia di tutti i membri del Consiglio.

Un atto fuori da ogni regola istituzionale che dimostra come lo “spericolato” Tenneroni, invece di garantire la terzietà del proprio ruolo, sia sempre più strumento maldestro di chi guida l’amministrazione comunale, nel tentativo di scaricare le tensioni interne ad una maggioranza ormai ridotta al lumicino, sul Consiglio Comunale. Una maggioranza che vota 15 variazioni di bilancio, che non discute né difende gli atti che vota, totalmente appiattita sul Sindaco e che esautora con il proprio atteggiamento il ruolo del consiglio e le fondamenta del principio di rappresentanza.

Un atto istituzionale, quello del Presidente, che, a tutela del massimo organo cittadino e del corretto funzionamento delle istituzioni democratiche, non può determinare un pericoloso precedente e che, ancora una volta, ci costringe a sollecitare l’intervento del Prefetto.

Consideriamo comunque necessario che Tenneroni si scusi davanti alla cittadinanza e al Consiglio per questa colossale sgrammaticatura istituzionale che mette in imbarazzo l’istituzione da lui rappresentata.

Sulla base di quanto visto sino ad oggi, negazione di Consigli Aperti, convocazioni in date e orari onerosi per l’ente ed uso inappropriato del proprio ruolo, si impone un’ultima riflessione: può Tenneroni continuare guidare il Consiglio Comunale di Todi?

Todi Civica PD

Sinistra per Todi Civici X

Il Mistero della pavimentazione di Via Ciuffelli.

L’Osservatore Tuderte

Da quando è terminata la pavimentazione sono cominciate le voci più strane ma le chiacchiere si sono concentrate soprattutto su un tema: la pavimentazione non è più in pietra (Nasso) ma in lastre di cemento della forma e del colore del nasso. Poi subito ‘il cemento non regge, si screpola, la pavimentazione non può sostenere il passaggio di veicoli pesanti’’.

E soni cominciati anche  i numeri: non più di 3 tonnellate e mezzo quindi non più veicoli pesanti e neppure autobus con la naturale conseguenza: l’autobus di collegamento dalla Consolazione si deve fermare prima, all’altezza dei giardini facendo strane merce indietro, i mezzi di trasporto che portano merci ai pochi negozi rimasti non possono entrare, vietato il doppio senso di marcia: dal centro di Todi , chiuso il Borgo e via Ciuffelli, si esce solo per via Roma che si è trasformata, da principale e  importante via di Todi, nel Circuito di Monza, con grande felicità degli abitanti.

Poi sono circolate altre voci: forse si poteva arrivare a 4 tonnellate e mezzo ma comunque niente autobus in Piazza Jacopone e niente mezzi pesanti o doppio senso.

Ieri sera abbiamo sentito l’ultima notizia da Floriano Pizzichini: l’ultima perizia effettuata certifica che la pavimentazione può sostenere non meno di 40 tonnellate.  Che cosa sta succedendo? Non sarà il caso che l’amministrazione comunale  dica con chiarezza quale è la verità? E se veramente, come anche noi crediamo per tanti motivi, può senza problemi sostenere i pesi fino a 40 tonnellate, non sarà il caso di tornare ai vecchi tempi, con gli autobus (i pochi che ormai restano, per gli altri bisogna andare a Ponte Rio) che giungono a Piazza Jacopone, i mezzi pesanti, necessari alla vita dei negozi, fino alla Piazza e il doppio senso di marcia?  Oppure si deve pensare ad un oscuro progetto che preveda la ‘’liberazione’’  di tutto il Centro da ogni forma di presenza veicolare? A favore di chi? Naturalmente dei turisti, anche se non ci sono, ora, finita l’estate. E anche prima non erano poi tanti!!! Dei problemi degli abitanti del Centro ma anche e soprattutto dei Borghi non si parla!

Grande partecipazione di residenti e commercianti all’iniziativa del 25 ottobre organizzata delle opposizioni. Basta l’uomo solo al comando, invertire la rotta e ridare voce a chi in centro vive e lavora

COMUNICATO STAMPA di Partito Democratico Civicix Todi Civica Sinistra per Todi Per Todi con Ruspolini

La grande partecipazione all’iniziativa di mercoledì 25 ottobre organizzata dai gruppi di opposizione tuderte testimonia le forti preoccupazioni dei residenti e dei commercianti del centro.

