UNITI… TUTTI INSIEME, senza distinzioni _ PER LA SALVEZZA DI UN BENE COMUNE IMPORTANTE, così come IL NOSTRO OSPEDALE e i suoi SERVIZI SANITARI FONDAMENTALI per i suoi cittadini … !!

Ancora in Piazza per difendere il nostro ospedale e la sanità pubblica. Questo è l’appello che i gruppi di opposizione del Comune di Todi lanciano ai tutti i cittadini tuderti, alle forze sociali, ai comitati in difesa dell’Ospedale della Media Valle del Tevere, ai Sindaci, agli amministratori del nostro comprensorio e agli operatori sanitari che hanno a cuore la salute dei cittadini.

Nel 1994 la Piazza di Todi si gremì di cittadini provenienti da tutte le sue frazioni per difendere l’ospedale e per garantire la sua massima funzionalità. A trent’anni di distanza da quella manifestazione storica, noi sentiamo il dovere di tornare a fare sentire la voce dei cittadini dal luogo simbolo della nostra città. Assistiamo da troppo tempo al lento e progressivo smantellamento del nostro Ospedale. Assistiamo e viviamo ogni giorno le difficoltà di tutti coloro che per curarsi sono costretti a fare centinaia di chilometri per raggiungere i presidi ospedalieri degli altri comuni. Assistiamo al depauperamento della struttura più moderna, più completa e più raggiungibile che sia stata costruita in Umbria. E assistiamo alle promesse disattese che la politica regionale e il governo cittadino ha sventolato da quando, con senso di responsabilità e sacrificio, la nostra comunità ha messo il proprio ospedale a disposizione dei cittadini Umbri durante la pandemia. È ora di dire basta e di chiamare a raccolta tutti coloro che ritengono il diritto alla salute e a una buona sanità, principi sacri e non negoziabili.

In questi giorni convocheremo un incontro invitando tutti coloro che vorranno contribuire all’organizzazione di questa fondamentale manifestazione, che, come trent’anni fa, dovrà unire tutta la città e il territorio per una battaglia che vale il futuro di ognuno di noi.

I gruppi consiliari

Todi Civica

PD

Per Todi

Sinistra per Todi

Civici X

NO ALLA CHIUSURA DELLE SCUOLE DI PIAN DI SAN MARTINO, ELEMENTARE PORTA FRATTA, NIDO DI SANTA MARIA!

Una domanda sorge spontanea: dove risiedono il Sindaco Ruggiano e l’Assessore Marta, considerando le decisioni prese riguardo alle Scuole del Comune di Todi?

A dicembre 2024, i plessi scolastici di Pian di Porto e Pian di San Martino verranno chiusi definitivamente e trasferiti nel nuovo plesso scolastico di Ponterio. Purtroppo, non è dato sapere la ragione di questa scelta, specialmente considerando che sulla Scuola di Pian di San Martino sono stati recentemente effettuati lavori di consolidamento e adeguamento sismico. Nell’ormai lontano 2018 Forza Italia e la maggioranza approvarono un piano scuole, pomposo nel titolo, ma molto semplice nella sostanza. Prevedeva un grosso investimento (oltre i 900.000 euro richiesti dalla giunta Rossini ed ottenuti) per la realizzazione di una nuova Scuola a Collevalenza, e un forte ampliamento della Scuola di Ponterio.  In funzione di questo piano scuole, Forza Italia prevedeva anche la riduzione delle sedi di scuola materna, senza considerare alcuna proiezione di quello che sarebbe stato l’andamento demografico dal 2018 in avanti. Ma si sa, il diavolo fa le pentole non i coperchi e oggi possiamo dire che le migliaia di euro spese dall’Assessore Marta per le notti bianche della “famiglia” sono solo uno specchietto per le allodole. A Todi sono vertiginosamente calate le nascite, i bambini che potrebbero frequentare nidi e materne sono diminuiti di quasi la metà in cinque anni, quelli tra 0 e 5 anni residenti a Todi nel 2017 erano 742, all’inizio del 2022 si erano ridotti a 470! Perché allora non preferire il potenziamento delle strutture già esistenti?

Finisce qui? Assolutamente no. Il Sindaco Ruggiano e l’Assessore Marta hanno stabilito nel loro piano scuole anche la chiusura della Scuola Elementare di Porta Fratta. Dove frequenteranno le elementari i bambini di Cappuccini, Porta Fratta, Ponte Naia? A Collevalenza? Una scelta fuori dal mondo che non tiene conto delle esigenze del territorio, ma soltanto del consenso elettorale.

Finisce qui? Assolutamente no. Il Sindaco Ruggiano e l’Assessore Marta hanno anche stabilito la chiusura dell’Asilo nido di Santa Maria e il suo trasferimento… a Ponte Rio? Considerando che proprio questo asilo negli ultimi anni ha registrato un aumento di iscrizioni del quasi il 100%, ci domandiamo, ovviamente retoricamente, perché? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca e temiamo che il prossimo passo sarà anche il definitivo depotenziamento della scuola di S. Fortunato (ex Aosta), in centro storico, l’unica oggi appositamente attrezzata per ospitare nido, materna ed elementari a tempo pieno, assestando un altro colpo alla vivibilità del centro storico.

Sindaco Ruggiano e Assessore Marta, per il bene di tutti, fermatevi. Smettetela di spendere soldi in iniziative che tutto fanno tranne aiutare le famiglie e cominciate ad occuparvi come si deve delle esigenze vere di genitori e bambini!