Tutti gli interventi dei rappresentanti delle associazioni di categoria, dei comitati e di singoli cittadini hanno denunciato la fallace gestione del sindaco, della giunta e della maggioranza che li sostiene: tagli al trasporto pubblico, modifiche alla viabilità senza senso, opere pubbliche inutili quanto costose. A questo si aggiunge l’assoluta mancanza di un confronto con i soggetti che vivono sulla loro pelle i danni causati dalle scelte scellerate di Ruggiano e “compagnia cantante”.

Ma veramente l’amministrazione pensa di risolvere i problemi di accesso al centro storico con un ascensore che in portata se la gioca con quello di un grande condominio? Perché si tagliano le corse dei mezzi pubblici quando si spendono centinaia di migliaia di euro per eventi che dovrebbero promuovere la città e poi siamo fermi al palo sul fronte degli arrivi e delle presenze turistiche? È lecito domandarsi se è normale pavoneggiarsi con il rifacimento della principale via d’accesso alla città per poi scoprire che la nuova pavimentazione non tollera mezzi del peso superiore ai 35 quintali?

Le forze di opposizione, che ormai, con otto consiglieri, rappresentano la metà dei componenti della massima assise cittadina, ritengono prioritario individuare tutti gli strumenti istituzionali offerti da Statuto e Regolamento per mettere intorno ad un tavolo amministrazione, forze politiche e cittadini con tre obiettivi principali: effettuare una seria analisi delle scelte fatte sotto il profilo dei costi e dei benefici, avviare una ricognizione delle opere programmate per apportare tutti i correttivi necessari e istituire un percorso partecipativo reale rispetto alla gestione da qui ai prossimi anni del centro storico tuderte. È ormai giunto il tempo di cambiare rotta prima che sia troppo tardi, rispetto alla pessima amministrazione di questi ultimi anni, ma per fare ciò occorre abbandonare il modello dell’uomo solo al comando e ridare voce e ruolo a chi in centro vive e lavora.

Partito Democratico

Civicix

Todi Civica

Sinistra per Todi

Per Todi con Ruspolini

TENNERONI SU ORDINE DI RUGGIANO BLOCCA IL CONSIGLIO SUL FOTOVOLTAICO!!

Comunicato stampa dei partiti di opposizione.

Il Presidente del Consiglio Comunale di Todi Giorgio Tenneroni, su ordine del Sindaco e della Giunta nega la convocazione di un Consiglio comunale aperto sul delicato e urgente tema della collocazione degli impianti fotovoltaici sul nostro territorio. Un fatto gravissimo che il Presidente del Consiglio Comunale ha provato a giustificare in otto pagine di raffazzonati e contrastanti richiami legislativi, dove confonde le mele con le pere e con cui vuol mascherare la volontà politica della maggioranza di evitare il confronto pubblico su una questione evidentemente, per loro, “scottante”. La richiesta avanzata da otto consiglieri comunali (cioè la metà dell’intera assise tuderte) era volta ad aprire un dibattito serio e costruttivo con i cittadini, le forze sociali, imprenditoriali e professionali, sulla fondamentale necessità di valutare e prevedere come far coesistere lo sviluppo degli impianti di energia alternativa con l’esigenza di tutela e rispetto dell’ambiente e del paesaggio.
Un dibattito che a pieno titolo riteniamo si possa affrontare in un Consiglio comunale aperto, con la
partecipazione dei cittadini, dei tecnici e dei soggetti interessati. Purtroppo, il Presidente Tenneroni, fresco di elezione, interpretando i regolamenti in maniera soggettiva e respingendo la richiesta, ha dimostrato di non aver alcuna autonomia istituzionale, di non garantire le prerogative di un’ opposizione che numericamente equipara la maggioranza, di gestire il consiglio comunale secondo le indicazioni di Sindaco e Giunta (che, invece non dovrebbero in alcun modo interferire e condizionare l’autonomia del Consiglio Comunale) e di essere pertanto totalmente inadeguato alla gestione del delicato ruolo che ricopre. Ci troviamo costretti pertanto ad informare il Prefetto, cui faremo presente la gravità di un comportamento che rischia di creare un grave precedente per la vita democratica della nostra città. Ancora una volta l’inadeguatezza amministrativa di questa giunta e della classe politica del centro destra rischia di penalizzare Todi e il suo futuro.
I gruppi Consiliari:
Todi Civica,
Civici X,
Per Todi con Ruspolini,
Partito Democratico,
Sinistra per Todi