PARTITO DEMOCRATICO TODI

Centro storico di Todi: i dati del varco elettronico

Le rilevazioni attestano l’accesso dalla Consolazione di oltre 1.500 veicoli al giorno

Attivazione sperimentale per l’elaborazione di un nuovo piano del traffico una volta terminati i lavori di rigenerazione urbana

Dal 1 gennaio è stato attivato il varco elettronico all’altezza del Tempio della Consolazione, principale ingresso al centro storico di Todi. Il sistema ha permesso di monitorare in modo puntuale e costante, ora per ora, gli accessi veicolari in città.
Dopo un mese di rilevazioni è possibile disporre ora di rapporto statisticamente significativo dal quale emerge che, dal lunedì al venerdì, entrano dal varco ogni giorno dai 1.500 ai 1.600 mezzi, con punte anche di 1.800 veicoli al giorno; al sabato la media scende a 1.250, mentre la domenica, con la ZTL attiva per l’intera giornata, a poco più di 800 transiti.

In pratica, considerando che il varco non rileva pressoché traffico tra le 23 e le 7 del mattino, siamo di fronte ad una media di oltre 100 automezzi l’ora dalle 7 del  mattino alle 19 della sera.

“In realtà – precisa il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – la rilevazione elettronica è iniziata a dicembre, periodo che complici le festività natalizie si è ritenuto non potesse fare testo. Ora, alla luce dei dati di gennaio, siamo in grado di stimare tra le 500 mila e le 600 mila vetture e furgoni all’anno che salgono dalla Consolazione al centro storico”. Si tratta peraltro di numeri chenon tengono conto di quanti accedono a piazza del Popolo salendo da Santa Prassede e di coloro che fanno invece ricorso al parcheggio del Mercataccio e neppure dei maggiori flussi che si registrano durante la stagione turistica, da marzo a ottobre.

Cosa fare ora di questa rilevazione? “Innanzitutto – spiega il Sindaco – abbiamo dei dati oggettivi per riflettere e assumere delle determinazioni. Con la Polizia municipale stiamo ulteriormente affinando l’analisi dei dati, i riscontri sulle targhe autorizzate nelle ore di ZTL, il ricorso o meno ai parcheggi interni alla città, l’utilizzo nelle stesse ore delle aree di sosta all’esterno, sia quelle libere che a pagamento, così da avere una fotografia quanto più completa e reale da condividere e sulla quale ragionare”.

Oltre all’attivazione del varco elettronico, da diverse settimane gli uffici stanno mettendo insieme i diversi aspetti per addivenire ad un nuovo piano del traffico che dovrà tenere conto, in prospettiva, anche di quanto si sta facendo sul fronte della rigenerazione e della mobilità urbana ed anche delle rilevazioni in corso ad opera dei vigili urbani.

In crescita le presenze turistiche in Umbria, Todi al palo. La Fisascat chiede un tavolo con istituzioni e imprese.

Crescono le presenze turistiche in Umbria anche per il 2023 e, numeri alla mano, si attestano a ben
6.875.738. Si tratta di un dato in aumento di ben 559.843 unità rispetto al 2022 e di 794.091 rispetto
al 2018. Questi risultati non possono che far piacere, vista l’importanza del comparto turistico a
livello economico per il “brand Umbria”, ma non tutto il territorio regionale raggiunge le stesse
performance.
Dodici le aree – con grandezze diverse e specifiche peculiarità- in netta ascesa (Terni-Trasimeno-
Spoleto) e aree, come quella della città di Todi, che resta al palo. La città di Jacopone rappresenta
appena il 4% nel 2023 sul totale dei numeri. In termini assoluti le presenze turistiche nel tuderte
erano pari a 243.265 nel 2018 e sono state di 268.153 nel 2023 (+ 24.897 unità). Un risultato non
all’altezza delle aspettative.
Alcune riflessioni pertanto sorgono spontanee, perché il territorio tuderte non riesce a fare il salto
di qualità? E’ bene riconoscere che sono tante le iniziative che vengono promosse, l’esposizione
mediatica del tuderte probabilmente non ha mai avuto cosi tanta enfasi come nell’era attuale, ma
tutto ciò non ci permette di fare un significativo salto in avanti.
Quali sono le criticità del nostro territorio che devono essere affrontate per far si che il comparto
turistico possa effettivamente caratterizzarsi come uno dei principali volani della nostra economia?
Ad oggi, la ricchezza prodotta dal comparto non è riuscita ad apportare sostanziali modifiche sul
piano occupazionale, il settore infatti continua a caratterizzarsi per una occupazione stagionale e
“grigia” in cui i contratti part-time sono la prassi e la gran parte delle stesse attività che hanno come
core business il turismo non hanno sviluppi considerevoli.
“Come Fisascat Umbria- conclude Natili- riteniamo opportuno che si apra un dibattito tra gli
addetti ai lavori. Dibattito che possa entrare nel merito sulle criticità che “tarpano le ali” ad un
territorio ricco di potenzialità e che necessità di una regia al fine di realizzare quelle sinergie
funzionali al raggiungimento del massimo obiettivo. Apriamo oggi stesso un tavolo tra gli operatori
del settore, le associazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori e le amministrazioni per
comprendere le criticità ed individuare una via di uscita”.

I GRANDI INTERVENTI DI RECUPERO E RESTAURO DEI BENI CULTURALI DEL CENTRO STORICO DI TODI REALIZZATI CON I FONDI DELLA LEGGE SPECIALE.

(Parte terza e ultima)

La CHIESA DI SANTA PRASSEDE di origine romanica è posizionata fuori dalla seconda cerchia di mura, oltre la  porta Ravennate, lungo una delle strade di accesso a Todi. Nel XIV secolo la chiesa venne ricostruita insieme all’attiguo convento dall’ordine degli Agostiniani, che l’avevano avuta in concessione dal Capitolo della Cattedrale, lasciandone incompiuta la facciata che è in parte decorata a bande di pietra bianca e rosa e con il portale ad arco acuto arricchito da colonnine e costoloni. Della chiesa trecentesca rimangono solo la facciata e il portale perché l’interno è stato interamente trasformato tra la fine del ‘500 e il ‘700. L’attiguo ex convento agostiniano di Santa Prassede acquistato dal Demanio statale nella seconda metà dell’800 è  diventato sede dell’Istituto Artigianelli Crispolti, un’importante  Opera pia della città di Todi fondata dal canonico della Cattedrale di Todi, don Luigi Crispolti, a favore di orfani e giovani abbandonati.