L’ADDIO DI UN AMICO AD ANTONIO CARLO PONTI

Ponti è stato un grande amico, da molti conosciuto a Todi. Anche Massimo Mattoli gli ha dedicato un bel necrologio, perché è sato un grande personaggio della cultura, del giornalismo e dell’arte. Noi crediamo giusto dedicare all’amico scomparso un articolo di Massimo Duranti.

Col suo linguaggio digitale ermetico, una settimana fa mi scrivevi su Wa, in risposta all’invito per l’inaugurazione della mostra di Cambellotti che ho curato con Andrea Baffoni a San Gemini : “spero complimenti”, che tradotto significa: “Spero di venire e comunque  complimenti!. 

Mi hai – ci hai – colto di sorpresa col ricovero segreto di sabato, poche ore dopo aver abbracciato Vittorio Sgarbi alla Fondazione Perugia, che ti aveva dedicato, per una premonizione? un paginone su “Io donna”: un non scontato, ma doveroso riconoscimento “nazionale”, dopo quello sul Corrierone  di Milano del tuo spessore culturale.  Seppi che eri ospite della Geriatria, un reparto che funziona, a suo tempo diretto da Umberto Senin che ti era amico e dotto consigliere sanitario, ma mi dissero che non eri grave e che ti avrebbero rimesso in sesto. E allora non ti ho maledettamente disturbato privandomi e privandoti dell’ultimo saluto. E ti pare morire di Legionella! Ti farai grandi risate di disappunto: che c’entra da noi la Legionella? E invece si annida anche nelle tubature dell’acqua!

Ultimamente eri l’uomo della barba un po’ così  che per me ti invecchiava, ma eri preda di  un rinnovato, antico slancio: presentazioni di libri, premi (anche il tuo Baiocco d’oro del Comune che sono stato io il  responsabile promotore), mostre e quant’altro, rinvigorito da nuove, strette  amicizie appena velate da qualche amarezza che mi confidasti e che riuscii a lenirti con l’ausilio di amici del Diritto, la materia per la quale ti eri laureato, ma che conoscevi  meno di quelle strettamente umanistiche che all’Università di Perugia ancora non si studiava.

Da sempre tu eri quello del leggere, leggere, leggere, scrivere, scrivere, scrivere, organizzare, organizzare, organizzare…

Abbiamo cominciato a lavorare insieme nel lontano 1977 quando tu lavoravi nella mansarda di Palazzo Cesaroni, dove creavano arte Brajo e Bettina Fuso, a te molto cari, al servizio del CRUED e io a piano terra alla documentazione della Regione. Era morto Gerardo Dottori, che avevo la fortuna di frequentare da tempo e tu, d’impulso: “facciamo subito un libro su di lui” e così nacque “Intervista su Gerardo Dottori”  e da allora di cataloghi, libri e opuscoli ne abbiamo firmati insieme centinaia.

Ora è tempo di elogi, ma non di piaggerie e i passati prossimi del verbo essere di seguito raccontano di virtù (tante) e di difetti (pochi) per la cui pratica poi ti pentivi.

Sei stato anche direttore per caso del Corriere dell’Umbria. Per caso nel senso che ti hanno cercato e non hai cercato. Reggesti dignitosamente qualche mese e il quotidiano decollò bene.

Sei stato anche editorialista di un sito internet e le tue Schegge settimanali taglienti, fra cronaca e cultura, sempre dotte, verranno pubblicate. 

Sei stato fra gli intellettuali organici più fecondi, non certo solo a livello regionale, ma avevi scelto di rimanere in provincia, attaccato saldamente alle tue radici,  ma  quando uscivi dall’Umbria non sfiguravi certo a ogni livello. Ultimamente qualcuno si è accorto del tuo valore  – come Vittorio Sgarbi che ti conosceva da molti decenni fa –  e ti erano giunti attestati anche dai giornaloni e rivistone nazionali. 