L’intervento di restauro architettonico si è reso indispensabile per l’avanzato stato di degrado delle travi e del manto di copertura che faceva infiltrare acqua danneggiando le pitture murali e le decorazioni e rappresentava un serio pericolo di crollo delle strutture. Anche la copertura dell’abside aveva problemi strutturali analoghi con l’acqua che penetrava nel sottostante catino absidale dipinto ad affresco deteriorandolo. L’intervento ha riguardato anche il campanile con operazioni di cuci e scuci e stuccature.

L’intervento di restauro ha interessato gli affreschi del ‘600 che ornano l’abside con i due riquadri dei Santi ai lati del dipinto mobile, olio su tela, dell’altare Maggiore raffigurante “Santa Prassede raccoglie il sangue dei martiri“. Sul catino absidale sono raffigurati ai lati Angeli che reggono le palme del martirio e al centro  un Angelo che regge una ghirlanda di rose. L’intervento di restauro ha riguardato anche sette tele provenienti in massima parte dall’antichissima Chiesa di San Silvestro entro la seconda cerchia di mura  e appartenente proprio alla Parrocchia di Santa Prassede, con   molti affreschi  sulle pareti laterali compreso il primo ritratto conosciuto di Jacopone da Todi e con il  portale laterale su via Roma, ma chiusa dal 1987 e aperta solo sporadicamente per mostre, in particolare da ultimo di presepi costruiti da “artisti” tuderti. Il restauro delle tele ha rivelato date e firme che hanno consentito di integrare con nuovi artisti e opere inedite le conoscenze sulla pittura in Umbria nel ‘600 e ‘700 (come, ad esempio, le due belle tele lo Sposalizio della Vergine e la Visitazione di  B. Barbiani).

La CHIESA DI SAN FRANCESCO IN BORGO  risale al  XIII secolo quando i Servi di Maria si stabilirono a Todi nel rione di Santa Prassede in Borgo Nuovo e nel convento adiacente alla chiesa ha risieduto, nell’ultimo periodo della vita, il Priore generale dell’ Ordine dei Serviti (un ordine questuante) fra Filippo Benizi da Firenze che poi è morto in una cella dello stesso il 22 agosto 1285. Le sue spoglie, riesumate nel XIV secolo, furono poi trasferite nella Chiesa di San Filippo vicino alla porta Romana di Todi, dove si trovano le sue reliquie. Nel 1671 venne inserito nel catalogo dei Santi (canonizzazione) con sentenza di Papa Clemente X e i Servi di Maria lo ricordano il 23 agosto di ogni anno.  La chiesa e l’annesso grande monastero (già intitolato a San Marco dei Servi di Maria) a fine XVI secolo furono ceduti alle Clarisse di San Francesco che vi si trasferirono poiché il loro convento, situato nella parrocchia di San Quirico, minacciava di rovinare. La chiesa è stata rinnovata nella prima metà del ‘700 coprendo il soffitto con le volte e restaurando tutta la sala che fu poi riccamente decorata a metà ‘800 dai fratelli Agretti di Perugia.

L’intervento architettonico nella chiesa è stato limitato al restauro conservativo e all’adeguamento statico della copertura lignea lasciando inalterata la struttura originale, rimuovendo gli elementi lignei ammalorati e consolidando gli altri mediante sofisticate tecnologie di risanamento del legno. Si è così evitato di rimuovere le pianelle decorate con motivi geometrici e con le immagini di San Filippo Benizi e della Madonna del latte. E’ stato impermeabilizzato il tetto con pannelli lignei Onduline e con la stilatura dei giunti e sono stati rifatti anche gli intonaci della facciata e dell’ingresso dell’adiacente monastero  tutti tinteggiati con terre naturali.

L’intervento di restauro dei dipinti murali ha riguardato gli affreschi conservati nei vari ambienti del monastero, come il Vestibolo con nella lunetta la Madonna col bambino e i santi Filippo Benizi e Giuseppe, di ignoto pittore tuderte, il Parlatorio con frammento di mosaico di Tobiolo  e l’Angelo con San Filippo Benizi di ignoto Ghirlandaiesco e la Scala Santa. In particolare quest’ultima è stata costruita in epoca successiva al convento e poi abbellita dagli affreschi di Andrea Polinori, il pittore nato a Todi nel 1586 ed ivi morto nel 1648, che rappresentano Scene  della Passione entro riquadri,intervallate da Angeli che reggono gli strumenti della passione sulle pareti laterali e Le Tre Marie intorno alla Croce sulla parete alla sommità della Scala. Il modello obbligato per la decorazione della scala è stata  la Scala Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano sotto il pontificato di Sisto V, definita come la Cattedrale di Roma. Il pittore tuderte all’apice della carriera è anche diventato “eques“(Cavaliere), una delle classi Gladiatorie che combattevano nelle arene. L’artista è sepolto nella chiesa di San Silvestro e molte sue opere sono conservate nella Pinacoteca comunale.