Sei stato il campione di citazioni dotte non tratte dall’Enciclopedia delle citazioni. Ne facevi anche troppo sfoggio, che una volta ti rimproverai di infarcirne eccessivamente anche i tuoi romanzi. E però te ne dedico una anch’io, di Erich Fromm, scelto dal dizionario : “Morire è tremendo ma l’ idea di dover morire senza aver vissuti è insopportabile”  e tu hai vissuto intensamente. 

Sei stato il maestro di molti, anche il mio, soprattutto di editoria.

Sei stato, talvolta, troppo generoso con presunti poeti, presunti scrittori, presunti artisti che numerosi bussavano alla tua porta per qualche riga di apprezzamento che non negavi a nessuno.

Sei stato tanto e tutto, anche un po’ narcisista – non a torto – , anche un po’ permaloso, il che causò un lungo silenzio fra noi e fra amici corcianesi, ma l’inimitabile e indimenticabile Nerina, compagna di una vita e faro della famiglia, risolse presto la diatriba e riconoscesti di aver esagerato nel prendertela con noi.

Sei stato anche uno sporadico gaffeur, come me del resto, quando pubblicasti un libro di biografie di umbri famosi e ne dimenticasti alcuni, in realtà era un modo per dichiarare che non ti garbavano!  

Sei stato il più accanito lettore di tutto, assimilando e ricordando tutto, con mia grande invidia, nonostante i trigliceridi abbondassero da tempo nella tua circolazione anche cerebrale, il che non ha compromesso la lucidità e la memoria acutissima che posso testimoniare lucidissima fino alla nostra ultima telefonata di pochi giorni fa.. 

Sei stato uno al quale le idee scoppiavano in testa: molte buone, alcune irrealizzabili, che io ti smontavo, anche se erano sempre geniali. 

Con tutto questo e molto altro, che non entra in un ricordo, hai lasciato un solco, non un segno, e quel solco molti percorreranno.   Le tue ceneri riposino in pace

A META’ NOVEMBRE INIZIANO I LAVORI DEI PROGETTI PNRR DI RIGENERAZIONE URBANA (FRA PERPLESSITA’ E PREOCCUPAZIONI)

L’OSSERVATORE TUDERTE

Venerdì 6 ottobre, in un incontro pubblico svoltosi nella sala Vetrata, il sindaco Ruggiano ha finalmente presentato alla cittadinanza i progetti del piano di Rigenerazione Urbana finanziati con i fondi del PNRR. Dico finalmente perché sulla natura degli interventi nei mesi scorsi si erano diffuse le più svariate voci, in un bailamme di ascensori e scale mobili a gogò. Quindi benissimo l’iniziativa.

Peccato però che il sindaco non abbia resistito alla tentazione di allargare la presentazione anche agli altri interventi di riqualificazione del centro storico già in corso di realizzazione con la conseguenza che l’ampia rassegna dei tanti temi trattati ha favorito una certa genericità dell’esposizione, non lasciando spazio adeguato all’approfondimento dei progetti inclusi nel piano di Rigenerazione Urbana. Sulla base delle informazioni comunicate nel corso dell’incontro ho sintetizzato i principali aspetti dei tre interventi finanziati con i fondi del PNRR, con l’aggiunta di alcune mie osservazioni. Il costo complessivo degli investimenti previsti è di 5,6 milioni, mentre non conosciamo quello dei singoli interventi perché non comunicato.

  1. Riqualificazione di Via Menecali

    È previsto il rifacimento dei servizi e della pavimentazione da Pozzo Beccaro al Tempio della Consolazione. In effetti la pavimentazione stradale è attualmente in pessimo stato, specialmente nel tratto davanti all’Istituto commerciale interessato dal movimento dei mezzi di trasporto pubblico che lì hanno il loro capolinea.

    2. Impianto di risalita da via Termoli ai Giardini Oberdan

      L’opera è strettamente connessa al nuovo ascensore verticale che collegherà il parcheggio di Porta Orvietana a via Termoli. Un progetto quest’ultimo che è stato oggetto di molte critiche, una delle quali riguardava proprio la necessità di percorrere, dopo lo sbarco in via Termoli, un ripido tratto in salita per arrivare in via Ciuffelli che costituisce un grosso ostacolo alla fruibilità da parte degli utenti, in particolare per i disabili ma anche per le tante persone anziane che ormai popolano il centro storico.