All’interno della  chiesa sull’altare maggiore è posta una tavola, dipinta a olio e tempera, raffigurante lo Sposalizio della Vergine della prima metà del ‘500 di artista ignoto ma probabilmente  appartenente alla Koiné peruginesca e forse realizzata anche in periodi diversi. Nel ‘700  la tavola dipinta fu posta in una nicchia sopra l’altare centrale su un letto di malta che coprì anche i bordi del dipinto rendendolo inamovibile. L‘intervento di restauro è consistito sia nel consolidamento della muratura della nicchia che nella disinfestazione e ancoraggio della tavola a due sporgenze del muro posteriore, oltre alla ripulitura della superficie pittorica, alla reintegrazione delle lacune del dipinto e alla nuova applicazione della cornice lignea al bel dipinto egregiamente restaurato.

La CHIESA DELLA CONSOLAZIONE, risalente al XVI e inizio XVII secolo,  è ubicata appena fuori delle mura medioevali della città e della ex Porta di S. Giorgio abbattuta nel 1830, dopo il terremoto del 1815, come male minore per le difficoltà di reperire le ingenti risorse necessarie per i restauri degli edifici. Prese avvio da una  piccola chiesa costruita per difendere dalle acque un’immagine della Madonna dipinta su un pezzo di muro, che si diceva avesse fatto  molti miracoli e che era stata denominata Santa Maria della Consolazione. Il crescente numero di visitatori della chiesetta fece prendere corpo al progetto di costruire una grande Fabbrica e alla costituzione, su impulso del guelfo tuderte Ludovico degli Atti, della Compagnia  di Santa Maria della Madonna della Consolazione per gestirne la realizzazione.  Nel marzo 1509 iniziarono i lavori di costruzione delle fondamenta della nuova grande chiesa e del muro di  sostruzione  “al basso” della stessa e nell’aprile 1607 fu chiusa la cupola che alla base aveva otto finestre disegnate dal mastro perugino arch. V. Martelli e in cima una croce. I lavori sono stati completamente ultimati, dopo varie interruzioni, solo nel 1635 con l’impiombatura della cupola e delle quattro calotte dei catini absidali sotto la balaustra dello stretto terrazzo tutt’intorno alla cupola stessa. Il progetto della Chiesa rinascimentale di Santa Maria della Consolazione di Todi è stato attribuito all’architettoe pittoremarchigiano Donato Bramante (1444-aprile 1514) anche se purtroppo non esistono documentiscritti che possano comprovare questa attribuzione. Il Bramante, noto anche come Bramante Lazzari, a Roma era stato ingaggiato da Papa Giulio II per la completa ricostruzione della Basilica di San Pietro in Vaticano per la quale lo stesso impostò un progetto di edificio nella forma di pianta centralizzata a croce greca che per l’artista rappresentava la perfezione sublime e che, quanto meno, ha poi influenzato anche la progettazione della Chiesa della Consolazione di Todi. Di quest’ultima il Bramante non ne fu di sicuro il “maestro di Fabbrica”, oggi il direttore dei lavori, che invece furono seguiti prima dall’architetto viterbese Cola da Caprarola, poi dall’architetto senese B. Peruzzi e da altri ancora. Il modello in legno della chiesa è  tuttora conservato nel Museo civico della città.

L’intervento di restauro architettonico della chiesa è consistito dapprima nei complessi lavori di consolidamento statico delle fondazioni dell’edificio e poi, con lo stesso cantiere, nei lavori di manutenzione assolutamente necessarisu alcune parti del complesso monumentale. Gli interventi eseguiti hanno riguardato la semicalotta di sinistra, che presentava molte infiltrazioni d’acqua, con la sostituzione delle lastre di piombo degradate e il ripristino del manto di copertura. Una volta impermeabilizzata la calotta è stato anche ritinteggiato l’intradosso (superficie in vista all’interno della volta) e sono stati eseguiti interventi sul pavimento della chiesa con la sostituzione di vari mattoni frantumati con l’uso.  E’ stata anche effettuata la manutenzione delle statue in stucco del ‘600 di A. Algardi  che ornano gli altari. All’esterno sono state eseguite operazioni di cuci e scuci sul muretto di contenimento del terreno a nord ed è stato pavimentato con pietra locale appena sbozzatail percorso pedonale dalla Chiesa fino al viale di accesso alla città e a quel che resta dell’ultimo tratto di mura urbiche con la Torre Caetani divenuta (stranamente) insieme all’area circostante di proprietà della Compagnia di Santa Maria della Consolazione

Dalla prima metà del ‘500 la Compagnia era diventata un’Opera pia, denominata Istituto della Consolazione e Colonia agricola e poi nel 1861 era stata concentrata insieme ad altre 18 nella Congregazione di carità di Todi, nuovo ente di natura pubblica che le amministrava (decreto Pepoli). Successivamente fu trasformata, come tutte le altre, in Istituzione pubblica di beneficenza (I.p.b.) con la legge “Crispi” n. 6972 del 1890 e poi in Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza (IPAB) con Regio decreto n. 2841 del 1923. Nel 1938, l’Ipab venne raggruppata insieme alle altre nelle Istituzioni riunite di beneficenza (II.RR. B.) di Todi fino al 2002 (Sindaco Marini dal 1998) quando, nel settembre e con decorrenza dal 1° gennaio ’03, le stesse sono state fuse in un unico ente pubblico, avente sempre natura di Ipab, denominato “La Consolazione-Ente tuderte di assistenza e beneficenza” con l’acronimo di “La Consolazione-E.T.A.B.”. La nuova Ipab è però tuttora regolata da uno statuto nel quale, tra gli scopi dell’ente di cui all’art. 3, è stato aggiunto anche il perseguimento di “fini culturali” che di fatto hanno portato l’Ipab a distrarre in modo crescente una rilevante parte dei proventi, derivanti dal vasto patrimonio immobiliare ereditato, dalle sue più proprie e necessarie finalità assistenziali in particolare verso le giovani generazioni. Inoltre La Consolazione-Etab è ancora oggi, di nome e di fatto, una vecchia Ipab nonostante che la legge quadro statale n. 328 del 2000 sul sistema dei servizi sociali e il decreto legislativo n. 207 del 2001 di riordino di tali enti, nonché la legge regionale umbra n. 25 del 2014 abbiano previsto la trasformazione di tutte le Ipab in Aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP) o in persone giuridiche di diritto privato soggette alla vigilanza e controllo regionale. Le nuove ASP, anche nel Testo Unico regionale in materia di sanità e servizi sociali del 2015, sono state inserite nel sistema pubblico di programmazione, progettazione e attuazione dei servizi e degli interventi sociali e le loro funzioni oggi si devono realizzare attraverso la produzione e l’offerta (= erogazione) di servizi e interventi sociali, socio sanitari e socio educativi. Tale trasformazione dell’Etab purtroppo, a distanza di quasi dieci anni (con Sindaco di Todi Ruggiano dal giugno 2017), non risulta ancora avvenuta, con conseguenze negative sui crescenti bisogni dell’infanzia e della gioventù.