      Per ovviare almeno a questo problema l’amministrazione comunale ha deciso di realizzare un percorso pedonale che colleghi il punto di sbarco dell’ascensore di Porta Orvietana in Via Termoli ai Giardini pubblici “Oberdan”, prevedendo l’eliminazione delle fontane sottostanti al giardino degli “Amici dell’Orto” da cui partirebbe un sottopassaggio al termine del quale un secondo ascensore consentirebbe la risalita ai Giardinetti, a ridosso dell’inizio di Via Ciuffelli.  Il costo di questo investimento si aggiungerà quindi a quello previsto per la costruzione dell’ascensore di Porta Orvietana (pari a 2,6 milioni di euro). C’è solo da sperare che gli elevati costi complessivi del progetto dei due ascensori siano bilanciati da adeguati benefici, in termini di frequenza di utilizzo del servizio di collegamento. Infatti, il rischio è che il nuovo impianto di Porta Orvietana, per la sua collocazione a notevole distanza dall’area di parcheggio, alla fine svolga soprattutto una funzione di mezzo di risalita d’emergenza nei frequenti casi di mancato funzionamento dell’ascensore inclinato o in presenza di accessi di pubblico particolarmente numerosi.   

      3. Riqualificazione del Mercato Vecchio

      È prevista la pavimentazione e la valorizzazione dell’area dei Nicchioni Romani. In tale contesto verrà realizzata anche una rampa di accesso pedonale dalla sottostante Via Cesia di collegamento con il nuovo parcheggio nella zona di San Carlo e il restauro delle mura urbiche (la frase è criptica, ma così è scritto nel comunicato stampa del comune).

      L’intervento sul Mercato Vecchio è quello che suscita maggiori perplessità: per la durata dei lavori prevista (circa un anno); perché è elevato il rischio archeologico (quindi la possibilità di interventi sospensivi della Soprintendenza); perché non sono chiari i benefici per la città a fronte di costi presumibilmente elevati  in considerazione del tempo impegnato nei lavori; perché è nebulosa la destinazione finale della piazza riqualificata (se non abbiamo capito male, al termine dei lavori sarebbe restituita nella sua interezza a parcheggio e solo successivamente, quando sarà  pronto il nuovo parcheggio di San Carlo,  saranno introdotte limitazioni alla disponibilità dei posti macchina). Il Mercataccio, con i suoi circa 80 posti auto, di fatto è l’unico parcheggio del centro storico, destinato sia ai residenti (60 posti) sia ai non residenti (20 posti). Per questo motivo ci si sarebbe aspettati che nella fase progettuale fossero stati presi in considerazione solo gli interventi di riqualificazione indispensabili, quelli meno invasivi, con una soluzione light che minimizzasse i tempi di lavorazione e restituisse in tal modo alla cittadinanza il prima possibile la disponibilità del luogo. Ma così non è stato. Comunque, in fiduciosa attesa, i residenti aspettano di conoscere il luogo in cui poter parcheggiare la propria auto durante tutto l’anno sabbatico. Magari potessero avere la pozione rimpicciolente di Alice nel paese delle meraviglie! Utilizzandola per le loro auto risolverebbero in un baleno il problema del parcheggio e tutti vivrebbero felici e contenti. Ma questo avviene solo nelle fiabe.

      Il parcheggio di San Carlo (o Simoncino): lo stato dell’arte

      Sebbene non sia stato incluso fra gli interventi finanziati dal PNRR il tanto agognato parcheggio di San Carlo è strettamente collegato alla destinazione d’uso del Mercato Vecchio (parcheggio o piazza?). Nel corso della riunione il sindaco ha detto che il parcheggio di San Carlo si farà. Ma non si sa quando si farà. A tal proposito ricordiamo che in un’intervista del 15 marzo 2019 il primo cittadino aveva così annunciato: «contiamo di avere il parcheggio pronto e utilizzabile per il Natale del 2020». Peccato però che l’annuncio è rimasto tale.Ma torniamo a quanto dichiarato da Ruggiano venerdì scorso:entro l’anno sarà effettuato l’esproprio del terreno interessato qualora non si arrivi ad una soluzione consensuale con l’attuale proprietario; il parcheggio sarà simile a quello realizzato presso la Consolazione, quindi un area di sosta senza impianto meccanizzato di risalita; sono previsti 80 posti macchina; il costo preventivato è di 700 mila euro; per finanziare l’opera saranno utilizzati fondi propri del comune. È evidente che proprio quest’ultimo punto rappresenta l’aspetto più delicato del progetto perché sarebbe incauto dare per assolutamente certa la possibilità di trovare i fondi necessari nelle disponibilità nel bilancio comunale. Insomma, «del doman non c’è certezza».  