 Tornando all’intervento attuato sulla chiesa occorre anche fare un cenno sulla scultura in acciaio corten o patinato denominata “Stele di Todi” (m. 7) donata al Comune di Todi dallo scultore Roberto Ruta, nato in Romania da padre pugliese e morto a Roma nel 1994, per essere collocata nel centro storico. Dopo un’esposizione temporanea sulla piazza del Popolo, all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso (Sindaco di Todi Budassi II) la scultura era  stata installata sull’area adiacente alle mura medioevali proprio dinnanzi alla Chiesa della Consolazione creando un forte impatto sulla fruizione visiva del bene immobile tutelato (art. 21 della legge n. 1089 del ’39 allora ancora vigente in materia di  tutela delle cose d’interesse artistico o storico per evitare danneggiamenti alla “prospettiva” o alla “luce” delle cose immobili soggette alla stessa legge). Nella seconda metà degli anni ’80 però il Comune di Todi(Sindaco Buconi I) ha provveduto a spostarla e ad installarla più consonamente nell’area del parcheggio (ex campo di calcio) costruito dinnanzi al nuovo e moderno edificio della Scuola Media statale “G. Cocchi” appena fuori Porta Fratta, anche se oggi tale opera d’arte contemporanea risulta quasi interamente coperta dalla folta chioma di un alto albero  che andrebbe quanto prima  spostato e magari reimpiantato nello stesso parcheggio.   

In conclusione tutti i quattordici grandi interventi di recupero e restauro dei più importanti monumenti della nostra città antica sono stati egregiamente progettati e tempestivamente realizzati nell’arco di tempo che va dal 1991 al 1996 durante i mandati dei Sindaci della città di Todi Buconi II (’90-’94) e Nulli Pero (’94-’98) con l’intermezzo  del Commissario Prefettizio De Bonis (feb.-giug. ’94).

Li 21 dicembre 2023

Dott. Alfonso Gentili, già Segretario Generale del Comune di Todi (1989-2000)

COMUNE DI TODI, SOCIAL E COMUNICAZIONI ESTERNE, IN BILICO TRA INFORMAZIONE, PROPAGANDA E CENSURA., LA MANO PESANTE DEL SINDACO CONTRO CHI NON LA PENSA COME LUI.

COMUNICATO STAMPA

L’uso dei social e la comunicazione istituzionale del Comune di Todi è un argomento sul quale ci sono molte ombre, tanto che i gruppi di opposizione, compreso il sottoscritto, hanno portato in Consiglio Comunale un Ordine del giorno per la regolamentazione dell’uso dei canali social del Comune di Todi, ossia le pagine facebook ed altro.

Chiaramente l’Ordine del giorno è stato bocciato e l’iniziativa è stata accolta con un certo fastidio, quasi una ingerenza rispetto ad una situazione di fatto ritenuta assolutamente legittima e conforme alle prerogative dell’amministrazione comunale individuata, in questo caso, nel perimetro della giunta e delle forze che la sostengono.

Il Sindaco, in particolare, ha rivendicato la paternità e la responsabilità della pagina facebook, facendo capire che la stessa deve corrispondere a quelle che sono le linee della giunta.

La questione però è delicata e non può essere derubricata a mera polemica politica. Basti pensare, quanto ai social, che è prassi del Comune quella di bloccare gli account di cittadini che esprimono opinioni in dissenso.

L’anomalia nasce dal fatto che a Todi la comunicazione è in mano allo “staff del Sindaco”, ossia soggetti assunti per svolgere servizio di “segreteria”, La comunicazione, negli enti pubblici, è disciplinata dalla Legge 150/2000 e, da ultimo da un accordo ANCI / Sindacato dei Giornalisti, ne deriva una netta distinzione tra l’informazione “istituzionale” da quella svolta dal cd. “portavoce” del Sindaco.

La prima è svolta dagli uffici stampa, che hanno una funzione prettamente giornalistica e possono essere composti solo da giornalisti iscritti al relativo albo, i quali curano i rapporti con la stampa assicurando, per legge, il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività.

Al contrario il “portavoce” o “staff” coadiuva il Sindaco nei rapporti di carattere politico istituzionale con gli organi dell’informazione, la sua nomina è di carattere eminentemente politico, poiché fatta direttamente dal Sindaco senza concorso e/o vincoli particolari, è una assunzione a tempo determinato e comunque non oltre il termine del mandato del Sindaco ex art.18 ter D.Lgs.257/2000, Il portavoce quindi risponde del proprio operato e prende direttive solo ed esclusivamente dal Sindaco.

A Todi quindi l’informazione istituzionale è delegata ad un organo di nomina politica, lo staff/portavoce del Sindaco, di conseguenza non c’è nessuna differenza tra informazione e propaganda.