      Ma, stando così le cose, non sarebbe stato preferibile utilizzare le risorse messe a disposizione dal PNRR per finanziare la realizzazione del parcheggio di San Carlo, dotandolo di un sistema di risalita meccanizzata? Tanto più che questa opzione sarebbe stata certamente più coerente con le finalità dello specifico finanziamento PNRR, cioè Interventi sulla viabilità, sui parcheggi, ai fini della mobilità sostenibile al centro storico di Todi. E ancora, non sarebbe stato più opportuno che le decisioni dell’amministrazione comunale fossero state precedute da una pubblica discussione per individuare le proposte più utili alla città?

      La realtà è che il sindaco interpreta il suo ruolo come fosse un signore rinascimentale che comunica graziosamente le sue decisioni ai propri sudditi.

      Il dibattito al termine della presentazione

      Alla presentazione del sindaco sono poi seguiti gli interventi di alcuni cittadini, residenti e commercianti, che non solo hanno espresso perplessità e preoccupazioni relative al piano dei lavori programmati, ma hanno riguardato anche le principali problematiche del centro storico (fra le quali quella della carenza di posti auto per la sosta e quella del trasporto urbano). Purtroppo, nelle risposte di Ruggiano ci è parso di cogliere un atteggiamento che, ad essere malevoli, fa trasparire un particolare disinteresse per le esigenze manifestate dai residenti del centro i quali, secondo il sindaco, sarebbero comunque dei privilegiati rispetto a quanti abitano, per esempio, a Torrececcona o a Casemasce, perché, a differenza di questi ultimi, possono fruire in città dei principali servizi (uffici comunali, banca, scuole, sede Inps, ufficio postale…). Avranno anche qualche disagio per il parcheggio, ma comunque hanno sempre un’alternativa: andare a piedi.

      LA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA IN UMBRIA E NELLA MEDIA VALLE DEL TEVERE

      Post scriptum

      L’accorpamento dei 16 comuni del circondario del piccolo Tribunale di Orvieto (allora Sindaco Concina) a quello del Tribunale di Terni (allora Sindaco Di Girolamo I) operato dal d.lgs. n. 155 del settembre 2012 ha portato il circondario di quest’ultimo tribunale ad oltre 228 mila abitanti odierni.

       Lo scorporo dal circondario del Tribunale di Perugia dei sette comuni dell’ex Sezione distaccata di Todi (allora Sindaco Rossini) con oltre 53 mila abitanti odierni e la loro irrazionale aggregazione al circondario del Tribunale di Spoleto (allora Sindaco Benedetti) unitamente agli altri sette comuni dell’ex Sezione distaccata di Foligno (allora Sindaco Mismetti I)scorporati anch’essi dal circondario di Perugia, hanno portato il circondario del medio-piccolo tribunale di Spoleto da appena oltre 75 mila abitanti a quasi 209 mila odiernidi cui oltre 80 mila del Folignate.

      Occorre pertanto anche evidenziare che, senza lo scorporo dei comuni di Todi e della MVT, il circondario del Tribunale di Spoleto (attuale Sindaco Sisti) si troverebbe ad avere impropriamente un numero di abitanti (appunto i quasi 209 mila) addirittura superiore a quello (poco oltre i 175 mila) del nuovo circondario del Tribunale di Terni (comunecapoluogo di Provincia e con attuale Sindaco Bandecchi) una volta avvenuto lo scorporo dallo stesso dei comuni del circondario del Tribunale di Orvieto riattivato cosi come semplicemente proposto e già deliberato dall’Assemblea legislativa della Regione Umbria.

      Dott. Alfonso Gentili, già Segretario Generale del Comune di Todi