Non è certamente opportuno, se non illegittimo, che in una medesima amministrazione gli incarichi di addetto stampa e di portavoce siano assunti dalla medesima persona.

Non è opportuno, che un soggetto di nomina politica, ancorché in ipotesi iscritto all’albo dei giornalisti, operi surrettiziamente come ufficio stampa.

E sicuramente inopportuno, anche per le conseguenze di natura contrattuale e quindi di responsabilità dell’Ente, che personale assunto per mansioni di segreteria, quindi con qualifica “C”, venga adibito a ruoli professionali per i quali l’accordo ANCI – Sindacato Giornalisti, salvo errori, prevede l’applicazione del trattamento di cui alla superiore categoria “D”.

In definitiva, le testate giornalistiche quando ricevono “comunicati stampa” da parte del Comune di Todi, i cittadini quando leggono le pagine facebook del Comune o vengono esclusi, devono essere consapevoli che quei messaggi, quelle informazioni, la decisione di escluderli dai canali social, provengono da un organo politico, ossia il Sindaco, per mezzo del suo staff.

La domanda quindi è: si tratta di informazione o di propaganda? La risposta la lascio a voi. 

Se qualcuno ritenga che quanto sopra non è vero, per favore, mi smentisca.

CIVICI X Fabio Catterini

Amministrative e regionali, PD – M5S – AVS – PSI e CIVICI: “Nasce l’alleanza per l’alternativa alle destre”

Domenica 21 gennaio, dalle 10 alle 18, al 110 Caffè di Perugia, primo evento insieme sul futuro dell’Umbria

“Una coalizione larga e plurale che condivide progetti e valori alternativi alle destre è finalmente in campo, anche nelle nostra regione. Stiamo aprendo, con soddisfazione, la strada ad un percorso di condivisione che ci porterà ben oltre le prossime scadenze elettorali. E lo faremo con un evento che si terrà a Perugia, il prossimo 21 gennaio, presso il 110 Caffè, dalle ore 10 alle ore 18, attraverso il quale daremo forma e sostanza al nostro agire comune. La nostra è una vera e propria alleanza e non un mero cartello elettorale”. E’ quanto ha dichiarato in apertura della conferenza stampa tenuta oggi a Palazzo Cesaroni, il segretario regionale del PD, Tommaso Bori.

“Diciamo in maniera chiara che siamo solo all’inizio e la porta rimane aperta a tutti coloro che si riconoscono in questo perimetro di idea e di valori – prosegue Bori -.  Siamo ai nastri di partenza, non al traguardo. Per questo motivo siamo felici di annunciare, tutti insieme, la prima tappa di questo viaggio che ci porterà ad affrontare, su tutto il territorio regionale, le sfide che ci aspettano. Cominciamo con un appuntamento di approfondimento su quelli che riteniamo essere i temi centrali della nostra azione politica: il diritto alla salute, la tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, il lavoro dignitoso per una vita dignitosa, la lotta alle diseguaglianze e un nuovo modello di sviluppo per la nostra regione. Domenica daremo vita ad una giornata di confronto sul futuro dell’Umbria a cui partecipano anche i livelli nazionali dei partiti insieme ai rappresentanti delle forze civiche e dei movimenti locali che hanno aderito all’iniziativa”.

Per la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Elisabetta Piccolotti, “l’Umbria si trova in una situazione molto seria e preoccupante. Nella nostra regione i redditi crescono meno che nel resto del Paese, dell’1,4% rispetto alle media del 3,9%. Ci sono emergenze da affrontare rispetto alla sanità e all’ambiente. La destra ha dimostrato immobilismo e, laddove è intervenuta, ha compiuto errori e provocato danni. Serve allora uno sforzo unitario per compattare le disuguaglianze e provare con determinazione ed orgoglio a salvare l’Umbria dal declino”.

Di “visione comune, valori e responsabilità” ha parlato il Consigliere Regionale del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca per il quale “questo sforzo unitario si è reso indispensabile per invertire una rotta che sta portando al progressivo peggioramento della qualità di vita di tutti i cittadini. Ci confronteremo con la società umbra offrendo un profilo identitario chiaro che si muove dalla consapevolezza che c’è bisogno di un nuovo modello di sviluppo che tenga conto dei mutamenti climatici e della sostenibilità ambientale. Ma non solo: dobbiamo lottare contro le disuguaglianze e restituire dignità alle persone, difendendo il diritto al lavoro, all’istruzione e alla salute”.  

“L’evento e il manifesto che presenteremo domenica – ha sottolineato il segretario regionale del PSI, Federico Novelli –  nascono anche a seguito del lavoro compiuto in questi mesi, in particolare con la mobilitazione che abbiamo portato avanti a difesa della sanità pubblica. Ora più che mai siamo pronti ad aprirci alla società umbra per costruire insieme una vera alternata di governo. Basta fare regali alle destre – ha aggiunto Novelli –  occorre unire le forze con serietà e responsabilità lasciando aperte le porte a tutti coloro che intendono dare una mano per cambiare le cose”.  

Per il Sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, intervenuto in rappresentanza dei movimenti civici, “serve lanciare un progetto che parli alla società con l’ambizione di diventare un progetto pilota. Occorre mettere al centro l’innovazione e puntare a far tornare l’Umbria una terra di opportunità. Ciò sarà possibile solo attraverso una sfida riformista che guarda alla transizione ecologica, digitale ed economica partendo dalle esigenze di chi sta peggio e ha meno opportunità.  La nostra azione politica deve essere orientata alla creazione di opportunità e di valore ripartendo dal lavoro e dalla manifattura. Per uscire dal cono d’ombra – conclude Sisti –  l’Umbria ha bisogno di una grande alleanza di forze civiche, politiche, sociali e professionali pronta a lavorare unita per andare incontro alle esigenze e ai  bisogni reali dei cittadini e dei territori”.

I gruppi consiliari Civici X, PD, Sinistra per Todi, Todi Civica e Per Todi hanno presentato alla stampa ed ai cittadini presenti il resoconto dell’attività svolta nell’anno appena passato e gli argomenti all’ordine del giorno.

Nell’ introduzione il consigliere Fabio Catterini ha ricordato l’attività svolta, a partire dalla mozione di sfiducia del gennaio 2023, a seguito delle note vicende relative alla incompatibilità del Vicesindaco Ranchicchio, sino all’ accesissimo Consiglio Comunale di novembre, dove le opposizioni hanno tentato di fare esprimere alla Giunta ed al Consiglio di Todi il dissenso circa la possibilità di localizzare nel territorio comunale il termovalorizzatore previsto dal piano regionale dei rifiuti.

Quanto alla posizione del Vicesindaco, Catterini ha rimarcato che ad oggi, nonostante la questione sia all’attenzione della Procura della Repubblica e del Prefetto, non vi sono state risposte.

In ordine al piano regionale dei rifiuti, Catterini ha evidenziato la contrarietà delle forze di opposizione alla decisione di chiudere il ciclo dei rifiuti mediante l’incenerimento, scelta considerata non adeguata alle esigenze della Regione Umbria, anche alla luce degli sforzi e dei risultati nella raccolta differenziata.

Sono intervenuti i consiglieri Filippo Sordini di Per Todi, anche in rappresentanza di Adriano Ruspolini, ed Umberto Magni, del Partito Democratico, i quali hanno rappresentato il loro dissenso rispetto al nuovo piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera, stigmatizzando la situazione dell’Ospedale di Pantalla; il Consigliere Sordini ha ricordato le promesse di riqualificazione del presidio fatte in campagna elettorale, poi disattese; Magni ha sottolineato la preoccupazione della cittadinanza per la situazione dell’ospedale, che nel piano regionale viene ridimensionato e depotenziato, così come l’atteggiamento della giunta tuderte e delle forze di maggioranza, di sudditanza e di accondiscendenza rispetto alle decisioni regionali.

Andrea Caprini, di Sinistra per Todi, ha affrontato il tema del centro storico, ricordando le difficoltà dei residenti; è tornato a criticare il progetto del nuovo ascensore, ritenuto inutile ed inadeguato, così come la gestione della viabilità e l’organizzazione dei servizi di trasporto pubblico, completamente assenti nel centro storico.

Il consigliere Claudio Serafini ha affrontato il problema dell’uso del territorio per lo sviluppo delle energie rinnovabili, soprattutto con riferimento al fotovoltaico ed alle comunità energetiche, ricordando l’attività di controllo che è stata fatta negli ultimi mesi, con accessi agli atti, interrogazioni e ordini del giorno, in merito a vicende che hanno dimostrato l’incapacità o le difficoltà dell’amministrazione nel gestire questa delicata materia.

Sull’argomento i consiglieri hanno ricordato la proposta fatta in Consiglio Comunale di utilizzare le terre appartenenti ad Etab e Veralli Cortesi per lo sviluppo di comunità energetiche a sostegno di aree industriali e residenziali, bocciata dalla maggioranza.

Catia Massetti, consigliera comunale del Partito Democratico, ha sottolineato che, anche in tema di scuole, come nelle questioni riguardanti la sanità e l’ambiente, l’amministrazione comunale ha dimostrato di non aver adeguatamente difeso gli interessi del territorio. Nella vicenda del dimensionamento scolastico il Comune di Todi ha messo a rischio il ruolo centrale del polo tuderte per tutta l’area della Media Valle del Tevere, senza avere la capacità di prendere un’iniziativa per opporsi al taglio lineare del numero di dirigenti, previsto dal governo Meloni e attuato da Tesei. Nell’incapacità dell’amministrazione tuderte di concertare con le altre amministrazioni della Media Valle del Tevere le scelte da fare, si è consumato un inutile scontro che ha coinvolto Todi e Marsciano e le comunità scolastiche ottenendo solo il conseguente rigetto, da parte della Regione, delle proposte venute dal territorio.

Ha concluso il consigliere Floriano Pizzichini, che nell’affrontare il delicato tema della costruzione del nuovo inceneritore previsto dal piano regionale dei rifiuti, ha rimarcato il ruolo che dovrebbero avere i cittadini, così come il dovere di chiarezza delle forze politiche di governo, che secondo Pizzichini dovrebbero favorire la discussione di queste problematiche. Al contrario, ha sottolineato Pizzichini, almeno a Todi, si assiste alla incapacità dei consiglieri comunali di maggioranza di affrontare qualsiasi tipo discussione, con conseguente depauperamento del ruolo del Consiglio Comunale.

Il futuro dell’ Ospedale MVT spiegato bene da chi ne ha bisogno.

Una lettera di Simonetta Buconi inviata Da Paolo Ferracchiati

“Vorrei subito premettere che non è mia intenzione esprimere il mio pensiero solo per il gusto di andare controcorrente, come ha detto il nostro Sindaco, ma voglio esporre alcune considerazioni basate sulla mia esperienza personale.

Sono una paziente oncologica e ho settanta anni.

Dal 2015 sono in cura presso il reparto di oncologia dell’ospedale di Pantalla.

In questi anni, per fortuna non in maniera continuativa, ho frequentato questo ottimo reparto e ho fatto tutti i controlli, TAC e risonanza magnetica sempre a Pantalla.

In questo ultimo periodo ho avuto una ricaduta e quindi sono stata di nuovo sottoposta alle cure chemioterapiche, questo significa che devo andare in ospedale per analisi, visite e chemioterapia una o due volte alla settimana.

Mi accompagna mio marito ma, essendo quasi ottantenne e con notevoli problemi di salute, non potrebbe accompagnarmi per tragitti più lunghi.

Ora, quando sono venuta a conoscenza delle decisione prese dalla Regione sono stata presa da grande sconforto.

Per prima cosa ho pensato alla difficoltà a cui dovrò andare incontro io e, come me tantissime persone anche più anziane, per affrontare cure in strutture situate a svariati chilometri dalla nostra città. Poi ho pensato alla logica che dovrebbe stare dietro alla decisione della Regione di smantellare il reparto di oncologia di Pantalla dove affluiscono tantissime persone del territorio e anche da più lontano, dove operano professionisti di grande qualità dal punto di vista medico e umano. Mi sono sentita sempre accolta e protetta e questo per malati come me rappresenta un grandissimo contributo per la guarigione.

Le grandi strutture prevedono una maggiore affluenza di pazienti e quindi le cure e i controlli subiscono ritardi che noi non possiamo permetterci.

Mi addolora tantissimo che l’amministrazione della mia città si dica soddisfatta della decisione presa dalla Regione e non tenga conto delle difficoltà e dei disagi a cui andranno incontro persone come me.

Ho voluto parlare del mio caso personale ma purtroppo non sono sola, tantissime persone si trovano nella mia situazione.

Spero che questa mia riflessione faccia pensare ai nostri amministratori che i cittadini hanno bisogno di comprensione e solidarietà concreta.

Vorrei inoltre sollecitare tutti coloro che nel nostro territorio si trovano nella mia situazione a manifestare il proprio dissenso allo smantellamento dei servizi essenziali dell’ospedale di Pantalla e non accontentarsi di promesse vaghe ma pretendere azioni concrete.”

Simonetta Buconi

Tesei Smantella La Sanità Pubblica, Alla Media Valle Del Tevere Va Peggio Di Tutti Gli Altri Territori!

Comunicato del PD Todi.

Con delibera di Giunta Regionale n. 1399 del 28 dicembre scorso, Tesei e Coletto hanno omaggiato gli umbri di una riorganizzazione della rete ospedaliera che prevede taglio di servizi sanitari pubblici e potenziamento della sanità privata con aumento di 80 posti letto nelle strutture private convenzionate e porta a 165 quelli delle strutture private autorizzate. Alla Media Valle del Tevere va peggio che a tutti gli altri territori e Ruggiano e Forza Italia plaudono. Stanno smaltendo i fumi delle feste o cosa? Vediamo i fatti: per l’ospedale di Pantalla la regione stabilisce:

  1. La chiusura definitiva del Punto Nascita della MVT;
  2. Individuazione della mission come piccolo ospedale di base integrato nell’Azienda Ospedaliera di Perugia con recupero di parte dei posti letto di lungodegenza in posti letto di recupero e riabilitazione e di Ospedale di Comunità
  3. Riduzione delle Strutture Complesse, leggi primariati di un tempo
  4. Il Pronto Soccorso rimane aperto ma in attesa della revisione della rete quando sarà attivato l’elisoccorso regionale
  5. Chiusura del laboratorio analisi
    6 . Definitiva cancellazione della pediatria, dell’urologia e della chirurgia plastica
  6. Riduzione di posti letto e attività di chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, emodialisi, gastroenterologia, oncologia e radiologia
    Mancano ovviamente all’appello i due posti letto dibterapua intensiva sbandierati da Ruggiano nella campagna elettorale del 2022, ma si sa, le campagna elettorali si fanno per abbindolare gli allocchi!

Ci torna in mente allora la convocazione del Consiglio Comunale grande nell’estate del 2019 per la tutela del Punto Nascita di Todi, per iniziativa della Lega tuderte, capitanata da Francesca Peppucci (uno dei più fulgidi esempi di coerenza politica che la storia di Todi ricordi: consigliera Comunale/regionale della Lega, poi passata a Forza Italia ora anche parlamentare europea, a quale gruppo avrà aderito? L’importante è che non faccia ulteriori danni!). Dunque dicevamo Peppucci e Ruggiano nel 2019 tuonavano contro Regione Umbria per la mancata tutela del Punto Nascita dell’ospedale della MVT, che fino ad allora era sempre rimasto aperto grazie alle deroghe chieste e ottenute dall’ assessorato regionale alla sanità al Ministero. Sappiamo ora com’è finita: con la Delibera della Giunta Regionale dell’Umbria e il parere favorevole del Ministero della salute del governo di destra, guidato da Meloni, il Punto Nascita di Todi viene definitivamente chiuso. Labdelibera della Giunta Regionale ci dice anche che il resto del ridimensionamento verrà in sede di riorganizzazione operativa del presidio ospedaliero, durante questo infausto 2024 per la sanità pubblica umbra. Finalmente non potranno più dire che la colpa è di quelli di prima! È colpa loro, di Tesei, Coletto, Ruggiano e Peppucci se a Todi e nella MVT non si nasce e non si nascerà più! Ammainata la bandiera degli strenui difensori dell’ospedale di Todi innalzano ora la bandiera della tutela degli interessi elettorali dei partiti e della garanzia del potere, costi quel che costi! Non finisce qui però. Noi pensiamo che un investimento pubblico di cinquanta milioni di euro, che ha dato all’Umbria un presidio ospedaliero tra i più attrezzati, meglio organizzati della rete, e il più recente in termini di costruzione, in posizione strategica, al centro dell’Umbria e per questo funzionale ad una adeguata distribuzione territoriale dei servizi sanitari nella regione, non possa finire ridotto a piccolo ospedale di base, con la riduzione dei reparti, senza l’autonomia dell’organizzazione delle unità operative che restano e con la riconversione dei suoi posti letto nell’ospedale di comunità.

PARTITO DEMOCRATICO TODI